Caccia, parte la stagione

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Caccia, ci siamo. La stagione aprirà domenica 17 e chiuderà il 31 gennaio anche se non per tutte le specie e con calendari diversificati. Gli orari di caccia, da domenica, sono da un’ora prima del sorgere del sole ad un’ora dopo il tramonto.

Tutti i cacciatori devono essere forniti dell’apposito tesserino fornito dalla Regione toscana nel quale dovranno essere segnate sia le giornate di caccia che gli abbattimenti

Per il momento la caccia sarà aperta per tutte le specie previste dal calendario venatorio (le trovate a margine di questo articolo), dalla selvaggina stanziale a quella migratoria.

Per gli ungulati, argomento caldo in questi mesi ed anni a causa dei danni alle coltivazioni, è in corso la caccia di selezione (caprioli, cervi, mufloni) e quella di selezione nelle aree non vocate, al cinghiale.

Le battute di caccia al cinghiale, la caccia cosiddetta a braccata, inizieranno invece dal 1° novembre e si chiuderanno il 31 gennaio con peraltro una novità riguardante le squadre che potranno essere composte da 30 cacciatori e dove, nei 18 partecipanti alla battuta, dovranno essere inclusi anche gli ospiti.

A fornire qualche notizia in proposito è il neo presidente dell’ATC Lucca, Pietro Onesti .

“Quest’anno c’è una novità sostanziale – spiega Onesti – legata all’unificazione  ad un unico ATC di tutto il territorio provinciale. Non ci sarà quindi bisogno di ulteriori autorizzazioni o quote ATC dato che sono spariti i due sottoambiti”.

Tra le indicazioni fornite da Onesti quella relativa alla nuova perimetrazione del territorio del Parco Alpi Apuane, secondo quando divenuto nelle in vigore dal mese di luglio. In tale perimetro la caccia è vietata.

Onesti dice la sua anche sulla presa di posizione della Confederazione Cacciatori Toscani che a Palazzo Ducale due giorni fa ha presentato uno studio sulle conseguenze prodotte dalle modifiche alla legge 394 sulle aree protette, con un grido di allarme per le riduzioni sulla caccia agli ungulati.

“Secondo la CCT, per quanto riguarda le aree contigue a quelle protette, con la nuova legge possono cacciare solo i residenti nella aree stesse; secondo la vecchia legge la caccia era consentita a chi aveva residenza venatoria, ovvero nell’ambito territoriale di caccia. Secondo le notizie che mi giungono non dovrebbe cambiare niente rispetto alla vecchia legge”.

Onesti torna a ribadire anche la posizione dell’ATC Lucca sulla questione della proliferazione degli ungulati, con l’attacco diretto ai cacciatori da parte di alcune associazioni ambientaliste circa i danni causati dai cinghiali alle colture ( dovrebbero essere loro a pagare i danni agli agricoltori visto che i cacciatori di cinghiale hanno ibridato i cinghiali nostrali, meno dannosi, con esemplari dell’Est, più grossi, più prolifici e più dannosi per il loro solo diletto)

“Bisogna fare un po’ di chiarezza sulla questione – replica Onesti – le cause principali secondo me sono invece due. La prima è la presenza maggiore di predatori nella aree di montagna che spinge gli ungulati a scendere verso il fondovalle; l’altra è l’abbandono sempre più ampio dei terreni agricoli e forestali. La presenza di terreni incolti, ormai pieni di rovi e fitta vegetazione, spesso anche a ridosso dei centri abitati, sono l’habitat ideale per la presenza degli ungulati. Il fatto come detto che ormai i terreni incolti siano vicini ai centri abitati favorisce le scorribande degli animali ed i danni alle colture. Per questo rivolgo l’invito ai proprietari di terreni non utilizzati per una maggiore cura e pulizia di queste aree. Bisogna combattere, se vogliamo limitare i danni alle coltivazioni, l’incuria di tanti territori.

Il presidente ATC  ricorda comunque la massima attenzione dell’Ambito territoriale  al sostegno ed alla collaborazione con le associazioni agricole di categoria relativamente ai danni alle coltivazioni. L’Ambito Territoriale di Caccia– aggiunge Onesti –  compartecipa  al risarcimento dei danni che vengono causati dalla selvaggina, in particolar modo dagli ungulati, e non solo cinghiale, su tutto il territorio Provinciale. Il nostro obiettivo sarà quello di lavorare affinché ci sia un drastico calo dei danneggiamenti. Per la difesa delle colture agricole, l’ATC ha impegnato fondi per l’acquisto di materiali dissuasori che vengono concessi in uso a chi ne fa richiesta. Nello scorso anno sono stati liquidati contributi per quasi 40 mila euro. Laddove si riscontrano criticità non risolvibili invece, in ottemperanza ai disposti normativi di cui alla Legge R.T. n.10, l’ATC interviene con interventi mirati di contenimento della specie”.

 

 

Il calendario venatorio in pillole

Dal 17 settembre al 30 novembre 2017 si cacciano starna e pernice rossa.   L‘allodola sarà cacciabile dal 1 ottobre al 31 dicembre 2017; dal 17 settembre al 7 dicembre 2017 la caccia è consentita alla specie lepre comune; dal 17 settembre al 31 ottobre 2017 alla specie combattente, alla quaglia ed alla tortora.
Dal 1 ottobre 2017 al 31 gennaio 2018 la caccia è consentita a beccaccia, cesena e tordo sassello. La caccia alla beccaccia (ai sensi dell’ art. 3 comma 7 bis della L.R.20/2002) esclusivamente in forma vagante e con l’ausilio del cane da ferma o da cerca. Dal 1° gennaio 2018 la caccia alla beccaccia solo nelle aree  vocate al cinghiale e, nelle restanti aree, solo all’interno delle aree boscate secondo la classificazione della legge regionale n. 39/2000.
Dal 1 novembre 2017 al 31 gennaio 2018 si caccerà la specie moretta; dal 17 settembre 2017 al 31 gennaio 2018 saranno prelevabili tordo bottaccio, alzavola, beccaccino, canapiglia, codone, colombaccio, cornacchia grigia, fischione, folaga, frullino, gallinella d’acqua, gazza, germano reale, ghiandaia, marzaiola, mestolone, moriglione, pavoncella, porciglione, volpe e silvilago.
La caccia alla volpe nel mese di gennaio 2018 può essere esercitata da squadre individuate dagli ATC nella forma della braccata con cane da seguita. Per il silvilago (minilepre) non vi sono limitazioni al carniere giornaliero per cacciatore (parere espresso dalla Regione Toscana il 23 ottobre 2008 protocollo n° 279225/U.90) né è conseguentemente dovuta la trascrizione dei prelievi sul tesserino venatorio. La minilepre può essere cacciata nel mese di gennaio 2018, da appostamento in tutto il territorio cacciabile della Regione o, con l’uso del cane da cerca o da ferma, nelle aree specificate e nelle Aziende Faunistico Venatorie.
La caccia al cinghiale è autorizzata nel nostro ATC secondo le seguenti specifiche: il prelievo in braccata è consentito nelle aree vocate dal 1° novembre 2017 al 31 gennaio 2018; nelle aree vocate di cui all’art. 3 della L.R. 10/2016 poste in territorio a caccia programmata, ferme restando le tre giornate di caccia settimanali e le giornate di silenzio venatorio; il prelievo selettivo nelle aree non vocate sulla specie cinghiale, è consentito  dal 1° di gennaio al 31 dicembre di ogni anno. Gli ATC possono sospendere il prelievo selettivo sulla specie in zone delimitate ricadenti nelle aree non vocate incluse nel territorio a caccia programmata durante il periodo della caccia in braccata. Durante il periodo della caccia in braccata è consentito porre le poste in area non vocata sino a metri 100 oltre il limite dell’area vocata; nelle aree non vocate, la caccia in forma singola e con il metodo della girata è autorizzata dal 1 ottobre al 31 dicembre 2017.
Nelle aree non vocate, nelle more della realizzazione dei piani di prelievo relativi può essere prevista la caccia in braccata nei periodi individuati per Comprensorio.

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