Le piante che perdono le foglie sono dette decidue, termine di derivazione latina che significa ‘destinato a cadere’.
E’ al sopraggiungere della stagione autunnale che le piante lasciano cadere le proprie foglie al fine di difendersi dal freddo dell’inverno. Se le foglie rimanessero attaccate ai rami, infatti, per sopravvivere sottrarrebbero all’intera pianta quell’ energia e acqua che, d’inverno, è vitale alla stessa sopravvivenza dell’albero.
Che questo accada d’autunno tutti noi lo sappiamo, ma quando ciò avviene a nemmeno metà di agosto? Già, perché in Garfagnana e Media Valle e lo si vede in particolare nei boschi collinari e montani, il paesaggio ha già assunto colorazioni simili, anche se non uguali, ai periodi autunnali: striature di giallo e di arancio si intravedono bene in mezzo al verde ed a terra, anche lungo la strada, si vedono già molte foglie secche, perlopiù di acacie e betulle. Sembra che l’autunno sia insomma arrivato in anticipo, in realtà così non è anche se il meccanismo di perdere le foglie ad agosto è comunque uno strumento di difesa. Non dal freddo, bensì dal caldo…
Ce lo spiega Ivo Poli, sicuramente uno dei massimi esperti in fatto di piante della Valle del Serchio:
“Nei giorni scorsi si sono raggiunte temperature atipiche per il nostro territorio. Una volta l’estate si raggiungeva massimo i 32 gradi; oggi si arriva, come nei giorni scorsi con l’eccezionale ondata di caldo, anche sopra i 40.
E’ soprattutto, più che il caldo, la forza dei raggi del sole a far reagire le piante, che “buttano” via le foglie, le fanno seccare in modo da non dover alimentarle più di linfa e ridurre il fabbisogno di umidità che richiede proprio la foglia. Dove è il frassino, la robinia, il pioppo, magari su terreni sabbiosi, le piante perdono o riducono l’apporto alle foglie, ma anche in montagna accade.
Nel giro di una settimana è successo tutto questo, da tutto verde in cui le piante ancora respiravano e riuscivano a “bere” durante la notte grazie alla grande umidità del sottobosco da noi favorita proprio da boschi non più corati e per questo molto fitti, a colori più autunnali: il gran calore dei giorni scorsi ha “fermato” le piante e la reazione di difesa è stata di sacrificare la foglia.
E’ una delle conseguenze anche questa di un cambiamento climatico sempre più evidente. Fino a venti anni fa il mese di agosto era più piovoso di quello di gennaio. Adesso è il contrario con i mesi invernali magari con più pioggia e mesi estivi siccitosi come sta succedendo adesso. Di fronte alla siccità, di fronte a così tanto calore, la natura reagisce e si difende.
Pensando ai nostri monti, da questa situazione potrebbero sorgere problemi anche per i nostri castagni?
Quest’anno la fioritura è stata davvero immensa, siamo ai livelli di venti anni fa. Il problema ora è tutto nel clima. Se “il tempo non l’accompagna” come si dice da queste parti, se mancano le piogge qualche problema ci può essere. A causa del grande calore di inizio agosto si rischia che i ricci si disidratino. Con la conseguenza di avere un raccolto scarso Speriamo che l’acqua di questi giorni, anche se poca, sia riuscita in qualche modo ad arginare il problema e speriamo che torni nuovamente a piovere a settembre. Questo potrebbe altresì favorire una stagione ottimale”.
Incrociamo le dita quindi…
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