Si tiene sabato 1 luglio alle 17 alla Fondazione Ricci di Barga (via Roma, 20 – Barga), a ingresso libero, la conferenza “30 acqueforti d’autore – la riscoperta dell’arte incisoria di Umberto Vittorini” (Barga, 1890-Milano, 1979).
I soggetti di queste 15 opere, in parte sconosciuti, riguardano alcune frazioni della lucchesia (Cerasomma, Meati, Montuolo), della Valle del Serchio (in particolare i mulini), di Pisa (il duomo, paesaggi in campagna, strade del centro), la marina del Cinquale dove andava in vacanza. Ma sono anche testimonianza dei profughi della Seconda Guerra Mondiale. Tutti ampliano la conoscenza dell’attività incisoria di Vittorini.
Nella conferenza, Pier Giuliano Cecchi dell’Istituto Storico Lucchese sezione di Barga, parlerà della vita dell’artista e del suo rapporto con la città natale; seguirà l’intervento del collezionista ed esperto dell’opera di Vittorini, Cristian Tognarelli, che racconterà la ricerca che ha portato alla bella scoperta, corredandola, per la prima volta in assoluto, da immagini di tutte le 30 opere relative alla produzione calcografica di Vittorini.
“La vasta risonanza mediatica della mostra dell’anno scorso – spiega Cristiana Ricci, presidente della Fondazione Ricci Onlus -, in cui era esposta una prima serie di acqueforti già nota, è stata determinate per la riscoperta del Vittorini acquafortista: ha infatti gettato le basi per quella ricerca che molti studiosi dell’arte avevano invocato, come Enzo Carli, ma che non era stato possibile attuare per l’indisponibilità di disporre del materiale di studio”.
“Si tratta di un evento storico-scientifico di spessore – spiega Cristiana Ricci, presidente della Fondazione Ricci Onlus – in quanto, per la difficile reperibilità, nessuno era mai riuscito a catalogare un così alto numero di acqueforti, molte delle quali inedite, alcune pezzi unici, che testimoniano la bravura incisoria del Vittorini, non marginale e secondaria al suo lavoro di pittore. Un lavoro complesso poiché, nella sua vasta produzione, le acqueforti caratterizzano una sola fase artistica (1912-1935), e perché Vittorini aveva dato alle stampe solo pochissimi esemplari di prova. Inoltre, molta della sua produzione incisoria andò perduta nell’incendio del suo studio a Milano, sotto i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale: la perdita delle matrici e i l’esperienza della guerra determinarono nell’artista una repulsione a parlare di questo argomento. A questi motivi si sommano inesattezze sui cataloghi, immagini pubblicate in negativo, date errate, più titoli attribuiti alla solita opera. A circa un anno di distanza dalla mostra, abbiamo oggi scoperto un numero di opere molto al di sopra delle aspettative, molte delle quali inedite, alcune pezzi unici, che nessuno era mai riuscito a catalogare. Che volentieri restituiamo alla conoscenza della città. La presentazione di questa ricerca, realizzata da Cristian Tognarelli, dall’altissimo valore storico-scientifico, si propone come omaggio al nostro illustre concittadino Umberto Vittorini, con l’auspicio che questa renda possibili ulteriori nuove importanti scoperte”.
Per l’occasione, sarà esposta anche una selezione di circa 30 opere originali altamente rappresentative dell’opera del maestro Umberto Vittorini.
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