La “piccola ginestra” nell’inferno della prima guerra mondiale

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Come tutti gli anni, a margine del Premio Giornalistico “Arrigo Benedetti”, pubblichiamo i testi vincitori della sezione riservata alle scuole superiori della Toscana.
Quest’anno il premio è andato a di Martina Ruberti dell’ISI Pertini di Lucca e Wesley Giannelli del Liceo Scienze Umane Pascoli dell’ISI di Barga.
Ecco il lavoro di Wesley Giannelli: La “piccola ginestra” nell’inferno della prima guerra mondiale

Guerre del passato lontano, guerre del passato vicino, venti di guerra oggi quasi a dire che la storia non è magistra vitae ma alunna distratta dimentica degli errori del passato.

La guerra dal doppio volto: definita ora come uno dei mali più grandi del mondo, portatrice di distruzione, paura e morte , ora come naturale e necessaria nella vita dell’uomo, “ sola igiene del mondo” dai Futuristi, madre di tutte le cose da Eraclito, aspetto determinante e imprescindibile secondo Schopenhauer, comun denominatore di tutte le epoche trascorse.

Diverse accezioni per un’unica parola ma su una cosa non possiamo non essere d’accordo: la Grande guerra, la prima guerra mondiale segnò una svolta e una linea di demarcazione con il passato.

Intanto per i paesi coinvolti distribuiti in aree extraeuropee poi per il trionfo della moderna tecnologia e l’utilizzo di nuove strumentazioni, l’impiego di armi sempre più micidiali che disseminarono morte ovunque.

Anche la morte nella prima guerra diventò morte di massa, morte anonima , prodotta in serie dai meccanismi automatici e standardizzati. Anzi quella morte diventò la prima esperienza generalizzata della società di massa. Eppure nelle trincee della morte, Ungaretti si sentiva “attaccato alla vita più che mai e scriveva lettere piene di amore.

Anche la natura scende “in guerra”e perde il suo splendore assumendo caratteristiche riluttanti: le rigogliose colline, ricche di pini e profumate d’erba, diventano un luogo spoglio su cui si va a morire. Le montagne diventano luoghi strategici dove cogliere il nemico impreparato e le pianure luoghi perfetti dove scavare trincee dove aspettare il nemico e forse la morte: o la tua o quella del tuo nemico.

Eppure nella disperazione della guerra , nella presenza ossessiva della morte un barlume di speranza si apre quando meno te lo aspetti. E’ l’insolita partita di calcio svoltasi la sera della vigilia di Natale tra le truppe inglesi e quelle tedesche a Ypres , luogo in cui la “terra di nessuno” si trasformò in un campo da calcio dove i giocatori erano avversari solo per segnare un goal nella porta del “nemico”.I palloni furono messi insieme con stracci pieni di sabbia legati con lo spago mentre le porte furono delimitate da pile di cappotti.

Quel campo, inaspettatamente si trasformò in un barlume di speranza e, in un mondo tanto crudele, diventò per tutti i giocatori una “piccola ginestra”.

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