I castagni della Valle del Serchio ed il cinipide. Già da un paio di anni si afferma che la lotta contro il terribile cinipide galligeno, in grado di annientare praticamente la produzione dei castagni di tutta Italia, sia stata vinta e nel 2016 infatti la raccolta della castagna è tornata a livelli più che accettabili. Eppure, la ricomparsa della classica bacca rossa che si fonde alla foglia, nelle parti basse dei castagni o nelle nuove pianticelle, sta creando ancora un po’ di preoccupazione tra gli abitanti della montagna e tra i produttori in particolare.
Quello che sta avvenendo rientra però nella normalità secondo il presidente dell’Associazione Nazionale del Castagno Ivo Poli, che rassicura i produttori, almeno sul discorso cinipide. Perché purtroppo ci sono altri pericoli che riguardano il castagno della Valle del Serchio e sono legati in particolare all’andamento delle stagioni.:
“L’allarme che si riscontra è legato al fatto che si ritiene erroneamente che il Cinipide dovrebbe sparire – dichiara Poli – ma questo non succederà mai, l’insetto è arrivato e insieme al suo antagonista Torymus, lanciato negli anni scorsi in maniera intensiva proprio per combattere il Cinipide, regneranno per sempre nei nostri castagneti, creando però un equilibrio che non danneggerà più la produzione di castagne.
Il pericolo invece è legato ad un fungo, anche questo arrivato pochi anni orsono: lo Gnomoniopsis pascoe ovvero il cosiddetto marciume delle castagne. Questo fungo, specialmente in annate piovose nel periodo di raccolta castagne, è in grado di far marcire le castagne nel giro di due giorni. Un altro problema è il mutamento climatico che ha rivoluzionato gli andamenti delle stagioni: in mancanza di piogge nei mesi di agosto e settembre, la siccità mette a rischio la crescita dei ricci con conseguente caduta degli stessi.
Sono problemi comunque legati all’andamento delle stagioni, alla presenza o meno della pioggia in determinati periodi.
La questione Cinipide è invece da ritenersi chiusa ed archiviata.
Il Cinipide galligeno, (Dryocosmus kuriphilus) è arrivato in Italia, in Piemonte dal Giappone, nel 2002; in Valle del Serchio nel 2008, con punte di oltre il 90 % di mancato prodotto nel giro di pochi anni. Nel 2011 furono effettuati in alta Garfagnana i primi due lanci di Torymus sinesi, ovvero l’antagonista in grado di combattere il Cinipide; nel 2012 tre lanci, nel 2013 oltre trenta lanci in tutta la valle del Serchio. Nel 2014 e 2015 nella nostra valle furono effettuati oltre 250 lanci per anno. Dall’inizio 2016 a oggi i lanci dell’antagonista sono stati interrotti in tutta Italia.
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