Fantasma d’Oriente (settima puntata)

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19. INCONTRO CLANDESTINO (flash back) – BAGNO TURCO FEMMINILE

Pierre ricorda il loro primo incontro clandestino.

Nel retro di un vecchio palazzo, una donna velata tiene per il braccio Azyadè, mentre il giovane Pierre, in divisa marinaresca, si avvicina alla ragazza. Le prende le mani e le stringe a sé. I due si avviano in un vicolo e scompaiono.

La donna velata entra nell’hammam, in cui rigoli d’acqua scorrono tra i vapori, illuminati dalla luce fioca che penetra dalla cupola in vetro colorato decorata con motivi geometrici.

20. FOLLA MULTIETNICA SUL PONTE DI GALATA

Tornato alla realtà, Pierre fa pochi passi in direzione di un landau luccicante, alzando la mano verso un giovane cocchiere turco dai lunghi baffi scuri.

PIERRE

(con tono deciso)

Al Pera Palace Hotel!

Durante il tragitto, Pierre scosta le tende del finestrino. Di fronte al ponte di Galata il suo sguardo si perde sulla folla multietnica in movimento. Spicca un gruppo di cinque Circassi, dalla faccia terribile e barbuta, con grossi colbacchi di pelo e il caffettano nero, un pugnale alla cintura e la cartucciera d’argento sul petto. Vanno a passo lento. Poi altre figure vestite di un saio grossolano con un berretto incoronato di pelliccia; altre con un caschetto di cuoio verniciato e la tunica stretta alla vita da un cerchio metallico; un paio di uomini baffuti coperti da capo a piedi, di ricami, di nappe e di bottoncini luccicanti. La folla, di tanto in tanto, scema un poco; ma subito s’avanzano altre frotte serrate. Tra queste, ondate di papaline rosse e di turbanti bianchi, in mezzo ai quali spuntano cappelli cilindrici neri e lucidi, ombrelli e pettinature alte decorate con perline di signore europee, turbanti alla giannizzera e veli neri di preti armeni. Avanza un imam con la tunica bianca e alcuni frati domenicani intenti a parlare con un gruppo di gesuiti vestiti di una tunica nera lunga sino ai piedi. Tre dervisci passano il ponte riparandosi dal sole con un ombrellino. Alcuni contadini portano sulle spalle ceste colme di verdura, appoggiate su un sacco di iuta che le distanzia dalla schiena, camminano chini.

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