“Un passaggio ormai irreversibile quello di mettere insieme più comuni ma per far questo occorre indubbiamente avviare un ragionamento condiviso, comune a tutte le realtà comunali della Valle. Credo anche io che bisogna ragionare in un’ottica di Valle e non guardando ai singoli territori. Fondere due piccoli comuni per crearne uno altrettanto piccolo, non risolve certo il problema della loro sopravvivenza”.
Così il sindaco di Barga, Marco Bonini che si dice favorevole a cominciare, trovandosi peraltro d’accordo con il suo predecessore Umberto Sereni, a ragionare nell’ottica di rivoluzionare il panorama comunale della Valle del Serchio creando al massimo cinque macro comuni. Bonini ne è convinto: per far questo bisogna che sia creato un tavolo di lavoro e di confronto unitario. Ed il primo cittadini si rende disponibile anche a portare avanti questo processo.
“Credo che la questione vada valutata nella giusta ottica. Vorrei quindi che si fermassero, pur rispettando le iniziative di ognuno, le fughe in avanti che possono esserci da alcune realtà, per avviare tutti insieme un ragionamento complessivo. Ci rendiamo se serve anche disponibili a farci promotori dell’iniziativa.
Il futuro – dichiara – non sono certo le fusioni di piccole realtà, ma la creazione di realtà di più ampio respiro che abbiamo anche una capacità di confronto e di raffronto con gli enti sovracomunali diversa.
Dunque bisogna aprire un tavolo istituzionale e politico per vedere di creare aree omogenee che possano fondersi con l’obiettivo di arrivare a realizzare cinque macro comuni mettendo insieme i venti che ora compongono la Valle del Serchio.
Con quali altri comuni vedrei la fusione di Barga? Per la Media Valle vedrei due macro comuni: uno della Bassa Valle con Bagni di Lucca e Borgo a Mozzano ad esempio e l’altro di Media Valle con Barga insieme a realtà sicuramente con tanti elementi di unione come Coreglia, Gallicano, Fabbriche di Vergemoli, Molazzana. Penso ad esempio all’area industriale che sviluppano Gallicano, Barga e Coreglia insieme.
Per la Garfagnana vedrei ideale la formazione di massimo tre altri macro comuni, dividendo tra bassa ed alta Garfagnana, ma sempre valutando le analogie, le visioni e gli sviluppi omogenei. Tutte cose da decidere insieme, da valutare con attenzione comunque.
Sicuramente non un progetto da portare avanti per i soli benefici economici non indifferenti che ci sarebbero per i primi anni, ma per creare comuni forti, che rappresentino omogeneamente le proprie realtà e che possano avere forza nei confronti di Governo e Regione. Un comune di ventimila abitanti ha sicuramente un altro peso rispetto a piccole realtà…
Il primo passaggio, lo ripeto, è dunque quello di ritrovarsi tutti insieme; il secondo il volere dei cittadini e non perché lo impone la legge, ma perché determinante deve essere il loro ruolo in tutta questa operazione. A loro però va presentato un progetto di valle omogeneo e condiviso da tutti i comuni.”
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