A proposito delle vaccinazioni pediatriche, l’intervento dell’Azienda sanitaria

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Sulla questione delle vaccinazioni obbligatorie per i bambini, interviene il direttore dell’area Igiene e sanità pubblica dell’Azienda USL Toscana nord ovest Alberto Tomasi.

“Il decreto sull’obbligo vaccinale da parte del Ministro della Salute – evidenzia Tomasi – è legato al calo delle coperture vaccinali e della conseguente ripresa di malattie prevenibili con vaccinazione, come il morbillo, che ha interessato molte Regioni italiane compresa la nostra, con un preoccupante aumento dei casi.
L’obbligo della vaccinazione è confermato per tutti i vaccini superando la vecchia distinzione tra vaccini obbligatori e facoltativi.
Adesso, quindi, tutti i vaccini raccomandati diventano indispensabili per accedere ad asili nodo e scuole materne.
L’ottica di questo decreto è quella di salvaguardare tutti i bambini, anche quelli che per gravi motivi sanitari non possono essere vaccinati e che verrebbero esposti al rischio di contrarre le malattie infettive prevenibili con la vaccinazione”.

Le coperture vaccinali sul territorio dell’Azienda USL Toscana nord ovest, come nelle altre aziende sanitarie toscane, sono quindi in diminuzione.

“Per fare un esempio – conferma Tomasi – per il vaccino esavalente (antidifterite-tetano-pertosse-poliomielite-epatite B- emofilo) che va iniziato a partire dal terzo mese e completato con la terza dose all’anno di età, le coperture sono di poco inferiori al 95% ciò significa che su cento bambini 5 non sono vaccinati. Ogni anno si viene ad accumulare un numero di bambini non vaccinati e quindi suscettibili alle malattie, che nella nostra Azienda, che conta circa 11.000 nuovi nati ogni anno, è di circa 550.
Per quanto riguarda il morbillo-rosolia-parotite (vaccino trivalente) la situazione è ancora più preoccupante, con una percentuale di non vaccinati che arriva al 15% vale a dire 1650 bambini all’anno.
Questi dati spiegano il motivo per cui quest’anno anche nella nostra Azienda la diffusione del morbillo è stata importante.

L’aumento dei casi è quindi dovuto al fatto che negli anni si sono accumulati molti soggetti non vaccinati (per lo meno 1650 all’anno) tra i quali la malattia si è diffusa colpendo non solo i bambini ma anche molti giovani adulti non vaccinati.”

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