Una mozione bipartisan con l’appoggio anche della consigliera regionale barghigiana Ilaria Giovannetti (in accordo con gruppo M5S) per fare chiarezza su questa spesa medica; perché venga effettivamente scalata sulle tasse da versare, come previsto dalla normativa vigente, e per chiedere anche di valutare le condizioni per una sua revoca.
Un comportamento difforme tra i patronati e in generale tra chi si occupa di predisporre le dichiarazioni dei redditi per quanto riguarda il ticket sulla digitalizzazione delle procedure di diagnostica. Un contributo che è stato introdotto nel 2011 dall’allora ministro Tremonti, per chi ricorre all’utilizzo della diagnostica per immagini, come ad esempio radiografie, TAC, risonanze magnetiche e ecografie, previsto fino a un massimo di 30 euro all’anno e che da alcuni viene considerato spesa medica, e quindi detraibile, da altri spesa di tipo amministrativo, e non scalabile quindi dalle tasse da versare. Una criticità al centro di una mozione bipartisan, approvata nella seduta odierna del Consiglio regionale, promossa sia dal gruppo M5S che dal gruppo Pd, grazie a un’ iniziativa della consigliera Ilaria Giovannetti, componente commissione sanità, che ha proposto ai colleghi dell’opposizione un testo sostitutivo sulla questione, chiedendo un impegno alla Giunta sia per migliorare l’informazione su questa spesa sia per valutare se è possibile una sua eliminazione. “Il ticket per la digitalizzazione deve essere detratto come qualsiasi altra spesa medica, essendo chiaramente legato a prestazioni sanitarie; sono stati riscontrati casi in cui non è avvenuto e è bene evitare che si faccia confusione su questo, per non penalizzare i cittadini. – spiega Giovannetti –Riteniamo quindi importante che la Regione si impegni per fare chiarezza, di modo che non ci sia chi cada nell’errore di non renderlo detraibile. Ho voluto rivedere il testo della mozione perché siamo di fronte a un argomento importante e delicato; era erroneo nella versione precedente chiedere un impegno per la detrazione della spesa, la detrazione esiste già, l’azione della Regione deve mirare piuttosto a fare chiarezza perché tutti i patronati adottino una linea univoca. Si tratta di un contributo che, ci tengo a ricordare, è stato introdotto per far fronte alla manovra correttiva dell’agosto 2011 che imponeva, a livello nazionale, un aumento del ticket; in Conferenza Stato Regioni, la Toscana fu l’unica regione a opporsi al fatto che tali risorse dovessero gravare sull’utenza, raggiungendo il compromesso di introdurre questa formula di pagamento che peraltro non può superare la reiterazione oltre 3 volte l’anno ad utente. La Toscana è sempre stata all’avanguardia nel promuovere un sistema sanitario universale e accessibile a tutti; una delle dimostrazioni è il fatto di aver garantito anche per tutto il 2017 l’esenzione dal ticket per i lavoratori disoccupati, in cassa integrazione e in mobilità residenti in Toscana e loro familiari a carico. Questo perché sappiamo bene che in una situazione economica come quella che stiamo attraversando è assolutamente necessario venire incontro a chi ha difficoltà, non lasciare nessuno indietro, soprattutto quando si parla di accesso alle prestazioni sanitarie e diritto alla cura. È per questa ragione che nella mozione, sulla scia di un impegno mai venuto meno dalla Regione, ho sollecitato un ulteriore impegno, valutare se ci sono gli spazi per eliminare in toto il pagamento di questo contributo, nell’ottica, appunto, di gravare sempre meno sulle spalle dei cittadini e rendere la nostra sanità ancora più accessibile”.
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