Storie della vita

-

Famiglie di Sommocolonia. Che vivono nello stesso paese, si perdono, si ritrovano….
Giuliana Nardini, classe 1957.

Il padre, Nardino Nardini, era stato ferito in guerra, il 26 dicembre del ’44, sempre a Sommocolonia, da un alpino tedesco che, sparando una raffica in una porta chiusa, aveva colpito il Nardino ripetutamente ad una gamba ferendolo gravemente; la stessa raffica aveva purtroppo colpito un altro dei Nardini, il fratellino più piccolo della famiglia, in braccio alla mamma. Ucciso.

Mio zio Adelmo Biondi, che morirà due anni dopo sempre per cause di guerra, trasportò il piccolo Nardino con la gamba bendata alla meglio, all’Ospedale di Barga, dove, grazie alla penicillina arrivata con gli Alleati, gli fu salvata la vita. La gamba rimase menomata, ma questo non impedì al Nardino di sposarsi e avere Giuliana e Andrea.
La vita d’estate a Sommocolonia, l’amicizia di un ragazzino che veniva in vacanza un mese su… Gli amici, i cugini di Giuliana, il Gilberto, il Massimo, il Giuliano … Famiglie.
Poi il tempo che passa e Giuliana si sposta con il suo amore, Giuseppe, a Lucca. Ci si rincontra di nuovo, la città è piccola.
Prima un attività commerciale, e poi la decisione di aprire una pizzeria, a pochi passi alla via principale della città : l’Antico Sigillo, in via degli Asili.

La vita di un giovane Tenente dei Paracadutisti in servizio a Lucca è fatta anche di una mensa scarsina alla sera…la fame di contro è tanta; e allora si va in pizzeria, da Giuliana, e si va con i colleghi; la pizzeria diventa una mensa nostra, di amici, accogliente, sicura gentile. Beppe lavora alle Poste e la sera sfrullina tra i tavoli.

La vita scorre, ci si incontra ci si trova, poi si diradano le occasioni. La famiglia.., si esce meno… ma ci si incontra nel quartiere, lo stesso; poi al bar, dal barbiere, al piccolo market del Carmine, per la strada.
Una sua dipendente ha una bambina; ..“ ce l’hai un po’ di arredi per la camerino della piccola”?… E via il box, il girello e quello che serve, tanto ormai in casa ingombra solamente. La vita prosegue… ci si incontra, una colazione insieme, un caffè, una volta offro io, una volta paga Beppe… saluti, come stai?, la confidenza, l’amicizia.
Una sera, pochi giorni fa, l’ultimo sigaro dopo cena, due passi per la città, fino alla vetrata del Sigillo; Beppe sistemava i tavoli, Giuliana era in cucina… un saluto con la mano, da fuori; un sorriso spento, stanco… dentro poca gente…vabbè è lunedì…

Poi lo schiaffo della vita, forte, brutale, cattivo.
Una telefonata… ma lo sai che… è successo… incredibile, che dolore… La sera, avanti casa sua, in Via Mordini, i Carabinieri, la Croce Verde; volti tristi dei vicini, visi bassi.
Gli amici, la bara che esce di casa.
Ci appoggio la mano un attimo, un ultimo saluto.
Come è andata, alla fine, non ci importa.
Che ve ne siate andati, invece, si. Ci dispiace, e tanto.

Ciao Giuliana. Ciao Beppe.

Vittorio

(Foto Noi TV)

Tag:

Lascia per primo un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.