Lo spettacolo andato in scena ieri sera al Differenti “Il più bel secolo della mia vita”, alla fine non solo ha coinvolto il pubblico, ma ha sicuramente dimostrato che se questa pièce teatrale è stata campione di incassi nello scorso anno un motivo valido c’è. Ma ha anche confermato la crescita costante della qualità della proposta della stagione di prosa barghigiana, ancora una volta protagonista di un gran bel momento di teatro, interpretato al meglio da due volti noti ed apprezzati di cinema, teatro e tv.
Il pubblico, numeroso come in tutti gli spettacoli del calendario di prosa barghigiano, ha seguito momento per momento, dialogo per dialogo, sorriso dopo sorriso, il confronto serrato, costante, coinvolgente tra Francesco Montanari e Giorgio Colangeli, due figli di NN alla scoperta, l’uno nel pieno della vita, l’altro centenario, del momento fatidico quanto utopico di una assurda legge italiana ancora in vigore che vieta ai figli non riconosciuti di conoscere il nome dei genitori prima dei 100 anni.
L’incontro tra i due protagonisti; il confronto tra due caratteri e due personalità così diverse eppure così uguali; accomunate da quella solitudine che solo chi non ha mai avuto e mai avrà il ricordo del nome e del volto di una madre può provare, ti tiene costantemente nella storia, grazie anche a due prove di alto livello e ad un testo che fa sorridere, anche ridere, ma che come spesso avviene nella magia e nella realtà del bel teatro, ti fa riflettere con amarezza sulle nostre storie e sulla complessità ed anche sulle sofferenze dell’essere umano.
Il tutto ben supportato anche dalla prova di Maria Gorini, che fa il tris con le interpretazioni davvero di alto livello di Montanari e Colangeli; in uno spettacolo scritti e diretto da Alessandro Bardani e Luigi di Capua.
La storia prende spunto da una legge, tutt’ora in vigore, Sul palco due volti noti di cinema, tv e teatro. “Il più bel secolo della mia vita” racconta infatti con toni amari ed ironici la storia di due “N. N.”, Giovanni e Gustavo. Giovanni, un 30enne smanioso di conoscere l’identità della madre ignota vive la sua esistenza con estrema tranquillità, evitando qualsiasi rischio ed emozione più forte. Gustavo ama McDonald’s, pubblica foto su Instangram, chatta con il suo Iphone. Attraverso il loro incontro siamo portati a riflettere sulla legge ancora vigente nel nostro Paese – e unica in Europa – che vieta ai figli non riconosciuti alla nascita, detti in gergo “N. N.”, appunto, di venire a conoscenza dell’identità dei genitori naturali se non dopo aver compiuto 100 anni. Giovanni e Gustavo appartengono infatti a generazioni distanti: hanno 34 e 99 anni rispettivamente, eppure entrambi stanno affrontando un dissacrante viaggio alla ricerca delle proprie origini. Gustavo/Giorgio Colangeli, a breve, avrà finalmente diritto a sapere. Con lui Giovanni /Francesco Montanari si addentrerà in un dialogo che li vedrà uniti e distanti, allo stesso tempo, in uno scontro generazionale che li dipinge paradossalmente al contrario: audace e con lo spirito di un ragazzino il primo; pacato e introverso il secondo. Accanto a quest’ultimo c’è una compagna precisa e metodica, che sul palco è Maria Gorini.
Giorgio Colangeli, attore poliedrico si divide tra teatro, cinema e tv ha preso parte alla miniserie tv “Non è mai troppo tardi” e alle fiction Rai “Braccialetti rossi” e “Tutto può succedere”.
Francesco Montanari, diventa famoso per il ruolo del “Libanese” nella serie tv “Romanzo criminale”, ispirata alla vera storia della banda della Magliana. Anche lui si divide tra cinema, teatro e tv.
A Barga lo abbiamo già incontrato nel 2013 quando portò in scena “Parole incatenate” con Claudia Pandolfi.
Tag: il più bel secolo della mia vita, francesco montanari, giorgio colangeli
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