Sulla via dei Magi (23 Dicembre 2016 – 6 gennaio 2017) – Wadi Rum – 2 gennaio 2017

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Percorrendo le tappe di Lawrence d’Arabia, decidiamo di fermarci a Wadi Rum, che in arabo significa Valle della Luna, zona caratterizzata da un canyon circondato da montagne sabbiose che spaziano dal giallo al bianco, dal rosso al marrone. E qui vale la pena riportare la sua citazione: “vasto, echeggiante e simile ad una divinità” (Thomas Edward Lawrence, I Sette Pilastri della Saggezza, Libro VI, cap. LXXV). Per chi conoscesse il film, si ricorderà dell’accampamento del predone del deserto Auda, con cui Lawrence si alleò per conquistare Aqaba. Personaggio a proposito del quale occorre riportare un’altrettanta famosa citazione: “Io sono Ben Auda Abu Tai e sono il capo della tribù dei beduini Aweitat. Ho ucciso settanta nemici in battaglia ed ho undici larghe ferite sul petto. E sono un re povero, e sai perchè, Inglese ? perchè io sono un fiume per il mio popolo !”

Il Wadi è infatti una nota location cinematografica, che ha accolto da Lawrence d’Arabia al Sopravvissuto The Martian, uscito nel 2015, offrendo panorami marziani nel viaggio del protagonista da Acidalia Planitia al cratere Schiaparelli.

E cosa mangiavano gli attori durante le riprese? Certamente lo stesso cibo che mangiava Ben Auda Abu Tai nella sua tenda: il MANSAF, un piatto beduino a base di agnello. Piatto conviviale per eccellenza. Di solito i beduini lo mangiano in piedi usando solo la mano destra, ma nelle occasioni importanti si accovacciano sui loro tappeti mettendo il piatto al centro ed offrendolo ai loro ospiti, seduti tutti intorno. E così facciamo noi, accolti da un botanico di origine beduina che fa il ricercatore in questi luoghi ricchi di tesori naturali.

Mansaf

Ingredienti per quattro persone

1 gk di agnello a pezzi

1 manciata di pinoli

qualche chiodo di garofano

Un cucchiaino di polvere di cannella

mezza noce moscata

se ce l’avete, una grattata di cardamomo (che i beduini aggiungono al caffè)

se ce l’avete, un cucchiaio di coridandolo (io l’ho coltivato sulla montagna barghigiana, davvero stupefacente)

se ce l’avete, una manciata di petali di rosa (eh sì, i predoni non si facevano mancare proprio niente)

olio di oliva o di sesamo

yogurt o riso bollito

Procedimento

Si tratta di una cottura alla piastra. Quindi potete usare anche una pentola antiaderente o una in ghisa o una in pietra ollare.

I pezzi di agnello devono essere molto morbidi, quindi scegliete parti tenere, che si cuocciono in poco tempo, come se doveste friggerli. Le costolette andranno benissimo.

Mettete tutte le spezie insieme ed amalgamatele con l’olio. Quindi massaggiate ciascun pezzo di agnello facendo penetrare la marinata il più possibile. Il coriandolo intero andrà distribuito per bene, se in polvere si confonderà con gli altri ingredienti. Salate quanto basta. Lasciate così i pezzi conditi per qualche minuto.

Quindi mettete i pezzi di agnello sulla piastra e fateli cuocere due o tre minuti per parte. Poco di più se vedete che non sono ancora dorati. Quando saranno cotti, togliete i resti delle spezie (es. chiodi di garofano o chicchi di coriandolo) ed adagiateli su un piatto di portata.

Serviteli con yogurt bianco al cucchiaio, versato in un piatto largo, oppure con riso bollito condito con olio. Cospargete il contorno di foglie di rosa.

Riguardo al vino, suggerisco il rosso For Duke di Fuso Carmignani. E il Fuso è davvero un personaggio da cinema.

Fine undicesima tappa

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