In occasione delle iniziative e delle celebrazioni in programma per la Giornata della Memoria, in ricordo delle vittime dlel’Olocausto, pubblichiamo il diario che sta scrivendo del consigliere provinciale Nicola Boggi di Filecchio, partito per la Polonia con il “Treno della memoria”.
Secondo giorno
Iniziamo la nostra giornata molto presto per recarci ad Auschwitz I.
Ci accoglie la scritta tragicamente beffarda posta sul cancello d’ingresso “Arbeit macht frei” – dal tedesco: ‘Il lavoro rende liberi’ – Era il motto posto all’ingresso di numerosi campi di concentramento nazisti durante la seconda guerra mondiale.
La scritta assunse nel tempo un forte significato simbolico, raffigurando le menzogne che tentavano di nascondere la vera storia campi di concentramento, nei quali i lavori forzati, la condizione disumana di privazione dei prigionieri e sovente il destino finale di morte, contrastavano con il significato opposto del motto stesso.
Viviamo un momento di generale angoscia nel visitare le stanze, i luoghi che rappresentano quanto di più crudele e feroce l’uomo è stato capace di provocare in quello che comunemente gli storici identificano quale il secolo breve.
Concludiamo la nostra visita al museo storico di Auschwitz I con la doverosa deposizione di una corona al Muro della Morte: il luogo deputato alle esecuzioni dei prigionieri. Ai momenti dell’ascolto e dell’osservazione passiamo nel pomeriggio all’interazione fra gli studenti chiamati ad interrogare con loro domande i testimoni di questi tragici anni. Segue un emozionante spettacolo di musica e teatro del bravissimo Enrico Fink che chiude questo secondo giorno di ulteriore profondo stravolgimento emotivo.
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