Passando dalla nave del mare alla nave del deserto, arriviamo con i nostri cammelli sino alle Piramidi di Giza. Le piramidi per eccellenza!
Tanta bellezza e tanta imponenza ci emoziona.
E qui la sapienza dei magi si srotola come un papiro al vento. Mi parlano della storia delle piramidi, delle dinastie che si sono succedute, di come il mistero che le avvolge non sia ancora stato risolto.
La più grande, come tutti saprete, fu la prima eretta sull’altipiano di Giza e prende il nome dal suo faraone, Cheope. La cosa stupefacente è che lati della base, che è quasi esattamente un quadrato, misurano metri 230,4; 230,52; 230,6; 230,54. L’altezza originaria era 146,7 m. I lati sono orientati secondo i punti cardinali con una precisione che ha sempre stupito: l’errore è circa 3′. Le due piramidi successive non hanno la stessa precisione e prendono il nome dai due faraoni che ne ordinarono la costruzione, Chefren e Micerino o Menkaura.
Secondo i magi, le piramidi di Giza rispecchierebbero lo schema della cintura stellare di Orione.
Ci accoglie un vecchio parente di Baldassarre, profumiere da generazioni. Nel suo negozio invaso da tappeti e da profumi, ci sediamo a bere il the. Il profumo che più mi attira è quello del fiore di loto. Ci raccomanda di usarlo solo quando la cintura di Orione è ben visibile in cielo.
Dal negozio passiamo al porticato, da cui si vede la piramide di Cheope. Ci sediamo ad un tavolo apparecchiato con scodellame color blu indaco e ci apprestiamo a spalmare sui nostri nan (pani arabi) un appetitoso BABAGANOUSH.
Babaganoush
Ingredienti per quattro persone
800 gr di melanzane tonde
100 gr di ceci bolliti (messi a mollo la sera prima)
Foglioline di menta o di prezzemolo
Il succo di mezzo limone
1 cucchiaio di olio d’oliva
1 cucchiaio di paprika
4 pani arabi o crostini di pane
Pomodorini dolci
Procedimento
Mettete nel forno le melanzane, intere o tagliate in due con il taglio all’insù. Se sono intere dovranno cuocere circa il doppio. Quindi diciamo un’ora e mezza se intere e un’ora se tagliate a metà. Lo scopo è farle ammorbidire con il calore, 160 gradi andranno benissimo. Ogni tanto aprite il forno e cercate di capire se la polpa è morbida, pronta per essere grattata via dalla buccia.
Estraete la polpa con un cucchiaio e mescolatela con tutti gli altri ingredienti, tranne le foglie di menta o di prezzemolo. Salate quanto basta.
Mettete tutto nel frullatore e frullate per amalgamare bene.
Servite la salsa in un piattino decorandola con le foglioline di menta o di prezzemolo. Spalmatela sul pane arabo o su crostini che avrete preparato. Ottimo accompagnato con pomodorini dolci. Potreste non smettere…E’ una delle mie salse preferite ed è anche facile da fare.
Riguardo al vino, suggerisco il rosé della Fattoria Sardi di Lucca.
Fine ottava tappa
Tag: ricette, mediterraneo
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