Approdiamo vicino alla spiaggia di Matala, tra il sito archeologico di Festo, il secondo palazzo più grande della civiltà Minoica, e Capo Nysos il punto in cui, secondo l’Odissea, le navi di Menelao naufragarono.
I Magi sono curiosi di visitare i resti della civiltà classica, così ci concediamo una tappa culturale grazie all’amico di Gaspare, un noto archeologo ateniese. Ci spiega che il cortile principale del Palazzo minoico mantiene la sua originaria pavimentazione di pietre, mentre gli edifici disposti intorno agli ampi cortili, seguono la superficie irregolare della collina su tracce di terra battuta. Il palazzo apparteneva a Radamanto, fratello di Minosse, che governava a nord dell’Isola, a Cnosso, il palazzo del minotauro, che raggiungeremo domani.
In cima alla scalinata che porta alle stanze superiori, l’archeologo resta muto a contemplare i resti del teatro greco. Quindi ci informa dell’esistenza del famoso disco Festo (conservato nel Museo di Heraklion, il capoluogo di Creta): un disco di terracotta, delle dimensioni di 16 centimetri di diametro e 16 millimetri di spessore, che la datazione stratigrafica attribuisce al 1700 a.C. Esso contiene 241 simboli impressi quando l’argilla era ancora fresca, su tutte e due le facce. Ma il suo scopo e il suo significato restano tutt’oggi uno dei più famosi misteri dell’archeologia.
Veniamo ricevuti a casa sua, dove la moglie e le due figlie hanno imbandito per noi una tavola tipica, apparecchiata con i colori vivaci nelle tonalità del giallo e del blu. Ci propongono il POLLO ALLA CRETA con PATATE FRITTE CON LA BUCCIA
Ingredienti per quattro persone
1 Kg di pollo intero
1 kg di patate
1 ciuffo di erbe aromatiche
Pepe nero
Spicchi d’aglio
Mezzo limone
Origano
Procedimento.
Dovete utilizzare l’apposito recipiente di terracotta non vetrificata con coperchio. Adatto per le cotture in forno. Praticamente un forno nel forno. Adagiate il pollo intero con le zampe all’insù e farcitelo con il mezzo limone e un pizzico di sale. Spennellatelo d’olio all’esterno, mettendone in maggior misura sul petto, per evitare che si asciughi. Salatelo e grattate il pepe nero. Adornatelo con le erbe aromatiche (alloro, salvia, rosmarino) e gli spicchi d’aglio vestito (cioè non sbucciati). Affinché il pollo non si attacchi al recipiente, ungetelo di olio o di burro anche sotto, ed adagiatelo su fette di limone.
Cuocete a 200 gradi per un’ora e mezza. Naturalmente il tempo varia a seconda del pollo: se ruspante ci vorranno due ore, se industriale basterà un’oretta.
Nel frattempo lavate le patate e tagliatele a fette dalla parte dell’altezza, fette lunghe. Non sbucciate le patate, per cui compratele biologiche o da gente che sapete come le coltiva. Lasciatele nell’acqua una mezz’ora. Poi asciugatele per bene e friggetele.
Portate a tavola il contenitore direttamente dal forno, insieme al piatto con le patate disposte all’esterno, in modo che all’interno venga deposto il pollo con tutti gli onori. Ai Greci piace cospargere l’origano sulle patate, come ai Napoletani piace farlo sulla pizza.
Aprite il contenitore del pollo et voilà: estraetelo scansando le erbe aromatiche ormai diventate marroni. Se la pelle del petto non si sarà lacerata, avrete fatto un capolavoro. Un tempo i cuochi delle famiglie importanti venivano scelti in base alla cottura al forno del pollo. Se la pelle si lacerava anche in un solo punto non venivano assunti.
Riguardo al vino, suggerisco un vino rosso del podere Fabbriche di S.Martino di Lucca.
Fine quinta tappa
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