Ritemprati da una notte nel deserto, i Magi tornano ad apprezzare l’odore del sale.
Si parte per Malta, la Valletta è la nostra meta. Durante la navigazione i tre usano i loro strumenti scientifici per misurare le distanze dalla costa e segnare la rotta. Prima di sera raggiungiamo l’isola.
I Magi vengono accolti dal Gran Cancelliere del Sovrano Ordine di Malta, presso la Missione Diplomatica della Valletta. E non potrebbe essere diverso da così, tra gerarchie reali…
Il giorno di Natale è un grande evento e festeggiarlo nel cuore di una delle roccaforti della cristianità, è un vero onore per me, che sgattaiolo in cucina per assistere ai preparativi.
Dopo averci offerto bevande fresche e the, ci fanno accomodare ad una sontuosa tavola apparecchiata con porcellane e cristalli. In attesa del piatto principale, la TIMPANA, mi viene spiegata la storia dell’Ordine, che a qualcuno di voi potrà interessare.
Nell’undicesimo secolo i Cavalieri di Malta, all’epoca conosciuti come ‘Cavalieri Ospitalieri’, fondarono un ospedale a Gerusalemme per assistere i pellegrini di qualsiasi religione o razza. L’opera degli Ospitalieri diventò sempre più importante quando nel 1113 Papa Pasquale II riconobbe ufficialmente la comunità monastica come ordine religioso laicale, assistito da un gruppo di monaci – i ‘Professi’ – che costituiscono ancora oggi il cuore dell’Ordine di Malta. La loro presenza iniziò a sentirsi a Rodi (1310-1522) e a Malta (1530-1798). Oggi l’ordine ha sedi in tutto il mondo e la sua bandiera sventola sulle aste del Parlamento Europeo. Il Gran Cancelliere ci dice che i Cavalieri di Malta svolgono un servizio necessario oggi come mille anni fa, per alleviare le sofferenze fisiche e spirituali, per promuovere la pace e la giustizia e per rispondere alle richieste di aiuto del nostro prossimo.
Timpana
E’ un piatto ghiotto e bello da vedersi, tutto sommato di gusto italiano e mediterraneo allo stesso tempo. Ma è la consistenza che ne fa una vivanda sbriciolona se mangiata molto calda. A Melchiorre piace tiepida, ed è così che decidiamo di assaggiarla tutti quanti, in ossequio al più anziano della tavolata.
Ingredienti per quattro persone
300 gr di pasta corta
2 fogli di pasta sfoglia rotondi o rettangolari, dipende dalla vostra teglia (la vendono già fatta in tutti i market)
150 gr di ricotta di pecora
150 gr carne trita di maiale
150 gr carne trita di manzo
2 scalogni
Un bicchiere di vino rosso o di salsa di pomodoro
2 uova
2 bei cucchiai di parmigiano grattugiato
Pepe nero
Un cucchiaio di semini di sesamo
Qualche foglia di menta/basilico/salvia/prezzemolo/timo (come preferite, pur che ci sia un tocco di verde)
Procedimento
Preparate il sugo come sapete fare, facendo il soffritto e cuocendo le carni insieme, aggiungendo un bicchiere di vino rosso oppure un bicchiere di salsa di pomodoro o un po’ di tutte e due. Regolate di sale e di pepe.
Quindi stendete la prima sfoglia sulla teglia e grattugiateci sopra un’abbondante spolverata di pepe nero.
Fate bollire la pasta in acqua salata. Scolatela e conditela con il sugo. Quindi aggiungete la ricotta e le uova rimestando delicatamente. Un rosso d’uovo tenetelo da parte per spennellare la sfoglia che metterete sopra. Spezzettate l’erba aromatica che avrete scelto, anche più di una, e distribuitele uniformemente sulla pasta. Quindi spolverate di parmigiano. Usate la seconda sfoglia per ricoprire il tutto. Se i bordi sono ridondanti, dopo averli arrotolati per chiudere le due sfoglie insieme, metteteli in una teglia più piccola. Li farete cuocere in forno e li sbriciolerete per gli uccellini, che così faranno anche loro Natale.
Spennellate la sfoglia con il rosso d’uovo e cospargete i semini di sesamo. Infornate a 180 gradi per mezz’ora. Dipende dal forno. In quello a gas può volerci un po’ di più. Quando la sfoglia sarà dorata, toglietela.
Per il vino, Gaspare suggerisce un Palistorti di Valgiano, che contiene il Syrah, un vitigno di nobili origini orientali, apprezzato dai nostri ospiti, che ricambiano con un Gellewza in caraffa servito fresco.
Fine terza tappa
Tag: mediterraneo, ricette
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