Forse non siamo mai stati nemmeno una volta a cena insieme e mai a casa l’uno dell’altro. Eppure con Flavio, da una ventina e più di anni a questa parte, ho un rapporto particolare. Di sincera amicizia, di stima e di simpatia. In maniera diretta ed indiretta, con lui ho percorso gli ultimi decenni del mio percorso professionale; un percorso anche condiviso ai tempi in cui Flavio era corrispondente per il Tirreno. E in maniera diretta ed indiretta ho condiviso anche il suo percorso, che adesso lo vede tra le anime valide dell’ufficio cultura del Comune di Barga. Sempre pronto ad aiutare chi vuole promuovere o organizzare eventi d’arte, ma anche chi chiede una semplice informazione o ha bisogno comunque di un aiuto.
Per questo motivo mi fa ancora una volta piacere poter parlare, pur da assoluto profano della materia ed ancora (lo ammetto) non conoscitore del libro, che mi riprometto di leggere durante le festività natalizie, del saggio “Cesare Lombroso e le razze criminali. Sulla teoria dell’inferiorità dei meridionali”, una bella ricerca che parte dai tempi delle laurea di Flavio e che adesso è sfociata, anzi approdata, in un libro che ricostruisce e ripercorre il passaggio dalle teorie lombrosiane dell’uomo delinquente alla spiegazione, oggi diremo pseudo-scientifica ma così non era allora, dell’inferiorità del Meridione.
La presentazione sabato pomeriggio, in una sala consiliare di palazzo Pancrazi, caratterizzata da una bella cornice di pubblico. Con le parole innanzitutto di saluto del sindaco Marco Bonini che indubbiamente in Flavio, per quanto riguarda il settore cultura ha un valido ed attento collaboratore. Dietro il cui impegno ad esempio vi è la programmazione (insieme a Maria Teresa Di Natale), di quei calendari della stagione di prosa che anno dopo anno stanno facendo crescere il prestigio del teatro dei Differenti.
A presentare il libro, a parlare delle teorie lombrosiane e di quanto (ahinoi) siano ancora diffuse e calcate al giorno d’oggi, ci ha pensato invece il preparatissimo editore del libro, Andrea Giannasi (Tra le righe libri), che anche dall’intervento si è capito essere molto affascinato dall’argomento; nel senso di un interesse scientifico e letterario verso teorie molto lontane chiaramente da una mente illuminata e progressista come la sua.
Comunque sia, come ha scritto Flavio e come ha rilanciato Andrea, l’idea dei tratti somatici che contraddistinguono l’uomo destinato al crimine, di un sud del nostro Paese dominato dal degrado innato nei caratteri di una popolazione, trova nei nostri anni purtroppo ancora sostenitori, magari in altre forme. E non solo in Italia. L’eredità biologica, il portarsi addosso scritti nel DNA i segni della propria storia è un tema insomma sempre attuale, non così lontano come potrebbe sembrare.
Per il resto vi rimandiamo all’ascolto dell’audio dell’intervento di Giannasi, e sicuramente all’acquisto del libro di Flavio che merita di essere tra i regali che fate, o che vi fate, sotto l’albero di Natale. Lo trovare sicuramente alla Libreria Nardini sul Fosso ed alla Libreria dell’Edicola Poli che peraltro ha collaborato con Comune e Tra le righe Libri, al pomeriggio di sabato 17 dicembre.
Per il resto… bravo, Flavio!
Fabio
19 Dicembre 2016 alle 14:33
Molto facile dare addosso al Lombroso… propongo un approccio meno semplicistico
Gentile Redazione, vorrei segnalare un Lombroso molto originale, meno dedito alle misure antropometriche e più attento alle dinamiche sociali. “La delinquenza nella Rivoluzione francese” ne è un fulgido esempio, segnalo l’edizione su Amazon: http://goo.gl/SPIUyq