Cenni su Pietro Angeli Bargeo (Barga 1517-Pisa 1596) –(quinta e ultima parte)

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NOTE SULLE FAMIGLIE ANGELI DI BARGA

La Famiglia di Pietro Angeli Bargeo

Come si narra nel libro “Giulio Angeli” (1), l’anno 1330, una famiglia da Pisa si trasferisce a Barga e da questa discenderanno gli Angeli di Barga. Una, se non la prima notizia, della presenza a Barga di un Angeli è dell’anno 1412, quando in frammenti di delibere comunali di quel tempo appare tra i consiglieri un certo Niccolò Angeli.

Da questo Niccolò Angeli discese Cristofano, secondo quanto ci dice sua volta Salvino Salvini nel suo “Fasti Consolari dell’Accademia Fiorentina”, libro edito nel 1717 con dedica al granduca Giangastone Medici; da Cristofano altro ser Niccolò e da questi ser Jacopo padre di Pietro Angeli il poeta. La moglie di Jacopo e madre di Pietro Angeli fu Ermellina Turignoli, figlia del capitano le milizie di Barga Francesco “Ceccone” Turignoli, che aveva tra i suoi illustri ascendenti il beato Michele da Barga (1399-1479), al secolo Lodovico Turignoli, frate dei Minori Osservanti la Regola di San Francesco. Questo santo frate, molto vicino a tutto il popolo della sua valle e oltre, per le sue ferventi prediche e azioni, aveva reso utile l’edificazione di tre conventi dell’Ordine nella Valle del Serchio, due a Barga, Santa Elisabetta (femminile) e San Francesco (maschile), l’altro a Castelnuovo Garfagnana, San Bernardino (femminile).

Il nome Pietro al nostro Poeta pare che gli fu imposto in ricordo del fratello del nonno, Piero, che il Salvini nell’opera citata, ricorda celebrato per l’impegno nell’emendare e dare nuova luce a testi latini. Questi, probabilmente era quel prete che l’11 novembre 1481 fu nominato pievano di Barga (2), poi estromesso e sostituito nell’incarico dal canonico lucchese Giorgio Franciotti, cui ne seguì una lite senza successo per lo stesso prete Piero Angeli. Senz’altro la nomina di prete Piero Angeli, per antica consuetudine di Barga, era stata fatta dai capifamiglia della Terra di Barga riuniti a Parlamento per l’elezione, un’usanza che il Vescovo di Lucca, proprio in questi anni, intese correggere e con successo in favore del suo ministero, cioè, che a lui spettasse la nomina e non alla comunità.

Per i due maggiori della famiglia Angeli citati da Salvini, Niccolò e Cristofano, certamente sono coloro, padre e figlio, che comandarono l’anno 1437 a due delle quattro Compagnie di Barga la sortita dal Castello, tempo dell’assedio a Barga del Piccinino, questo, all’arrivo dei soccorsi spediti da Firenze, le truppe di Francesco Sforza e dei veneziani, così come si è raccontato nel precedente articolo, però lì avendo invertito la successione parentale.

Intanto vediamo di dare uno schematico albero genealogico della famiglia Angeli, seguendo la linea di Pietro Angeli Bargeo:

Niccolò Angeli sec. XIV-XV

(Citato negli atti comunali di Barga consigliere l’anno 1412, comandante con il successivo figlio Cristofano, le due compagnie delle milizie di Barga durante l’assedio del Piccinino l’anno 1437.)

Cristofano di Niccolò sec. XV

Ser Niccolò di Cristofano sec. XV

(Fratello: prete Piero (Pievano di Barga l’anno 1481.)

Ser Jacopo di Niccolò sec. XV-XVI

Moglie Ermellina Turignoli di Francesco “Ceccone” Turignoli.

Fratelli: Cristofano e Francesco

Figli: Giuseppe (*), Lorenzo (*), Michelangelo, Antonio e

Pietro Angeli Bargeo (1517-1596) di ser Jacopo

Moglie Pellegrina di Santino d’Arli (sposata a Barga l’anno 1590)

(*) Di questi due fratelli (se veramente tali) se ne viene a conoscenza nella pubblicazione “Giunte alla biografia del Bargeo” di Roberto Ridolfi; in “La Bibliofilia, Rivista di Storia del Libro e delle Arti Grafiche, di Bibliografia ed Erudizione”; Anno XXXLX, ottobre-novembre, Olschki 1937, pag. 383.

Andando avanti con la discendenza di Pietro Angeli, anticipando che dopo di ciò cercheremo di comunicare alcune notizie su altri Angeli, che discendenti dal ceppo descritto sopra nel corso di questo secolo XVI creeranno proprie famiglie di sicuro interesse nel presente lavoro, nel senso di ampliarne la visione dal punto di vista di rendere edotto il lettore circa l’importanza degli stessi Angeli. Nel secolo XVI ben sette di loro furono professori universitari, prevalentemente a Pisa, ricoprendo anche altri importanti incarichi, così come vedremo.

Intanto, da Pietro Angeli Bargeo e Pellegrina di Santino d’Arli,

nasce, circa il 1555, Virginia Angeli, unica figlia.

Questa sposò il notaro Giovanni Santini, al cui cognome unirà quello Angeli.

Ebbero 11 figli tra cui Ermellina Santini Angeli che sposò Jacopo Lavelli di Castelnuovo Garfagnana, fattosi Homo de Barga l’anno 1643, da cui Giovan Battista Lavelli.

Degli altri figli di Virginia, quattro maschi e sette femmine, solo Pietro o Piero ebbe un discendente non riconosciuto legalmente, prete Francesco che morendo nel 1697, dette fine alla presunta “discendenza” di Pietro Angeli.

L’aver fatto notare Giovan Battista Lavelli è occorso per dire ciò che segue. Infatti, tutto il patrimonio di Pietro Angeli, carte e altro, dalla figlia Virginia, erede del tutto del padre, passò al figlio Pietro o Piero e da questi, diviso in due parti, al figlio della sorella Ermellina Santini Angeli moglie di Jacopo Lavelli: Giovan Battista Lavelli. L’altra metà andò alla sorella Margherita, che sua volta aveva sposato Alessandro del capitano Oradini di Pescia.

La memoria di Pietro Angeli Bargeo a Barga

angeli-wdtr.jpgCome nota nella “Guida di Barga” dell’anno 1901 l’ottocentesco “esegeta” in Barga di Pietro Angeli, il giornalista, tipografo, agente marittimo e telegrafista Pietro Groppi(3), meritorio per aver fondato nella Valle del Serchio il primo giornale, L’Eco del Serchio, iniziato l’anno 1880, egli dice che nel primo Palazzo Angeli, quello che fa angolo con il successivo dello stesso Poeta: “Nel secolo XVIII una società privata di studiosi Barghigiani si riunivano in questa casa, per esercizi letterari; fondarono poi un’Accademia letteraria sotto il vessillo del Gran Bargeo basata sul costume e regole di quella fiorentina fondata nel 1540. Il fondatore di questa Accademia si crede che fosse il Prof. Teodoro Verzani”. Comunque, pare che anche la fondazione dell’Accademia degli Indifferenti di Barga, i quali nel 1688 realizzarono il primo teatro di Barga, fosse sorta sotto gli auspici del Bargeo.

L’Accademia letteraria si dice che fu soppressa in epoca napoleonica, per rinascere circa il 1820, al tempo in cui a Barga era presente il Vicario Regio Barbacciani, che spostato d’ufficio a Pescia, venne a conoscenza che presso la famiglia Oradini di quella città, di cui si è detto sopra, si conservavano carte di Pietro Angeli, che lo stesso Barbacciani, riuscendo a convincere quella famiglia, furono donate all’Accademia di Barga intitolata al nome del Poeta.(4) Il motto dell’Accademia, detta Bargea, si ricava da una sorta di diploma, in cui in alto spicca l’immagine del Poeta circondato d’alloro, similmente posato sul suo capo. Nel cartiglio in alto si può leggere: “Per gloria al nome Tuo per nostro Onore”, mentre intorno all’immagine, “Pietro Angeli detto il Bargeo Poeta Insigne”. Nel cartiglio in basso: “Accademia Bargea”.

Sempre Pietro Groppi ci dice nella citata Guida di Barga, che il primo presidente della rinata Accademia fu il Gonfaloniere di Barga Antonio Giannelli, che l’anno 1829 ricevette da Pescia la donazione Oradini. Alla sua morte la stessa Accademia si spense e tutti i beni andarono divisi tra gli accademici e quindi dispersi in diversi rivoli. Sempre il Groppi racconta che il secondo Palazzo Angeli, quello di Pietro, sulla porta in seguito ricostruita nell’attuale forma a rettangolo l’anno 1854, quella, dove spicca in alto lo stemma mediceo, avesse nell’ignoto architrave lo stemma degli Angeli, oggi non rintracciabile.

Abbiamo definito Pietro Groppi “esegeta” di Pietro Angeli e in effetti, di là dal valore letterario delle sue opere sul personaggio, comunque buono, quanto detto è più che vero. Infatti, sentiamolo raccontare del suo spendersi in omaggio dell’illustre concittadino, stralciando una sua nota dal libro “Della Vita e delle Opere di Pietro Angeli Bargeo”, nel momento in cui nel testo lamenta la scarsa conoscenza a Barga delle sue opere:

“ Questo fatto, sebbene ad alcuni sembri incredibile, è purtroppo vero, e mi dispiace dover dire, che in Barga non si trovino più opere di Angelio né tampoco si pensi a ricercarle e leggerle attentamente. Mi ricordo nell’anno decorso, parlando delle opere di Angelio al banchetto che fu dato nella sala della Fratellanza Artigiana di Barga in occasione della inaugurazione del monumento eretto al compianto e benemerito Dott. Pietro Tallinucci, colsi la favorevole occasione per esortare i presenti ad eccitare tutti i concittadini perché onorassero con un monumento ben meritato la memoria di questo nostro illustre Poeta. Ma la risposta che mi dettero alcuni fu questa: Se Egli meritava un monumento glielo avrebbero fatto i nostri maggiori, noi non lo conosciamo.

Fu questa la ragione propizia che mi spinse a pubblicare nell’Eco del Serchio la presente breve osservazione sulle opere di lui. Quindi con appositi avvisi pubblicati nell’Eco del Serchio ed anche in fogli separati, invitavo tutti a leggere quanto debolmente potevo raccontare intorno al nostro Angelio, lasciando ad altri migliori di me il difficile compito di fare un lavoro di maggior importanza.

Ma si caldo invito che io faceva rispose un solo, e tutti gli altri o non risposero, o misero in dileggio il povero Eco. Ecco come si onorano le glorie del proprio paese, ecco come s’incoraggiano coloro che sebbene meschini cercavano di rivendicare la gloria di un uomo grande che ha illustrato la nostra patria.”

Parole tristi ma anche cariche di tanta buona volontà, che seppur allora “derisa”, poi dette i suoi grandi frutti in onore di Pietro Angeli. Intanto, il Groppi, sempre nel citato libro, va rinverdendo le memorie locali in omaggio all’illustre personaggio, ricordando che al principio del secolo esistevano in Barga una ricca biblioteca, poi altra voluta dalla Società Progressista e intitolata all’Angeli, oggi chiusa per mancanza di lettori; ripassa anche i “fasti” dell’Accademia Bargea. Strigliate che produssero i loro effetti, infatti, nel 1891 nasce La Società Angelio di mutuo soccorso per poveri e operai a carattere clericale, nel cui direttivo troviamo Pietro Groppi. Questa Società chiuse l’anno 1931, quando politicamente si volle unire le tre società di Barga, la laica Colombo, l’altrettanto laica Fratellanza Artigiana e la Società Angelio, ma quest’ultima per la sua caratteristica clericale, da allora rinunciò alla sua sopravvivenza. Era sorta anche una banda musicale detta “Banda Angelio”, che ebbe un notevole numero di suonatori.

Pietro Groppi comunque non demorde dall’idea di veder celebrato a Barga l’ormai “suo” Pietro Angeli, che nel 1888 aveva celebrato con il libro più volte ricordato, e l’occasione finalmente si prospetta per il terzo centenario della morte del Poeta, che correva l’anno 1896. Fervono i preparativi e ora eccoci alla pubblicazione di un libretto del Groppi “Ricordo del XXVII settembre 1896; Inaugurazione del monumento eretto in Barga a Pietro Angelio; Ispiratore della Gerusalemme Liberata, i Barghigiani.” Inutile dire che Groppi ha vinto una delle sue tante battaglie per Barga e i Barghigiani e certamente “complice” della vittoria il neo sindaco di Barga prof. Cav. Giulio Giuliani di Filecchio, entrato nella carica nel precedente 1895.

Infatti, il neo Sindaco, docente presso un Liceo di Pisa, era figlio del Prof. Enrico Giuliani, che teneva, ho aveva retto, la cattedra di Storia Antica all’Università di quella città. Quest’ultimo, Enrico, aveva collaborato con Pietro Groppi alla stesura del suo libro sull’Angeli nel 1888, avendo tradotto dal latino e lì pubblicato il testo in italiano dell’Autobiografia del Poeta, questo su esplicita richiesta dello stesso Groppi. Allora, mi pare chiaro che anche il prof. Giulio, avesse saputo di tutto ciò e si fa per dire, par di vederlo aver chiesto al padre Enrico chino sul tavolo dello studio: “Che fate babbo con quel testo in latino?”; ed Enrico rispondere “Lo traduco per Pietro, il Groppi di Seggio che sta a Barga. Parla di Pietro Angeli ma è lo stesso Poeta che l’ha scritto, come un memoriale. Il Pietro lo vuole mettere in un libro che parla di lui per vedere di riuscire a smuovere le coscienze dei barghigiani, affinché lo tengano in maggiore considerazione e sai Giulio? Fa bene! Ha ragione! Senza memoria civica e rispetto per la cultura cosa saremmo? Niente!”. La traduzione del testo effettuata da Enrico Giuliani entrò nel libro del Groppi sotto questo titolo: “Vita di Pietro Angeli di Barga, scritta da lui stesso in Latino. Seconda versione italiana di Enrico Giuliani”.

Ora il prof. Giulio Giuliani è sindaco di Barga e quelle parole del padre Enrico gli ronzano nella testa: “Che cosa saremmo senza memoria e rispetto per la Cultura? Niente!” e l’Angeli ebbe il suo bellissimo ritorno tra i suoi concittadini. Anzi, c’è a Roma lo scrittore, giornalista e critico d’arte Diego Angeli (1869-1937), che dice di essere discendente da Pietro Angeli e a Barga si vuole presente alla cerimonia di questo 1896. Tra le carte del Comune di Barga esiste ancora il suo telegramma di adesione all’iniziativa e veramente venne, ospite di Giovanni Pascoli. Dalla casa del Poeta di Castelvecchio eccolo scrivere una lettera a un’amica il giorno 27 settembre: “Mia cara amica, sono arrivato ieri sera a Barga per quell’Angeli del secolo XVI che hanno Voluto onorare alla presenza dell’ultimo nipote.”

Il libretto della giornata celebrativa del 27 settembre 1896 è introdotto da Pietro Groppi con un sunto della vita del Poeta, cui seguono delle sorta di epitaffi latini, probabilmente usati per la festa, tra cui: “Latinae poesis tibi cingat tempora Laurus Petre Angeli. Cuius nomen valde notum et celebre est propter multa ingenii tui monumenta.” Seguono dei Sonetti, una Anacreontica, un Inno, il tutto scritto e dedicato da Groppi all’Angeli, come altro Sonetto illustra lo scultore Giovanni Topi, che dal muto marmo aveva tratto l’immagine parlante di Pietro Angeli: “Mi seduce, mi alletta, mi ricrea. / Del Vate la sembianza bella, ardita. / Ah, che davvero io mai mi credeva. / Che fosse l’opra tua così compita!”. Per l’intrapreso discorso di rievocazione storica della giornata dedicata a Pietro Angeli, la cosa più interessante del libretto e la parte finale, dove Groppi mette il Programma della Festa:

Programma della Festa

Domenica 27 settembre 1896

Ore 9 –Ricevimento delle Associazioni e della Banda di Coreglia.

Ore 9 ½ -Riunione in Teatro delle Associazioni e dei Corpi Musicali.

Ore 10Discorso in Teatro del Chiarissimo Prof. GIOVANNI PASCOLI.

Ore 11 –Inaugurazione del monumento.

Ore 13 –Banchetto nel locale della Società Cristoforo Colombo.

Ore 15 –Corse di Cavalli all’anello nel sobborgo del Giardino.

Ore 16 ½ -Concerto della Banda di Coreglia in Piazza del Municipio.

Ore 17 –Tombola in Piazza Angelio.

Ore 18 –Concerto di Bande sul Piazzale Vittorio Emanuele.

Ore 19 –Fuochi artificiali e illuminazione sul Piazzale Vittorio Emanuele.

Nella Sala della Fratellanza Artigiana sarà aperta l’Esposizione dei lavbori della Scuola di Disegno di detta Fratellanza dalle ore 8 alle 12 e dalle 14 alle 16.

Questa iniziativa, come detto, vide la scopertura di un busto al Poeta, voluto da un Comitato Cittadino, quello che oggi possiamo vedere sul suo Palazzo nell’omonima piazza Angelio, ma allora fu messo sull’angolo di Palazzo Pancrazi sede del Comune di Barga, con sotto scritto, come ancora oggi, “All’insegne Poeta, Pietro Angelio Bargeo, i cittadini, XX settembre 1896.”

Sulla facciata di questo palazzo, già nel 1870, epoca del Sindaco Francesco Marchini, era stata messa una lapide per Pietro Angeli con questa iscrizione:

A Pietro Angeli Bargeo

Insigne letterato del Secolo XVI

Lesse con gran Plauso nello Studio Pisano

E coi Poemi la Siriade e il cinegetico

Fece immortale il suo nome

Crebbe onore all’Italia

Il decimo anno dello Statuto

Il Municipio.

Di questa lapide niente sappiamo circa la sua fine, come di altre che facevano bella mostra di sé sulle facciate del Comune di Barga. Comunque, possiamo dire che senza l’ottocentesca e forte presa di posizione in favore della memoria di Pietro Angeli, il forse è d’obbligo, non sarebbe rimasta buona memoria del nostro Poeta in Barga. Iniziative che invogliarono anche il più volte citato prof. Guido Manocorda a pubblicare nel 1904 il suo bel libro sul Poeta, come in seguito Roberto Ridolfi, a comporre le sue “Giunte alla Biografia del Bargeo” l’anno 1937. Andando avanti a scandagliare questo secolo XX, vediamo che, purtroppo, nel 1917, Quarto Centenario della Nascita di Pietro Angeli, con l’Italia impegnata nella Prima Guerra Mondiale, non furono possibili delle celebrazioni. Comunque, la scadenza non passò inosservata, infatti, possiamo leggere sul giornale locale La Corsonna, n° 24, del 23 dicembre 1923, in un lungo articolo scritto da Leonardo Mordini, che nella Primavera del 1924 sarebbe stato ricordato da parte dell’Amministrazione Comunale di Barga, seppur dopo sette anni, “Il Quarto Centenario della nascita dell’Angelio”, questo è anche il titolo del rammentato articolo.

Altro ricordo dell’Angeli fu fatto a Barga l’anno 1996, in occasione del Quarto Centenario dalla Morte, di cui abbiamo parlato nel nostro primo articolo. Prima di questa importante scadenza ci fu occasione di parlare dell’Angeli nel 1980, l’Anno dei Medici, che nella Barga fiorentina vide mostre e la pubblicazione di un libro “Barga Medicea”, Olschki, 1983, con tre rilevanti studi. Uno lo abbiamo già citato in nota (4), gli altri due sono del prof. Giovanni Cipriani “Pietro Angeli da Barga”, e della dott.ssa Alfreda Verzani “Pietro Angeli e gli umanisti europei”.

Oggi siamo alle soglie di altra importante scadenza per il nostro Poeta, che potremmo definire uno dei numi tutelari di Barga. Cadrà, infatti, nel 2017 il Quinto centenario della Nascita. Speriamo che Barga possa rendergli degno omaggio come merita.

Alcune notizie sulle altre famiglie barghigiane degli Angeli

Cenni sulla famiglia di Michelangelo Angeli, fratello di pietro angeli.

Per iniziare questo capitolo partiamo da ser Jacopo Angeli ed Ermellina Turignoli, morti durante la peste di Barga degli anni 1527-28. Da queste due persone discesero almeno cinque figli maschi: Giuseppe, Lorenzo, Michelangelo, Antonio e Pietro Angeli Bargeo. Di Pietro abbiamo già illustrato la discendenza, il vescovo Antonio, che non ebbe discendenza, lo abbiamo già illustrato in un precedente articolo, degli altri due presunti fratelli non sappiamo niente, così ora daremo alcune notizie sull’altro fratello maggiore, il:

Medico, Professore Michelangelo Angeli (Barga 1512? -+1573 c.a.)

Questi sposò la barghigiana Maria Lucrezia di Manfredino Manfredini e Maria Angela dei Paolucci di Sillano. Si laureò in Bologna e insegnò per molti anni all’Università di Pisa, questo sin dalla fondazione della stessa. Fu medico personale del granduca Cosimo I e nel 1555 fu votato dal Comune di Barga, tra cinque pretendenti, quale Cittadino di Firenze, entrando nel Consiglio dei Duecento. Nel 1572 fondò a Barga una Commenda dell’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano. Precedentemente, nel 1562, quale medico, aveva seguito la corte di Cosimo I in Spagna. Pare morisse nel 1573 e sappiamo che in questo anno morì anche un suo figlio, Scipione. Lasciò diversi trattati di medicina rimasti manoscritti, oggi conservati in archivi fiorentini. Da questi discese il:

Cavaliere di Santo Stefano Orazio di Michelangelo Angeli (1548 c.a- + 27 maggio 1592)

Questi sposò Margherita di Giovanni di ser Martino Pancrazi di Barga e Caterina di Bartolomeo Barghigiani.

Vestì l’abito di Cavaliere di Santo Stefano il 19 luglio 1572, si dice a 24 anni. Dalle carte del Comune di Barga apprendiamo che circa l’anno 1779, i beni di questa Commenda furono venduti a beneficio dell’Ordine, in questo tempo consistenti in un podere in Mologno e altro in Bugliano, località di Barga. Alla sua morte entrò al suo posto nell’ordine il figlio:

Cavaliere di Santo Stefano Avv.to Martino di Orazio Angeli

Questi sposò Orsola del Priore Jacopo Angeli e Laudomina Leoli di Pisa. Jacopo Angeli era cugino del nonno di Martino, Michelangelo, quindi Martino aveva sposato una seconda cugina del padre Orazio. Il 25 giugno 1592 vestì l’abito dei cavalieri di Santo Stefano. Il suocero Jacopo, che creò la Commenda di Santo Stefano dei Priori di Volterra, volle che questa seguitasse nella discendenza del genero Martino ma non sapremmo dire le fasi successive. Da questi discese:

Orazio

Questi vestì l’abito l’8 giugno 1632. Questa Commenda di Santo Stefano pare cessasse con un

Michelangelo l’anno 1767. In effetti, come già detto, circa l’anno 1779, questi beni furono alienati.

Alcune notizie sulla famiglia discendente da Francesco Angeli, zio di Pietro Angeli

Dal Giureconsulto Francesco Angeli e Agnese di capitano Francesco “Ceccone” Turignoli, discesero vari figli, cugini di Pietro Angeli, tra cui:

il prof. Medico Giulio Angeli (Barga ? – +Roma 1601) Alcuni scrivono +1602.

Questi fu Lettore di Filosofia in Pisa, definito il maggior cattedratico del Cinquecento pisano, poi alla Sapienza di Roma. Medico e cameriere segreto di papa Clemente VIII, che sul finire del secolo XVI lo nominò Monsignore di Santo Spirito in Sassia. Fu ancora medico della Corte Medicea. Ha lasciato diversi trattati manoscritti.

Il Vescovo di Cortona Cosimo + 1603

Fu vescovo di Cortona dal 24 gennaio 1597 sino alla morte avvenuta nel 1603. Fu ancora Segretario della Sacra Inquisizione.

Niccola + 1602

Questi fu un Giureconsulto come il padre Francesco, fu avvocato concistoriale in Roma. Pare avesse un figlio Francesco (1591-1641)

Prof. di Diritto Pubblico e Civile Jacopo Lettore +1608, altri +1609

Fu professore in Pisa e Siena e fu ancora un insigne giureconsulto. Cittadino pisano, l’anno 1605 fondò una Commenda dell’Ordine di Santo Stefano sotto il nome di Priorato di Volterra e Piombino in Terra Ferma, utilizzando prevalentemente il lascito di 166 beni dei monti romani goduti dai fratelli Giulio e Niccola, per una rendita di Mille Scudi. L’anno 1608 fu designato oratore ufficiale al Capitolo dell’Ordine di Santo Stefano tenutosi in San Lorenzo di Firenze, alla presenza del granduca Ferdinando I, che poi vide anche le stampe.(5) Ebbe anche incarichi da parte della Comunità di Barga, specialmente per il riacquisto della padronanza sulla Pieve di Barga.

Professore e Priore di Volterra Francesco di Jacopo Angeli (Pisa + 1664)

Questi sposò Eleonora Princivalle. Insegnò Diritto Civile all’Università di Pisa. Da questo Francesco pare prendesse avvio la costruzione della bella Villa suburbana Angeli di Barga, oggi detta Villa Gherardi, di proprietà del Comune di Barga. All’ingresso del giardino della villa, al cosiddetto “Cancellone”, possiamo ancora vedere lo stemma Angeli, ben conservato. Questi fu padre del:

Cardinale in Santa Maria in Ara Coeli Jacopo di Francesco Angeli (1610- Barga + 1695)

Questi fu anche Arcivescovo di Urbino e Governatore di Jesi, occupandosi di vari interessi anche a Barga. Fece erigere una cappella al nome della famiglia Angeli in Santa Maria in Aracoeli. Morì l’anno 1695 e fu sepolto a Barga, poi il corpo fu trasferito a Roma, senz’altro nella Cappella Angeli in Santa Maria in Aracoeli.

Priore Cosimo di Francesco Angeli

Priore e Pittore Niccolò di Francesco di Jacopo Angeli (Pisa 1607 – Pisa 1668)

Da fanciullo fu uno dei paggi del Granduca di Toscana. Fu Operaio del Duomo di Pisa dal 1658 al 1668 e fu questi che fece prelevare dall’urna del Beato Michele conservata nella chiesa di San Francesco a Barga, suo glorioso ascendente, un braccio per essere conservato tra le reliquie dello stesso Duomo pisano. Nell’inventario delle sue cose, effettuato al momento della morte, si notano tre luoghi di abitazione: una casa in Pisa, due a Barga tra cui il Palazzo al Giardino, l’attuale Villa Gherardi. Tra le varie opere d’arte possedute in Pisa si nota “Un ritratto del Beato Michele dell’Ordine di San Francesco con cornice di legno e maschera di carta pesta dorata”.

Potremmo continuare l’elenco maper altre notizie sul priorato di Volterra di questa famiglia Angeli vedi il libro: “La via dei Remi” di Giuseppe Nardini, Istituto Storico Lucchese, Anno 2005. Noi possiamo solo aggiungere, come già accennato, che l’avv.to Martino Angeli di Orazio di Michelangelo Angeli, quest’ultimo fratello di Pietro Angeli, avendo sposato la figlia Orsola di Jacopo Angeli fondatore della Commenda di Volterra, quale genero del fondante fu investito lui e i suoi eredi nella stessa Commenda. (6) Questa famiglia fu dichiarata estinta in Barga l’anno 1770, con la morte del Priore Francesco Maria.

Ovviamente si è capito che ciò che abbiamo offerto al lettore sia solo una parte dei discendenti di questa e delle altre famiglie Angeli, comunque pensiamo siano dati sufficienti per rendersi conto dell’importanza avuta dagli stessi Angeli almeno nei secoli XVI e XVII, gravitanti tra Barga, Pisa, Firenze, Siena, anche in Roma, ovunque lasciando una sensibile traccia, specialmente profonda quella lasciata dal poeta Pietro Angeli Bargeo.

Pier Giuliano Cecchi

(1) Giorgio Del Guerra e Giorgio Rialdi: “Giulio Angeli”, Pisa, Editrice Giardini 1968.

(2) “Il Memoriale di Jacopo Manni da Soraggio Pievano di Barga (1487-1530). A cura di don Lorenzo Angelini, Gasperetti, Barga 1971.

(3) Pietro Groppi nacque nel 1831 a Seggio, frazione di Barga, e morì nel 1908. Circa il suo giornale L’eco del Serchio ecco cosa ci dice lui stesso nel suo libro “Della Vita e delle Opere di Pietro Angeli Bargeo”, 1888, edito a Barga con i tipi della sua tipografia: “Eco del Serchio giornale settimanale installato in Barga nel 1880 per mia iniziativa e spesa ed è il primo giornale installato in Val di Serchio.”

Oltre a quello or ora citato circa la vita e le opere dell’Angeli, pubblicò diversi libri e sempre nella sua tipografia, tra cui la ricordata “Guida di Barga” nel 1901. Una “Guida del Duomo e di altri monumenti principali, per uso dei visitatori di Barga”, Barga 1906. Nel 1896 aveva dato alle sue stampe il libretto “Inaugurazione del Monumento a Pietro Angeli”.

(4) Antonio Nardini “La Famiglia Angeli di Barga”; in “Barga Medicea”, Olschky, Firenze 1983.

(5) “Sermone nel Capitolo Generale dell’Ill.ma e sacra Religione di S. Stefano Martire l’anno 1608 fatta in Firenze in S. Lorenzo”, Fontani, Pisa 1608.

(6) “Sommario documenti nella causa di pretesa reintegrazione del Priorato di Volterra e Piombino, ecc” Cambiagi, Firenze 1773.

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