Tanta commozione, le lacrime sui volti di tutti, nessuno escluso. Centinaia e centinaia di persone, giovani e anziani, ex calciatori e calciatori, allenatori, dirigenti di società calcistiche, amici, sportivi, tifosi, semplici cittadini e rappresentanti delle istituzioni, tutti con i volti segnati dalle lacrime per l’ultimo saluto a Claudio Marchi, venuto a mancare dopo lunga malattia a 59 anni, il 27 ottobre scorso. Uno dei formidabili giocatori del glorioso Fornaci Calcio degli anni ’80 e ’90, e poi uno dei migliori allenatori dilettantistici espressi dalla Valle del Serchio.
C’era tutto un mondo che ruota attorno al calcio al suo funerale svoltosi stamattina nella chiesa di Fornaci Vecchia. Visibile anche materialmente grazie ai colori sociali di maglie e tute di Fornaci, Filecchio calcio, dove gioca il figlio, Sacro Cuore, Barga, Sillicagnana, Coreglia, Ghivizzano e di altre squadre. Tantissima gente che si è stretta attorno al dolore del mamma, della moglie, delle figlie e del figlio, della sorella e del fratello, tutti presenti alle esequie.
Sulla bara di Claudio la bandiera del Fornaci calcio, la sua squadra, quella dove ha mosso i primi passi, dove è stato uno dei calciatori più amati ed anche tra gli allenatori più amati; la bandiera, firmata da tutti i giocatori ed i dirigenti, con tutta la squadra dietro l’altare ad assistere alla cerimonia e con tanti volti bagnati dalle lacrime; sulla bara anche la sciarpa del Barga dove è stato allenatore di Juniores e prima squadra.
C’era anche la maglia del Rione San Maurizio con l’omaggio di tutti gli abitanti di Pedona dove ha vissuto a lungo; c’era la maglia biancoazzurra del Sillicagnana dove ha allenato; e soprattutto c’era anche la foto della squadra degli Allievi del Fornaci, vincitrice del campionato provinciale lucchese nel lontano 72′; dove è iniziata l’avventura vera nel calcio di Claudio e con lui quella di tanti amici che sono rimasti amici per una vita. C’erano tutti i compagni di allora, accanto al feretro e c’era anche l’anima, il cuore e la mente di quel gruppo che ha scritto in modo indelebile la storia del calcio giovanile fornacino: il cappellano don Lido Batini, da tutti chiamato il “Cappe”.
Proprio lui ha celebrato le esequie insieme a don Antonio Pieraccini, arciprete di Fornaci e proprio lui nell’omelia ha ricordato Claudio facendo commuovere tutta la chiesa con le sue parole e commuovendosi a sua volta tanto da riuscire con difficoltà a chiudere il suo discorso:
“Il Signore è amore e dona i suoi spazi immensi a coloro che lo accolgono. La nostra passione, caro Claudio, è stata quella di giocare la vita, di cercare lo spazio, rettangolare geograficamente parlando, ma infinito per i suoi sentimenti, nello stare insieme e nel capire gli altri. Il nostro è stato un gruppo che attraverso il pallone ha fatto chiesa nello stare insieme. Claudio sentiva questa sensibilità, sentiva questa consapevolezza, sentiva l’importanza di questo; ed ha continuato questa passione per il pallone, sempre come messaggio di socializzazione, di ritrovare l’altro.
Noi ti ricorderemo; ricorderemo che del calcio hai fatto una scuola di vita. E a tutti ragazzi dico di seguire questo esempio; che il calcio, che vuol dire stare insieme, che vuol dire anche fare chiesa, sia scuola di vita per tutti.
Adesso, caro Claudio, continua tu a correre nelle praterie del cielo, continua e vai ad incontrare tutti gli altri del Fornaci che troverai lassù. Indossa anche lassù la tua maglia numero 8. Digli che ha telefonato il “Cappe” e che vuole che tu giochi con la maglia numero 8…
Arrivederci Claudio, perché lo sai che ci incontreremo; ci rivedremo nelle praterie del Signore dove tu ci condurrai nel campo sportivo migliore del Cielo”.
La foto di quella squadra, con la dedica “La tua squadra, amici per sempre”, insieme alla maglia del Fornaci con il numero 8 e ad una sciarpa della sua Juventus, sono stati posti anche nella sua bara che dopo la toccante cerimonia è stata tumulata nel cimitero di Loppia. Una folla commossa lo ha aspettato anche fuori dalla gremitissima chiesa e lo ha salutato con due lunghi applausi e con tante, tante lacrime.
Tra le corone ed i fiori presenti anche un mazzo di fiori con la sua foto in campo e con l’immagine dei ragazzi del Fornaci 2000 ed una scritta: “Grazie Mister, per tutto quello che ci hai insegnato. Rimarrai sempre con noi”
Rimarrai indubbiamente nei cuori di tutti quelli che ti hanno conosciuto, Claudio; e che oggi ti hanno dimostrato di quanto eri amato e benvoluto, di quanto tutti ti volessero bene.
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