C’era il presidente di Opera Barga, Nicholas Hunt, c’era tutta la famiglia Hunt in ricordo dei fondatori della manifestazione Peter e Gillian Hunt. C’era Giancarlo Morganti con la sua famiglia, colui che in questi anni, in questi cinquant’0anni, è stato il segretario prezioso e la spalla destra della famiglia Hunt nell’organizzazione di uno dei festival lirici che si è guadagnato la fama internazionale e che ora fa fatica a stare in piedi a causa della visione a dir poco miope delle nostre massime istituzioni. Che ora sta in piedi, è meglio dire, solo grazie alla passione di persone come Nicholas Hunt e Giancarlo Morganti o il direttore artistico massimo Fino.
C’erano loro, insieme a tanti altri, stamani a Barga per l’inaugurazione presso la Galleria Comunale di Barga di via di Borgo, a cura di Cento Lumi, della mostra “50 anni di Opera Barga. I bozzetti” dedicata ai bozzetti di costumi e scenografie realizzati da Gillian Hunt per le edizioni di successo dei primi decenni della manifestazione.
Di seguito è stata anche inaugurata nel foyer del teatro dei Differenti la mostra “50 anni di Opera Barga. I manifesti” con le locandine della collezione Angelo Pellegrini.
L’inaugurazione ha visto anche due visitatori sportivi di eccezione: il capitano delle Zebre Ryugby Giorgio Biagi e la nostra speranza per le paralimpiadi, Sara Morganti.
Le mostre sono state curate da Nicholas Kraczyna, Sara Moscardini, Sandra Rigali, Caterina Salvi e realizzate in collaborazione con Comune di Barga, Istituto Storico Lucchese sez. Barga, Cento Lumi, Opera Barga e rimarranno aperte fino al 16 agosto (lun-ven ore 10-18; sab-dom ore 15-18).
Proprio l’artista Kraczyna ha voluto illustrare per noi la particolarità e la preziosità in particolare della mostra sui bozzetti, vera e propria collezione di piccole, grandi opere d’arte realizzate non per giungere al prodotto finito (ovvero una mostra che presenta le opere stesse), per realizzare una grande opera d’arte, ovvero una opera lirica.
Parole di commozione sono state pronunciate invece da Nicholas Hunt, in ricordo del lavoro prezioso del babbo e della mamma, ma anche del lavoro immenso che sta dietro all’organizzazione di un festival re di un’opera
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