Il nostro collaboratore Ivano Stefani è uscito un interessante contributo al tributo, e scusate il gioco di parole, della nostra vallata alla Grande Guerra. Edito dalla Banca dell’identità e delle Memoria si intitola “La partecipazione fosciandorina alla Grande Guerra”. Ce ne parla Pier Giuliano Cecchi che ha intervistato per noi l’autore.
Pian piano, in questo lunga commemorazione del centenario della Prima Guerra Mondiale, 2015-2018, si sono avute e si avranno nella Valle del Serchio varie giornate dedicate alla memoria di quei giovani che sacrificarono la loro vita per la finale unificazione dell’Italia. Una guerra che sconvolse tutta l’Europa, cambiandone destini e speranze e che da noi si volle raffigurare come la Quarta Guerra per l’Indipendenza Italiana; questo almeno sino all’ottobre 1917, ai giorni di Caporetto, per poi divenire anche per noi la Prima Guerra Mondiale, questo almeno negli intendimenti più profondamente sentiti.
Anche dal Comune di Fosciandora, terra di confine tra Media e Alta Valle del Serchio, furono molti i giovani che partirono per quel conflitto e tanti di loro non tornarono. L’elenco e i nomi si possono leggere nel libro di cui parleremo, anzi di cui ci parlerà l’autore Ivano Stefani, che da qualche tempo è sceso da Fosciandora e ora abita in Fornaci di Barga: “La partecipazione fosciandorina alla Grande Guerra”.
Ivano Stefani non è nuovo a questo tipo di recupero delle memorie storiche del suo paese come di quello che l’ha adottato. Infatti, si ricordano due interessanti lavori, come quello edito nel 2008 per la Collana Radici dell’allora Comunità Montana della Garfagnana: “Ramingo andò cercando, tracce di storia sull’emigrazione della Comunità di Fosciandora” e il successivo, del 2011, “Omaggio a Fornaci di Barga”, in cui ha raccolto tanti momenti passati della cittadina.
Parlando del libro che Ivano Stefani ha scritto su Fornaci di Barga, la mente corre al suo contenuto in gran parte attinente con l’argomento di cui stiamo parlando. Infatti, diverse pagine sono dedicate al ricordo della S.M.I., la grande fabbrica di munizioni che nacque proprio a supporto dell’enorme sforzo italiano per la Grande Guerra. Uno straordinario contributo reso possibile grazie all’opera dell’ing. Luigi Orlando, che con fondi nazionali del Ministero della Guerra, fu invitato a impiantare con la sua Società Metallurgica Italiana, un nuovo stabilimento di munizioni e la scelta cadde proprio su Fornaci di Barga, luogo racchiuso tra Apuane e Appennini e quindi protetto dalle possibili incursioni aeree nemiche.
Tornando sui nostri passi, va detto che il libro “La partecipazione fosciandorina alla Grande Guerra” è stato edito in questo 2016 dall’Unione Comuni Garfagnana tra le opere della Banca dell’Identità e della Memoria nella collana Radici.
Il 13 agosto passato è stato presentato a Migliano, al Parco della Rimembranza, luogo in cui si è avuto anche il solenne ricordo di tutti quei Caduti in fronte al loro Monumento che ne ricorda il sacrificio e che il libro ne tratteggia la figura, con la partecipazione di molte persone, giunte anche dalla vicina Barga e da tanti altri luoghi. Tra le autorità certamente non poteva mancare il sindaco di Fosciandora Lunardi Moreno, che da qualche tempo, e questo gli fa onore, ha preso a cuore il ricordo di quegli sfortunati figli della sua terra caduti per l’Italia. Inoltre era presente il rettore del santuario di Migliano padre Paolo Biagi assieme a don Antony, i carabinieri fosciandorini Vittorio con il maresciallo di Camporgiano Rolando Ferrari, la direttrice dell’Istituto Storico Lucchese Sezione di Barga Sara Moscardini, Pietro Guidugli, Patrizia Pieroni e tante altre personalità, come efficace è stata la presenza della Sezione Autieri e dei Marinai. La commemorazione ha preso avvio con le note dell’Inno d’Italia suonato dalla banda di Fosciandora “I Ragazzi del Giglio”, che hanno dato alla giornata la giusta e dovuta solennità, mentre un ex marinaio provvedeva all’alzabandiera.
Dopo la commemorazione ha preso avvio la presentazione del libro, che al tavolo sistemato nel ricordato Parco, oltre al sindaco Lunardi, il consigliere provinciale e sindaco di Careggine Mario Puppa, ha visto la presenza dei due relatori, diremo ufficiali, il tenente colonnello Vittorio Lino Biondi e il prof. Pietro Paolo Angelini, che hanno approfondito il senso e l’importanza del libro con parole di sincero apprezzamento e ringraziamento per l’operra di Ivano Stefani.
Non aggiungiamo altro e lasciamo la parola proprio a Ivano Stefani, cui abbiamo fatto alcune domande sul suo libro, creduto il modo migliore per entrare nel vivo di ciò che stiamo parlando.
Com’è nata l’idea del libro?
Il Sindaco di Fosciandora mi chiese se avevo qualcosa di pronto, o quasi, sulla Prima o sulla Seconda guerra mondiale … inizialmente proposi un lavoro sul secondo conflitto, ma poi convenimmo che sarebbe stato più opportuno, visto il centenario, pubblicare un ricordo dei caduti e dei partecipanti fosciandorini alla Grande Guerra.
Vuoi illustrare ai lettori un poco il libro?
Il libro, appena un centinaio di pagine, è ricco di stralci da scritti o ricordi di soldati partiti dalla Valle del Serchio, di poeti locali e di grandi autori che hanno partecipato a quel conflitto. Inizia con un’introduzione sulla guerra, segue una parte consistente tutta dedicata agli uomini di Fosciandora, si conclude con una breve analisi del dopoguerra e una ricca appendice. È corredato da molte immagini.
Possiamo dire che il tuo impegno nella storia locale ha contribuito, forse anche stimolato, quest’ultimo doveroso e ufficiale ricordo dei Caduti fosciandorini?
Ufficialmente, già ben prima della ricorrenza centenaria, l’Amministrazione locale aveva ricordato con un piccolo opuscolo e una cerimonia il loro sacrificio … ma è certo che questa pubblicazione, avvenuta per conto della Banca dell’Identità e della Memoria della Garfagnana e presentata nella celebrazione del 13 agosto, visto che nel corso della ricerca ho rinvenuto altri fosciandorini nati o residenti nel territorio comunale che purtroppo hanno allungato la lista dei caduti e che menziona quasi tutti quelli che vi parteciparono, sia una memoria ancor più consistente e approfondita. La scelta poi del luogo della presentazione, il Parco della Rimembranza a Migliano inaugurato nel giugno 1919, ha rafforzato la reminiscenza del loro sacrificio su quel lontano fronte di guerra.
Credi che oltre a commemorare occorrerebbe informare di più su cosa è stata la Prima Guerra mondiale?
Conoscere la storia, non solo quella riguardante la Grande Guerra, dovrebbe essere esercizio fondamentale di ognuno … Non dico che si debba studiare in modo approfondito, ma almeno tentare di avere conoscenza degli avvenimenti principali e determinanti del passato, nella speranza (utopia?) che servano a evitare gli errori che hanno avuto luogo nel corso delle vicende storiche trascorse … è indispensabile, per far tesoro degli eventi analizzati, avere un filo della memoria connesso con il passato; soprattutto quello recente, perciò anche l’insegnamento della storia nella scuola andrebbe rivisto. In particolare dovrebbe soffermarsi di più su quella degli ultimi 150 anni.
Terminate le domande, Ivano Stefani, come un fiume in piena, continua a raccontarci della sua terra che ama con un trasporto dell’anima unico e fortemente emozionato.
I fosciandorini andati in guerra furono intorno al 12% della popolazione. Di questi il 17% circa morì. Durante un’intervista-memoria effettuata da Dino Castelli negli Anni ’90, si trova in quarta di copertina, Teresa Ricci in Peruzzi che disse: “… per noi civili quella guerra era lontana. Certo, i soldati che partivano erano tutti nostri conoscenti e quando scrivevano e comunicavano come stavano, le notizie filtravano e diventavano di dominio pubblico e così si partecipava alla pena delle mamme e dei famigliari di chi era in guerra e di chi non ritornava …”.
Vorrei citare anche un altro breve estratto pubblicato nel libro. È il ricordo di un reduce di Borgo a Mozzano: “Li vedevo casca’ giù come birilli, i miei compagni, i miei amici, ‘n potevo neanche guardalli, ci abbaccavo e quando potevo li scavalcavo, ma neanche uno sguardo o una carezza … neanche piange’ potevo perché ci dovevo vede’ chiaro se ‘n volevo casca’ giù anch’io … quando mi riusciva tiravo giù un sorso di quella robaccia forte che mi davino, andavo avanti … ‘n volevo mori’ … ‘n potevo … c’avevo le mi’ bimbe piccole e la mi’ Zela a casa e volevo torna’… ma ‘n son più bon da nulla e era meglio se ci morivo anch’io con i miei fratelli!!!”
Un’ultima domanda di rito: chi volesse avere il libro come può fare?
Per chi fosse interessato il volume, è disponibile, in omaggio, nella sede dell’Unione dei Comuni a Castelnuovo Garfagnana e in Municipio a Migliano (Fosciandora).
A cura di Pier Giuliano Cecchi
Tag: grande guerra, prima guerra mondiale, ivano stefani, fosciandora, fosciandorini
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