Già dal titolo un anticipo di ciò che si è respirato sabato sera in piazza San Felice: aria di Barga, così come ormai accade da alcuni anni grazie all’impegno dell’Arciconfraternita di Misericordia di Barga.
La partenza di questo tipo d’incontri, affidata alla generosa e attenta cura della prof. Graziella Cosimini, si ebbe con la stessa professoressa, ricordando, sempre con uno spettacolo in piazza San Felice, i confratelli illustri della stessa e antica istituzione barghigiana: Maria e Giovanni Pascoli, in occasione del centenario della morte del Poeta che cadeva nel 2012. A fianco a Graziella Cosimini si sono alternati vari personaggi, come la soprana Sally, il chitarrista Guazzelli, il fisarmonicista Gronchi, il mezzosoprano Popolani e buon ultimo il tenore Pieruccini.
Dal buon successo di quella prima iniziativa, incentrata su scritti e poesie di Pascoli che portavano alla riscoperta del vissuto di Barga e Comune, ben delineate dal Poeta, che della sua gente e cose innalzò tutto a poesia, è nata l’idea di ripetere questo tipo d’incontri incentrati sulla riscoperta della nostra identità. Più precisamente di quegli scrittori locali del passato, prosa e poesia con slanci universali, che dopo Pascoli hanno contribuito ad accrescere e mantenere questa identità.
Così, dopo la Poesia di Barga del 2014 e La Memoria di Barga del 2015, ecco che ieri sera ci è venuta incontro una delle memorie più affascinanti e al tempo stesso più tristi che quel nostro vissuto, ci ha lasciato e che par riprenda l’avvio; “Amore di terra lontana”, spettacolo incentrato sulla nostra emigrazione e cosa volle dire per centinaia e centinaia delle nostre famiglie o persone il pensiero di lasciare la terra nativa per viaggiare, forse anche affascinati ma affamati, in un mondo assolutamente sconosciuto e pieno di mille insidie.
Ad allietare la serata delle tristi memorie di Barga, che furono di tutta l’Italia, ci hanno pensato le “Donne di Barga per Barga”, che ai numerosi intervenuti, in accordo con l’Arciconfraternita di Misericordia, hanno offerto il calore della loro passione, porgendo un bicchiere per un iniziale brindisi all’iniziativa.
Prima dell’inizio dello spettacolo c’è stato un graditissimo e inaspettato intervallo musicale offerto dal musicista scozzese Hamisch Moore, che con la sua “small pipe”, ha offerto un suono che a molti dei presenti, per la lunga sosta in quella terra, ha suonato familiare, comunque molto apprezzato da tutti.
Di seguito c’è stato l’avvio ufficiale della serata con l’introduzione e il saluto a tutti i partecipanti da parte del governatore dell’Arciconfraternita di Misericordia di Barga Enrico Cosimini, soprattutto alle presenti misericordie consorelle: Tiglio, Loppia e Filecchio, Castelvecchio e del Barghigiano. Cosimini ha poi illustrato sia la serata come l’attività che sta svolgendo l’Arciconfraternita, in particolare annunciando che il prossimo anno scade una sua data molto espressiva, il duecentesimo anno di continua attività dalla fondazione o rifondazione che avvenne nel 1817 e che per l’importante appuntamento il sodalizio sta preparando delle adeguate iniziative, come l’abbellimento delle proprie edicole al cimitero di Barga con espressive immagini dedicate all’anno Giubilare della Misericordia, la stampa di un libro che ripercorra sin dal medioevo l’iter delle misericordie a Barga e altre iniziative che poi saranno divulgate.
La presentazione della serata è continuata con il saluto del vicesindaco Caterina Campani e del proposto di Barga mons. Stefano Serafini. Questi ha posto l’accento soprattutto sull’attuale fenomeno immigratorio che ci investe e ci fa riflettere ancor di più sul significato della serata.
Dopo, per mano del governatore Cosimini, si è avuto il conferimento della qualità di Confratello Onorario dell’Arciconfraternita di Misericordia di Barga al dottor Silvano Bertieri, per anni già Segretario Comunale di Barga e molto attivo nel sodalizio, apportando il suo qualificato sostegno e fattiva opera alle varie iniziative intraprese.
Finalmente il vero e proprio spettacolo ha preso il suo avvio, che così potremmo introdurre, cioè, con le stesse parole di Graziella Cosimini: “Qualcuno partiva e si chiudeva dietro di sé una porta, dove nella stanza c’era una mamma che restava in attesa di notizie, di nuove, che fossero buone come la speranza suggeriva”. Su questa falsariga si è poi dipanato tutto il racconto, con lettura di lettere ripescate per l’occasione in fondi di cassetti, lì custodite come piccoli cimeli di una memoria affettiva intrisa di lacrime e murmuri lene confidate all’Iddio.
Graziella Cosimini sul tavolo aveva tre zoccoli fornitigli da Emilio Lammari, quegli zoccoli che avevano lasciato dietro la soglia in attesa del ritorno, allora calzando le uniche scarpe che li avrebbero portati per il Mondo. Su un casolare della montagna di Barga, alla Moscamora, ancora oggi si può leggere una vecchia scritta che recita: “Si deve partire!”, chiara allusione al preannunciato distacco dalla terra per cercare fortuna lontano e l’enorme sollievo, quando sparsi per il mondo, giungeva l’eco di un accento locale. Oppure il ricordo dell’importante ruolo che le donne ebbero in questa tregenda che segnò moltissimo la nostra gente, acuita da certe ritorsioni che decisero, senza reale colpa, alcuni a salire su quella nave chiamata Arandora Star.
Tutte queste letture sono state intervallate e sapientemente rilevate dalla bella voce del tenore Marco Pierucci, con “Amara terra mia”, “Caruso”, “Che sarà”, “Mi manchi” e altre struggenti melodie. Una voce che si è distesa nella piazza e sospinta da tutti negli angoli più remoti di ogni luogo del Comune di Barga. Un dolce e potente canto che ha riconsegnato ognuno al vero del sentimento che Graziella Cosimini ha da par suo ben delineato e mi sia permesso un plauso a ognuno dell’Arciconfraternita di Misericordia di Barga, cui appartengo, augurando che “La Memoria di Barga” trovi altri ed efficaci momenti di celebrazione.
Pier Giuliano Cecchi
Tag: Misericordia, Arciconfraternita, emigrazione, emigranti, memoria di barga, Graziella Cosimini
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