Nella giornata di ieri 12 luglio si è svolto presso i seggi montati davanti ai tornelli della KME DI Fornaci di Barga il referendum sull’approvazione dell’accordo presentato ai lavoratori nelle assemblee l’11 luglio, che tutelerà tutti i lavoratori fino al dicembre 2018.
A darne notizia il segretario UILM Area Nord Toscana, Giacomo Saisi ed anche il segretyario provinciale della FIOM, Mauro Rossi.
L’affluenza alle urne è stata molto alta, hanno votato 80,6% degli aventi diritto, i SI sono stati 366 il 77% mentre i NO 103 le nulle 2 e le bianche 4
“Va detto che questo accordo – spiega Saisi – ricalca quello firmato nel 2013, perché nessun lavoratore verrà licenziato durante la vigenza dello stesso, ma la situazione non è paragonabile a quella di allora, che seppur delicata era migliore di quella attuale.
Quindi per fare un’analisi corretta e poter dare un giudizio dobbiamo partire da Ottobre 2015 dove Kme ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Fornaci di Barga con il trasferimento di tutte le produzioni in Germania nel sito Osnabrueck e, per far fronte al grave impatto sociale che avrebbe creato questa scelta, ha presentato un progetto di riconversione del sito verso l’attività idroponica che avrebbe dovuto permettere il reimpiego di parte del personale dello stabilimento.
Progetto che a nostro modo di vedere era realizzabile ma anche molto rischioso e pieno incognite,
quindi è da ritenersi positiva la decisione del gruppo KME Italy di mantenere l’attività industriale continuando a produrre semilavorati di rame e ottone e soprattutto di reinvestire e ricominciare a fondere il rame conservando l’attività metallurgica in Media Valle del Serchio non facendo così scomparire un settore che appartiene ormai ai 100 anni di storia di questo territorio.
Sicuramente con questo accordo non verranno risolti tutti i problemi, ma con la soluzione dei contratti di solidarietà fino a settembre del 2018 e l’attivazione di corsi di formazione per una riqualificazione professionale da poter utilizzare sia all’interno che all’esterno dello stabilimento, riteniamo di aver raggiunto il miglior compromesso possibile nella gestione dei 275 esuberi annunciati dall’azienda e in una fase in cui la fabbrica gira quasi al 50%”.
Le tutele riguardo allo spostamento delle produzioni e le penali messe in caso di licenziamenti unilaterali, così come previste anche nell’accordo del 2013, danno ai lavoratori ampie garanzie che per la durata del presente accordo non ci saranno licenziamenti unilaterali e non verranno spostate produzioni se non ne verranno riportate altre simili sia in valori di tonnellate che di valore aggiunto.
L’istituzione di un nuovo premio di risultato e la riconferma delle 450 euro a compensazione delle mancate tonnellate, così come all’accordo del 2013, con un aggiunta di un una tantum di 100 euro per il 2016, 50 euro nel 2017 e nel 2018 che verranno erogati in welfare aziendale contribuiscono a riportare un po’ di serenità e tranquillità anche tra i lavoratori”.
Giacomo Saisi chiude sottolineando che la UILM Area Nord Toscana ritiene questo accordo il migliore che si potesse ottenere in questa difficile fase dove c’è stato il forte rischio di dismissione del sito: “Ci attendiamo ora che questo accordo aiuti al rilancio dello stabilimento dopo questi anni di grossa incertezza”.
Sull’approvazione dell’accordo interviene anche il segretario provinciale della FIOM CGIL Mauro Rossi, che ricorda peraltro che analoghe percentuali si sono registrate anche nei referendum svolti nelle sedi di Firenze e Serravalle Scrivia (AL).
“Si tratta di un risultato importante – commenta Rossi – sia per i livelli di partecipazione al voto che per i consensi ricevuti dall’ipotesi di accordo. A questo punto l’accordo diviene operativo e offre una prospettiva di maggiore tranquillità per i lavoratori interessati e per un intero territorio.
Per i prossimi due anni l’occupazione è salva e si riporta a Fornaci di Barga tutto il ciclo produttivo con un apposito investimento in un forno fusorio e c’è l’impegno a rafforzare, efficientandoli, tutti i segmenti produttivi, anche quelli ultimamente trascurati. Da questo punto di vista sarà essenziale lo sforzo che l’azienda si è impegnata a mettere in campo dal lato commerciale per conquistare fette sempre più importanti di mercato. Per la prima volta si sono concordati meccanismi incentivanti di premi legati ai risultati che si raggiungeranno.
Consideriamo l’esito del referendum un importante riconoscimento della difficile trattativa che si è svolta e che ha portato l’azienda a dover scommettere sul futuro produttivo in Italia ed in particolare a Fornaci di Barga. I due anni che abbiamo di fronte non saranno semplici, dovremo comunque gestire una fase caratterizzata ancora dal ricorso agli ammortizzatori sociali, lo dovremo fare cercando di far rispettare i principi di solidarietà e non discriminazione, ma siamo convinti che la determinazione manifestata dai lavoratori in questi mesi alla fine potrà ottenere i giusti risultati”.
Tag: lavoratori, referendum, kme accordo, sindacati
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