Kme: forno fusorio e rilancio della produzione. La trattativa riparte da qui

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Si riparte da qui. La trattativa riparte dalla novità grossa emersa con la nomina di Claudio Pinassi ad amministratore delegato di KME e con la sua ferma intenzione a portare avanti un progetto di rilancio del settore metallurgico di KME che a Fornaci vuol dire contare anche su un forno fusorio per il rame.

Lo scorso 9 giugno il tavolo tecnico svoltosi a Fornaci di Barga per affrontare appunto la questione forno fusorio. Ormai è chiaro a tutti il concetto che il futuro dei prossimi tre anni del nuovo piano industriale, vuol dire accantonare definitivamente la storia del forno Asarco e ricominciare dal forno Loma 1 e dalla sua riconversione al rame.

A ribadire questa volontà dell’azienda ai sindacati giovedì non erano solo presenti il direttore ed i dirigenti dello stabilimento, ma è giunto nuovamente anche l’AD Claudio Pinassi che in questa trattativa ci sta mettendo la faccia.

Con il Forno Loma 1 l’azienda conta in un primo step a garantire una produzione annua di 25000 tonnellate per poi, se il mercato lo richiederà (e gli auspici e gli impegni sono per giungere a questo), arrivare tramite modifiche all’impianto a 45000 tonnellate; il personale impiegato tra diretti ed indiretti sarà inizialmente di 19 addetti per poi arrivare a 24. Comunque per tutti a questo punto il Loma 1 è una certezza su cui discutere e approfondire, ma comunque un l’unica soluzione per garantire l’autosufficienza del sito sulla fusione di rame anche se presenta, per i sindacati, criticità da chiarire.

“Il punto è che vogliamo verificarespiega il segretario provinciale della FIOM, Mauro Rossisiamo soddisfatti di questo passo che dovrebbe riportare all’accensione di un forno, ma lo vogliamo valutare bene. Vogliamo che questo progetto parta con tutte le garanzie. Vogliamo capire davvero le forze in gioco perché la posta in palio è alta e ne va, da qui ai prossimi tre anni, il futuro di KME a Fornaci”.

Lo spirito è comunque costruttivo:

“Questo confronto ripreso con l’azienda è l’arma vincente per arrivare ai risultati che tutti ci auspichiamo – continua Rossi – Sapere che sei in una fase dove parli con tecnici che ti ascoltano e con un AD che finalmente è un industriale vero che sa di che cosa si sta parlando fin nei minimi dettagli, è importante. Garantisce che alla fine si possa dire la nostra e portare avanti una trattativa vera, seria e costruttiva. Insomma, il potenziale per fare il progetto, per sostenere i prossimi tre anni ed il piano industriale ci sono, e dobbiamo essere anche noi i primi a crederci”.

“Da lunedì a Firenze (il primo dei tre incontri in programma tra sindacati e azienda in giugno ndr) riparte dunque una trattativa che sarà molto complicata – ci dice ancora il segretario FIOM – Sappiamo benissimo da che fase stiamo uscendo e che bisogna trovare da qui al 2018 una quadratura dello stabilimento altrimenti saranno problemi a garantirne il futuro una volta esauriti gli ammortizzatori sociali. Va fatto quindi tutti insieme un lavoro importante dove tutte le varie sfaccettature vanno allineate per raggiungere i risultati che tutti ci auspichiamo”.

Concorda Emilio Cecchini della RSU KME:

“La riunione è andata bene proprio perché prevale uno spirito all’ascolto che apprezziamo e che ci permette di confrontarci sulle nostre obbiezioni e proposte.

Si riparte da una trattativa che ha come punto di forza il forno fusorio Loma. Da qui si comincia a lavorare sullo sviluppo promesso dalla dirigenza ma che deve essere supportato dalla risoluzione di una serie di criticità riguardanti la riconversione del forno e da un impegno per la manutenzione di tutti i reparti di Fornaci. I numeri che ci ha fornito Pinassi vanno migliorati, ma sono un progetto credibile. L’amministratore delegato ci porta la promessa di incrementare sensibilimente le tonnellate prodotte che per ora ci confermano la politica aggressiva di mercato che KME ci aveva già annunciato con Manes.

Ci sono punti delicati che ancora non abbiamo sgrossato e discusso e qui si vedrà il vero impegno dell’azienda. Dai numeri che ci presentano emerge però che ci si può lavorare. La nostra preoccupazione è che da qui al 2018 la forza produttiva, i posti di lavoro vengano mantenuti. Nel frattempo però dobbiamo tutti impegnarci al rilancio ed alla ripresa perché finiti gli ammortizzatori sociali o saremo nella condizione di camminare con le nostre gambe o saremo alla fine del viaggio Metallurgica”.

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