È uscito a dicembre scorso l’ultimo libro di Terri Colpi, una dei massimi studiosi britannici sulle vicende delle comunità italiane in Gran Bretagna. Il volume (“Italians’ Count in Scotland”) è nato da una lunga ricerca di archivio e traccia l’evoluzione della comunità Italiana in Gran Bretagna.
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Nel dicembre 2015 È stato pubblicato un altro importante contributo alla storia dell’emigrazione italiana – e dunque barghigiana – in Gran Bretagna. Autore del volume è la dottoressa Terri Colpi, già autrice di “The Italian Factor, The Italian community in Great Britain” e “Italians Forward: Visual History of the Italian Community of Great Britain”, ai quali adesso si aggiunge “Italians’ Count in Scotland” (edito da St James press), una ricerca che racconta l’evoluzione di una delle comunità di migranti più consistenti della Scozia attraverso un’affascinante serie di censimenti storici rimasti negli archivi del Consolato italiano per ottanta anni.
In questo libro Terri Colpi porta alla luce i dati forniti da centinaia di mani diverse ricostruendo origini migratorie, modelli di insediamento, la vicenda della Grande Guerra e le storie della diaspora italiana che si intreccia con la storia della Scozia. Ne emerge un quadro ricco che rivela una comunità in crescita e fiduciosa(i dati si riferiscono principalmente al censimento del 1933), pur nell’avvicinarsi della Seconda Guerra Mondiale.
La ricerca di Terri Colpi presso gli archivi del Consolato Italiano non solo ha permesso di raccontare una storia italo-scozzese ma, grazie alla collaborazione tra il Consolato e la National Italian Records of Scotland, anche di salvare questi importanti documenti, che sono stati digitalizzati e che saranno conservati per le generazioni future.
L’autrice è un’italo-inglese di terza generazione da sempre interessata alla storia e all’evoluzione della comunità italiana all’estero. Si è laureata all’Università di Oxford ed è tra i massimi specialisti britannici sulle vicende delle comunità italiane in Gran Bretagna.
Attualmente è Honorary Research Fellow, membro del consiglio dell’University of St Andrews e Advisory Board Member del progetto “Transnationalizing Modern Languages”.
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