Che sia un nuovo inizio con l’avvio della produzione di agricoltura idroponica, o che invece sia un nuovo percorso di una produzione già consolidata a Fornaci come quella del rame, di sicuro c’è per il momento solo una cosa nella vicenda KME che sta tenendo banco dall’ottobre scorso: l’azienda ha formalmente confermato che comunque vada, sia che si vada avanti con il progetto idroponica che si porti invece a compimento la joint venture che avevamo annunciato nelle settimane scorse con il gruppo Eredi Gnutti Metalli per quanto riguarda lo stabilimento metallurgico di Fornaci di Barga, saranno garantiti i livelli occupazionali.
E’ emerso questo e questo sostanzialmente i sindacati hanno già anticipato ai lavoratori della fabbrica, nell’incontro tra KME e organizzazioni sindacali che proprio oggi era atteso e si è regolarmente tenuto a Firenze, nel proseguo delle trattative in corso.
Ma non sono solo queste le novità di rilievo. L’incontro è servito appunto per capire meglio che cosa bollisse in pentola tra KME ed il Gruppo Gnutti dopo le notizie uscite. Da quanto comunicato ai sindacati pare infatti che la trattativa con il Gruppo Gnutti sia a buon punto. L’accordo potrebbe esserci anche se ancora manca la firma definitiva e questo impone l’utilizzo del condizionale pieno perché in trattative di questa importanza fino alla fine tante sono le cose che devono essere messe al loro posto.
Dunque strada idroponica tramontata? Il rame continuerà ad essere la realtà di Fornaci? Assolutamente prematuro parlarne, come invece anche oggi sul web si è trovato scritto da più parti.
C’è insomma bisogno di ancora più tempo per sbloccare definitivamente o per far tramontare questa probabile joint venture che comunque vedrebbe sempre la maggioranza di KME e che, se andasse realmente in porto, come ci spiega Mauro Rossi, segretario provinciale della FIOM: ”Darebbe vita ad un grande gruppo di dimensione nazionale che opererebbe in modo massiccio nel campo metallurgico. I due gruppi controllerebbero di fatto buona parte del mercato italiano. L’accordo manca ancora della firma – ribadisce però Rossi – Se la firma non ci fosse e l’accordo saltasse per Fornaci l’azienda è intenzionata comunque a portare avanti il progetto idroponica e quindi ad avviare il piano di riconversione. Se la firma ci sarà Fornaci continuerebbe a produrre rame, mentre il discorso idroponica potrebbe coinvolgere lo stabilimento KME di Serravalle Scrivia. Ma parlare dell’ipotesi idroponica come ormai di un fatto archiviato è assolutamente fuorviante in questo momento. Le due strade sono ancora sul tavolo ed entrambi percorribili”.
Comunque sia per definire la questione joint venture è stato chiesto più tempo e proprio per questo con i sindacati è stato siglato oggi un prolungamento fino a marzo dei contratti di solidarietà che sarebbero invece scaduti con il mese di dicembre. Tra le notizie positive emerse anche la previsione di un premio di produzione per i dipendenti pari a 450 euro, che verrà erogato il 12 dicembre. Un premio che comunque, se invece riprendesse forza il discorso idroponica, e quindi si arrivasse ad avviare il processo di riconversione con il piano triennale di cassa integrazione per i lavoratori, verrebbe riassorbito nel piano di integrazione alla CIG che rientrava nei punti già avviati e confermati nella trattativa di queste settimane.
Tutto quindi è ancora in ballo, ma di quello che è emerso oggi e di quelle che sono le prospettive sul tavolo intanto si parlerà con i lavoratori nel corso di assemblee in programma mercoledì 2 dicembre.
Tag: joint venture, Fornaci, kme, stabilimento, idroponica, gnutti
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