Il processo per arrivare alla riconversione della “Metallurgica” di Fornaci di fatto ora inizia anche dal confronto tra i sindacati e l’azienda. Proprio lunedì è in programma il primo degli incontri che i sindacati vorrebbero a scadenza pressoché settimanale per affrontare le questioni e le problematiche ad una ad una.
Con un occhio di riguardo anche alla questione non secondaria dell’indotto, come sottolinea il segretario provinciale FIOM, Mauro Rossi: “Già martedì a Firenze abbiamo manifestato le nostre preoccupazioni per le ricadute sull’indotto; ci saranno diverse ditte che si troveranno senza un committente da un giorno all’altro, alcune delle quali, in modo particolare la Cooperativa Fanin di Fornaci, con 80 dipendenti e che lavora al momento al 90% alle commissioni di KME. E’ vero che anche loro possono beneficiare di ammortizzatori sociali, ma non delle prospettive di riconversione che invece si aprirebbero per i lavoratori di KME”.
Questa per Rossi deve essere anche una delle problematiche più a cuore, anche se non l’unica, del tavolo istituzionale annunciato.
Per quanto riguarda il confronto con l’azienda sul futuro di KME Fornaci: “Ora ci si aspetta che l’azienda passi dalla presentazione di un piano industriale concreto e dettagliato. Bisogna capire qualche è il progetto, quale il piano industriale, come gestire le fasi degli ammortizzatori sociali nel periodo di transizione dei tre anni previsti. Ci devono intanto essere garanzie di integrazione per compensare la ridotte mensilità che verranno percepite con la cassa integrazione; stabilire i criteri in base al quale uno sta in cassa integrazione o quanta cassa integrazione spetta ad ognuno, in base alle questioni sociali. Ma tra le priorità da discutere anche la redazione di un serio piano di formazione del personale che deve acquisire nuove competenze”.
Tag: sindacati, fiom, kme, coop fanin, piano industriale, riconversione, agricoltura idroponica, indotto, mauro rossi
Lascia un commento