Primi passi importanti e con risvolti positivi nel confronto tra sindacati e KME, per arrivare alla riconversione dello stabilimento di Fornaci.
Stamattina si è svolto il secondo degli incontri in programma a Fiorenze tra KME ed i sindacati, per affrontare le varie tematiche legate al piano di riconversione dello stabilimento di Fornaci . All’ordine del giorno la presentazione del piano economico del progetto, ma sono emerse anche altri dettagli interessanti circa le attività legate al rame che potrebbero rimanere a Fornaci. E alla fine non sono mancati i giudizi positivi sulle informazioni comunicate dall’azienda,
come ci conferma il segretario provinciale della FIOM, Mauro Rossi.
C’è stata una disanima più approfondita delle cifre, dei costi e dei ricavi previsti, ed in particolare fornendo le garanzie richieste circa gli investimenti previsti per Fornaci già anticipati in 50-60 milioni di euro.
“Sono state forniti una serie di dati che ci paiono credibili per come sono costruiti e ci hanno permesso di appurare che la produzione prevista per Fornaci sia effettivamente particolarmente redditizia. Quando si arriverà alla produzione effettiva i margini operativi lordi saranno particolarmente alti insomma.
Dall’incontro sono emersi anche altri elementi positivi sugli scenari futuri: “Intanto la conferma dei 55 dipendenti che rimarrebbero a Fornaci impiegati nel reparto taglio e commercializzazione del rame, ma anche la possibilità (per il momento da parte dell’azienda sono in corso studi e analisi di mercato che dovrebbero essere conclusi tra una settimana) di mantenere a Fornaci almeno la parte finale della produzione delle lingottiere, la parte ultima del processo: “Da capire- prosegue Rossi – ancora quale e quanta parte rimarrà a Fornaci, ma quasi sicuramente si tratterà del reimpiego di almeno altri 15 dipendenti. Comunque sia una nota indubbiamente positiva”
Dal coordinamento sindacale, tra i vari temi toccati, il ribadire che esiste anche il problema legato all’indotto ed in particolare alla situazione della cooperativa Fanin. Una questione la cui discussione sarà rimandata più avanti, come ribadito dall’azienda, che per il momento preferisce concentrare il confronto sulla delicata questione della riconversione dello stabilimento di Fornaci
Lunedì prossimo il nuovo incontro in programma dove si entrerà nel confronto di una delle questioni più importanti ovvero la gestione del personale, la possibilità o meno che KME garantisca una copertura delle stipendio per ovviare agli 800 euro massimi previsti dagli ammortizzatori sociali nella fase di riconversione dei prossimi tre anni; come si intende perseguire la formazione dei dipendenti, come verrà organizzata la cassa integrazione
“E’ stato un incontro importante – commenta anche Emilio Cecchini della RSU di KME – per capire i reali piani di investimento. Ci è servito soprattutto ad avere molte conferme in particolare sul fatto che l’azienda crede realmente in questo progetto e che garantisce il piano di investimenti, ma positive sono state anche le conferme venute per i reparti taglio e le prospettive emerse per le lingottiere”.
Tag: vicenda kme, agricoltura idroponica, sindacati, kme, piano economico, piano industriale, riconversione
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