Kme cessa la produzione di rame ma riconverte il sito di Fornaci di Barga e non apre procedure di licenziamento. Così riassume il titolo del comunicato congiunto emesso ieri, dopo l’incontro di Firenze, dal coordinamento nazionale Fim-Fiom-Uilm di KME, dove appunto l’azienda ha reso nota la cessazione della produzione di rame nel sito di Fornaci di Barga a partire dai primi mesi del 2016 e contemporaneamente ha annunciato un reinsediamento produttivo dentro lo stesso sito al fine di rioccupare tutti i lavoratori.
Il coordinamento esprime la propria contrarietà per quanto riguarda la perdita di un sito industriale importante come quello di Fornaci e allo stesso tempo esprime cautela sul progetto di rideversificazione così come illustrato che: “Seppur elemento positivo – scrive il coordinamento – , ha bisogno di essere valutato e verificato con attenzione riguardo la sua fattibilità, dentro una trattativa che si dovrà aprire immediatamente anche con il coinvolgimento dei soggetti istituzionali atti a garantire e monitorare l’esito positivo di un eventuale accordo”.
Oggi intanto a Fornaci sono in corso, reparto per reparto le prime assemblee informative in sciopero per la durata di una ora e mezza. Seguiranno assemblee anche negli altri siti ed il coordinamento si riserva eventuali ulteriori momenti di mobilitazione.
Già da ieri pomeriggio su Facebook e sugli altri social media lo sconcerto dei lavoratori e della gente della Valle del Serchio. Tanta la preoccupazione ed anche l’incredulità per le notizie venute da Firenze. Con comunque la speranza che il non aver annunciato procedure di licenziamento e l’aver presentato un piano di riconcversione possa essere visto come un fattore positivo.
Sconcerto e preoccupazione sono i sentimenti espressi anche dal sindaco di Barga, Marco Bonini nel commentare le decisioni di KME di chiudere la produzione del rame nello storico stabilimento di Fornaci e riconvertire la fabbrica alla produzione di agricoltura idroponica.
“Sono rimasto sconcertato dalla notizia, provo la solita sensazione dei tanti lavoratori della nostra Valle, ai quali sono vicino. nell’apprendere quello che sta accadendo a Fornaci. E’ chiaro che ci sono tanti punti interrogativi in quanto prospettato dall’azienda ai sindacati ieri a Firenze. C’è da capire quanti dei 600 e passa lavoratori della “metallurgica” di Fornaci verranno reimpiegati; che cosa succederà all’importante indotto che ruota attorno alla fabbrica; conoscere meglio il piano industriale che porterà a questa riconversione. Non è facile infatti immaginare come un’azienda che ha lavorato nella metallurgia per cento anni possa essere riconvertita in un’azienda agricola, ma sono certo che se da KME sono venute queste comunicazioni un piano industriale ben preciso ci deve essere.
Vogliamo che tutto questo venga discusso ed approfondito anche con le istituzioni. Già ieri, dopo aver appreso la notizia, mi sono confrontato con alcuni sindaci della Valle, ma qui c’è bisogno al più presto di mettere attorno ad un tavolo istituzionale tutti i rappresentanti delle istituzioni, a tutti i livelli. Questo non è un problema della sola Barga, è una questione che deve vedere unita in spirito collaborativo tutta la Valle.
Dunque a breve la creazione di un tavolo istituzionale, ma già da subito chiederò a nome delle istituzioni un confronto con l’azienda per approfondire meglio il piano presentato e quale sarà il futuro di Fornaci; quali saranno le garanzie per i dipendenti.
Già stasera discuteremo della situazione anche nel consiglio comunale (convocato per le 17,30) mentre per venerdì era già in programma un incontro con i sindacati ai quali do la mia disponibilità ad un confronto anche nelle prossime ore.
Detto questo voglio vedere in tutto questa vicenda il bicchiere mezzo pieno. Qui non è stata prospettata una chiusura dello stabilimento ed il licenziamento in massa. Poteva succedere anche questo visto le continue difficoltà di KME, ma così non è stato per Fornaci, dove l’azienda sta comunque tentando di salvare questa realtà ed i posti di lavoro con un piano industriale di riconversione. Prendiamolo come un positivo punto di inizio anche se, come ho detto, gli interrogativi da chiarire sono tanti”.
Da registrare anche la presa di posizione di Nicola Boggi, consigliere provinciale di fresca nomina con delega alla politica dee lavoro: “Un’operazione di riconversione produttiva di tale radicalità necessita di un approfondimento puntuale dei contenuti del business plan – al momento ancora non reso pubblico dalla proprietà – nei suoi più minuziosi dettagli da parte tanto dei lavoratori e delle loro rappresentanze di categoria quanto del sistema istituzionale locale, provinciale e regionale nel suo insieme. L’importanza strategica – sociale ed economica – che il sito produttivo di Fornaci di Barga riveste da quasi un secolo per l’economia della Valle del Serchio come della intera provincia di Lucca, impone un’azione straordinaria da parte del sistema delle istituzioni pubbliche volta a monitorare questo progetto dal carattere estremamente innovativo. C’è la necessità di promuovere immediatamente la costituzione di un tavolo istituzionale permanente capace d’avviare fin da subito un’azione di verifica in merito contenuti del piano imprenditoriale predisposto dalla proprietà in termini di consistenza e sostenibilità del progetto sul piano economico e finanziario, di bonifica e riconversione delle aree produttive, ma soprattutto nell’ottica della mantenimento e riconversione professionale delle maestranze impiegate attualmente tanto nello stabilimento quanto nelle aziende “satelliti” dell’indotto. La provincia di Lucca sarà certamente di questa partita”
Tag: vicenda kme, agricoltura idroponica, kme, piano industriale, riconversione
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