Kme, massima attenzione delle istituzioni sul progetto di riconversione e sulle garanzie ai lavoratori

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Massima partecipazione questa mattina a Barga alla prima riunione che ha dato di fatto il via alla costituzione del tavolo istituzionale che avrà l’incarico di seguire passo, passo la vicenda KME con il massimo coinvolgimento di regione e Governo Nazionale. Questo il principale ruolo dell’organismo costituito a Barga che dovrà vigilare in particolare sui passaggi che porteranno alla trasformazione della fabbrica e soprattutto sulle garanzie per i posti di lavoro di circa 800 laboratori tra dipendenti KME e indotto: estrema chiarezza sui vari aspetti del Piano industriale di riconversione della proprietà; un’attenzione vigile e continua da parte delle istituzioni locali, regionali e nazionali; una constatazione di fondo che si tratta di una riorganizzazione aziendale difficile, dalle prospettive e dai risvolti non completamente nitidi; una questione aziendale e occupazionale che ha una portata numerica per la Valle del Serchio e per il territorio provinciale almeno pari (fatti i dovuti distinguo) a quella dell’area siderurgica di Piombino.

All’incontro svoltosi nella sala consiliare del comune, la presenza di molti sindaci della Valle, consiglieri comunali barghigiani, dei consiglieri regionali Ilaria Giovannetti (PD) e Gabriele Bianchi ( Movimento 5 stelle), dei presidenti delle due unioni dei comuni della Valle, Paolo Fantoni e Andrea Bonfanti. A dirigere i lavori il sindaco di Barga, marco Bonini con il senatore Andrea Marcucci, l’on. Raffaella Mariani, l’assessore regionale Marco Remaschi ed il presidente della provincia di Lucca, Luca Menesini.

Proprio la presenza dei parlamentari e quella di Remaschi che rappresentava la Regione ufficialmente, ha garantito il massimo interessamento sia a livello regionale che nazionale alla problematica ed a seguire lo sviluppo della situazione che si è venuta a creare dopo l’annuncio della dimissione della produzione del rame allo stabilimento KME di Fornaci e la sua riconversione in azienda idropinica. Da loro l’assicurazione infatti che si faranno portavoce verso i rispettivi vertici affinché, rispettivamente, Regione Toscana e Governo siano in coinvolti attivamente nella vertenza

La prima riunione è servita insomma per fare il punto sulla situazione, ma anche per assicurare quell’attenzione e quella vicinanza ai lavoratori e alle loro famiglie da parte delle istituzioni che – proprio in virtù dei 600 dipendenti attuali – un’operazione del genere necessita, soprattutto se si pensa al non semplice passaggio da un’attività metalmeccanica ad un’azienda dedicata alla produzione di agricoltura idroponica. Ecco che gli interrogativi maggiori – oltre alle preoccupazioni sul fronte occupazionale – si focalizzano proprio sulla credibilità della proposta, nonché sull’entità dell’investimento e sui tempi di attuazione.

Da segnalare che già nei prossimi giorni il presidente della Provincia, Menesini, e il sindaco di Barga, Bonini, incontreranno il Prefetto di Lucca Giovanna Cagliostro per rappresentarle la problematica e, nel caso sia necessario, per chiederle di fare da tramite con il Governo. L’intenzione comune, infatti, è quella di mantenere la questione ai livelli massimi di interlocuzione istituzionale.

Le preoccupazioni maggiori emerse dagli interventi dei rappresentanti istituzionali riguardano, in primis, le prospettive imprenditoriali sul territorio di una attività completamente diversa da quella attuale, le certezze sui numeri e sui tempi di riassorbimento dei dipendenti (si parla di 520/530 lavoratori, rispetto ai 600 occupati attuali), la questione degli ammortizzatori sociali, il futuro dei lavoratori dell’indotto. Sul fronte degli ammortizzatori sociali è stato comunicato che l’azienda assicurerà ai lavoratori cassintegrati la differenza con lo stipendio base. Un’opzione che molti vorrebbero far estendere anche agli effettivi lavoratori dell’indotto.

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