Grandissima partecipazione, grandissima attenzione, tanti interrogativi su quello che potrà essere il piano industriale presentato da KME per lo stabilimento di Fornaci.
Così Mauro Rossi, segretario provinciale FIOM, riassume le assemblee in programma per la giornata di oggi con i lavoratori della “Metallurgica” di Fornaci. In tutto alla fine della giornata, saranno sette le assemblee organizzate per informare i dipendenti su quello che è emerso nel confronto tra vertici aziendali e coordinamento sindacale nell’incontro di ieri a Firenze con la presentazione del piano industriale che prevede la riconversione del settore rame dello stabilimento di Fornaci di Barga, a partire dal 2016, in una produzione legata all’agricoltura idroponica.
“Le assemblee – spiega Rossi – sono state partecipatissime e quello che soprattutto vogliono capire i dipendenti è se fidarsi o meno di quello che l’azienda ci ha raccontato. C’è stata però una grande assunzione di responsabilità da parte dei lavoratori che partendo da un dato negativo, ovvero la perdita di un altro grande pezzo del tessuto industriale italiano, apre la disponibilità ad un confronto costruttivo sul piano industriale presentato per sapere se ci sono gli spazi per garantire in primis il posto di lavoro a tutti.
Insomma i lavoratori vogliono comprendere quello che abbiamo di fronte e le reali intenzioni dell’azienda”.
Da parte dei sindacati, presenti con tutte le sigle alle assemblee di Fornaci, la constatazione che se va a finire come prospettato, con la dismissione della produzione del rame a Fornaci di Barga l’Italia perde appunto un altro pezzo del suo tessuto produttivo ed industriale, ma che al di là di questo punto ora bisogna guardare al piano industrial; approfondire il progetto .
I sindacati hanno illustrato quanto a loro conoscenza soffermandosi sulle garanzie di KME di non voler perseguire alcun licenziamento: “Gli interrogativi però sono tanti e vanno affrontati uno ad uno – continua il segretario FIOM – Intanto quello delle tempistiche. Lo smantellamento del settore rame prevede per i dipendenti tre anni di ammortizzatori sociali ma la legge prevede su tempistiche di questa durata un reddito che è di 800 euro mensili. Un punto insomma fondamentale, tra le priorità della nostra trattativa sarà quello di cercare di far garantire quantomeno una integrazione da parte dell’azienda, per quanto i lavoratori perderanno del loro attuale stipendio”.
In sostanza il mandato che viene dai lavoratori e demandato ai sindacati in queste assemblee è di intraprendere una trattativa costante con l’azienda per andare a verificare il piano industriale nei dettagli, nelle tempistiche di rientro dei lavoratori, oltre che capire meglio il business del progetto e la sua reale proiezione sul mercato.
I sindacati sono intenzionati a portare avanti una trattativa costante da qui fino al prossimo mese di dicembre e comunque fino a quando dovrebbe partire il nuovo progetto di riconversione: “La nostra intenzione .- spiega ancora Rossi – è quella di confrontarci con l’azienda di settimana in settimana, per fare il punto su tutte le problematiche e le tematiche relative a questo progetto”.
Oltre alle assemblee per il momento non sono in programma altre manifestazioni anche se i sindacati non escludono nuove ore di sciopero a seconda degli sviluppi della trattativa che sarà intrapresa con KMEPer il monmento
Tag: piano industriale, riconversione, vicenda kme, agricoltura idroponica, kme
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