TRENTINO ALTO ADIGE
Se non fossi nata in Piemonte e se non vivessi in Toscana, eleggerei il Trentino Alto Adige a mia terra d’adozione. E’ una regione da fiaba, circondata dalle famose Dolomiti, che cambiano colore all’alba e al tramonto, virando dal rosa al violetto e al blu; mentre gli austeri castelli, come guardiani, si preparano al loro ruolo di sentinelle notturne, vegliando sull’intera vallata.
Si scia d’inverno e si cammina nelle altre stagioni: I Trentini e gli Atesini non se ne stanno mai con le mani in mano, ovvero con le gambe ferme. Se non sciano, ciaspolano, se non ciaspolano, camminano, se non camminano pattinano, se non pattinano si arrampicano. Tanto poi le energie le riprendono nelle gastoff a suon di “the del cacciatore”, un infuso alcolico bello tosto, e di salumi affumicati.
La regione è attraversata dal fiume Adige, lungo il quale troviamo le più estese coltivazoni di mele del Nord Italia, e alle cui pendici iniziano vigneti sublimi. Esiste anche la valle delle mele, la Val di Non, dove il mio amico Arrigo coltiva quelle che Biancaneve e I sette nani mangiano abitualmente…La mia preferita è la varietà “renetta”, che deve maturare bene sull’albero, quasi fermentare. A quel punto è pronta per essere consunata fresca o per fare l’Apple Strudel, che potete trovare in panetteria e in pasticceria.
Per cosa batte il mio cure? Per il pane. Eh sì, in Trentino Alto Adige il pane è di tutti I colori e vestito con tutti I semini che potete immaginare. Per cui vi propongo un piatto a base di pane, che si può mangiare sia in brodo che asciutto.
CANEDERLI
300 g pane (meglio se raffermo)
1/4 l. latte di mucca
100 g pancetta
50 g salame o speck
Olio per far saltare salame o speck
50 g formaggio saporito di latte vaccino
2 uova
50 g farina 00
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
Sale e pepe
1 l. brodo di carne o vegetale
Tagliate il pane in piccoli dadini e mettetelo ad ammollare con il latte. Quando è ben ammollato, strizzatelo e preparate gli altri ingredienti. Tagliate la pancetta in cubetti e altrettanto fate con il salame o con lo speck. Saltate in olio per pochi minuti e aggiungete al pane ammollato. Sbattete le uova ed aggiungetele a loro volta. Quindi I cubetti di formaggio, il sale, un pizzico di pepe e il prezzemolo. Lavorate l’impasto con le mani e formate delle piccole palline, una via di mezzo tra una pallina da golf e una da tennis. Fate bollire il brodo (vegetale o di carne) e immergeteli delicatamente. Ora sta a voi servirli con il brodo, almeno uno a commensale, oppure scolarli e condirli a piacimento: per esempio con burro fuso e salvia, oppure con olio e formaggio grattugiato. In Alto Adige usano accompagnare quelli asciutti con insalata verde o di barbabietole rosse cotte al forno.
FRIULI VENEZIA GIULIA
Questa regione è caratterizzata dalle montagne al Nord e dalle pianure al Sud, dove si possono trovare immensi campi coltivati a cereali, delimitati da svettanti pioppi, laddove le colline sono caratterizzate da superbi vigneti, ai confini con la Slovenia.
L’area della Carnia è caratterizzata da paesaggi ancora selvaggi, dove gli abitanti hanno a cuore le erbe selvatiche. Per questo, hanno maturato una grande conoscenza, che usano esprimere durante la notte di San Giovanni, il 24 giugno, festeggiando il solstizio d’estate con piatti a base di erbe e con mazzetti odorosi, di cui fa parte l’immancabile erba “cacciadiavoli” (hypericum perforatum), con cui si fa un’olio medicamentoso, da me sperimentato negli ultimi dieci anni. Da aprile a settembre, potrete vedere appesi ai tetti delle case di campagna, simpatici mazzolini di erbe messi ad essicare.
Non mancate di visitare Trieste, una delle città più romantiche d’Italia. Seduti in un dehor potete respirare l’aria della Mitteleuropa. Il vento bora, che può soffiare sino a 120 km orari, caccerà via tutte le ansie e i cattivi pensieri. E’ un vento intellettuale, intriso di suggestioni creative.
Se oltre alla carne volete nutrire anche lo spirito, visitate il sacrario militare di Redipuglia, dove giacciono migliaia di giovani soldati caduti durante la Prima Guerra Mondiale. Io l’ho visitato l’anno scorso, cercando il loculo del cugino di mio padre, Giacomo, su cui ho posato un piccolo rametto di fiori d’iperico.
OLIO DI IPERICO
Non è una ricetta mangereccia…ma non posso fare a meno di scriverla. Raccogliete le cimette dell’iperico il 24 di giugno. Se dovesse piovere, anche nei giorni precedenti o nei successivi. Diciamo una manciata: metteteli quindi in un vasetto di vetro e versate sopra olio d’oliva o di mandorla. Esponeteli al sole per almeno 10 giorni. Quindi filtrate il tutto con un colino e invasettate, nello stesso o in altro recipiente. L’olio diventerà rosso e si potrà usare per curare: punture di insetti, eritemi, lividi, tagli (è un ottimo cicatrizzante). Andatevi a vedere le proprietà, le cimette si possono anche macerare in alcool per farne un digestivo.
CREMA DI ZUCCA CON GNOCCHETTI DI ARINGA
100 g filetti di aringa
1 cipolla bianca
1 kg zucca
1 ½ kg brodo vegetale
4 fette tostate di pane
25 g formaggio fresco
Mandorle schiacciate tostate o meno
Sale e pepe a gradimento
Tagliate la zucca in cubetti (una zucca dalla buccia arancione oppure verde) e bolliteli nel brodo insieme alla cipolla tagliata a fettine. Quando la zucca e la cipolla saranno ben cotte, frullatele insieme al brodo sino ad ottenerne una crema che mettereta da parte. Passate al forno I filetti di aringa e una volta cotti, tagliateli in piccoli cubetti e immergeteli nella crema di verdure. Assaggiate e decidete quanto pepe e sale aggiungere. L’aringa è di per sè molto salata. Il tutto dovrà risultare bello denso. Scaldate il passato ed aggiungete il formaggio fresco rimestando delicatamente.
Servite in una fondina sulle fette di pane tostato e distribuite le mandorle, che decoreranno il vostro piatto e stuzzicheranno il vostro palato.
Tag: Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, My tastes of Italy
Lascia un commento