Come tutti gli anni ad inizio di agosto, gli Alpini in congedo di Barga hanno voluto festeggiare (è successo il 5 agosto scorso) la Madonna delle Neve. In pieno organico hanno preso parte alla funzione religiosa celebrata dal proposto di Barga don Stefano Serafini presso la chiesina delle Palmente, dedicata proprio alla Madonna della Neve, come ricorda l’opera di Swietlan Kraczyna posta sopra l’altare.
La chiesina, ristrutturata e recuperata ormai da diversi anni anche grazie agli alpini, è stata gremita di tanti alpini e familiari, ma non è mancata anche la presenza istituzionale del vice sindaco Caterina Campani.
Gli alpini di tutta Italia sono particolarmente devoti alla Madonna della Neve e per questo anche la chiesina delle Palmente le è stata dedicata.
Come tutti gli anni è stata letta durante la funzione la Preghiera dell’Alpino. Gli scorsi anni questo onore toccava ad una figura storica del gruppo di Barga, Antonio Nardini. Quest’anno Antonio non c’era, impegnato, così come lo è sempre stato per il gruppo alpini, in una sua lotta personale con la sua salute. Una assenza avvertita da tutti; un vuoto che tutti hanno voluto colmare dedicandogli un pensiero ed un augurio.
Comunque sia la cerimonia per la Madonna della Neve è un appuntamento irrinunciabile per gli Alpini di Barga, una delle sezioni più attive tra quelle presenti in Valle del Serchio grazie al lavoro instancabile del presidente Salotti ed anche di tutti i soci. Grazie al loro impegno ed a quello dei tanti che compongono la sezione, gli Alpini fanno sentire la loro presenza in tante azioni buone, tutte pensate per il bene del loro paese e tutto ispirate allo spirito che anima il corpo degli Alpini.
Doipo la funzione religiosa, consueto ritrovo conviviale presso il Bar Moscardini di Barga, alla presenza dei parroci e della vice sindaco e di tutti i componenti il gruppo.
Il titolo di Madonna della Neve affonda le sue origini nei primi secoli della Chiesa ed è strettamente legato al sorgere della Basilica di S. Maria Maggiore in Roma.
Nel IV secolo, sotto il pontificato di papa Liberio (352-366), un nobile e ricco patrizio romano di nome Giovanni, insieme alla sua altrettanto ricca e nobile moglie, non avendo figli decisero di offrire i loro beni alla Santa Vergine, per la costruzione di una chiesa a lei dedicata. La Madonna gradì il loro desiderio e apparve in sogno ai coniugi la notte fra il 4 e il 5 agosto, tempo di gran caldo a Roma, indicando il luogo dove doveva sorgere la chiesa come un posto dove si trovasse della neve.
La mattina dopo i coniugi romani si recarono da papa Liberio a raccontare il sogno fatto da entrambi; anche il papa aveva fatto lo stesso sogno e quindi si recò sul luogo indicato, il colle Esquilino, e lo trovò coperto di neve, in piena estate romana.Il pontefice tracciò il perimetro della nuova chiesa, seguendo la superficie del terreno innevato e fece costruire il tempio a spese dei nobili coniugi. Questa la tradizione, anche se non è comprovata da nessun documento; la chiesa fu detta ‘Liberiana’ dal nome del pontefice, ma dal popolo fu chiamata anche “ad Nives”, della Neve.L’antica chiesa fu poi abbattuta al tempo di Sisto III (432-440) che, in ricordo del Concilio di Efeso, durante il quale era stata decretata la Maternità Divina di Maria, volle edificare a Roma una basilica più grande in onore della Vergine; qualche decennio dopo le fu dato il titolo di Basilica di S. Maria Maggiore, per indicare la sua preminenza su tutte le chiese dedicate alla Madonna.
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