Nella seconda serata del “Tra le righe di Barga” la protagonista è stata Giuliana Sgrena, un personaggio già conosciuto a Barga (ha partecipato all’edizione invernale del Tra le Righe). Oggi come quest’inverno i temi principali e molto caldi della sua apparizione barghigiana sono stati il mondo islamico e i suoi conflitti interni ed esterni con un viaggio alla scoperta del libro “Rivoluzioni violate. Primavera laica voto islamico” , presentato dall’autrice in compagnia di Andrea Giannasi come sempre nelle vesti di intervistatore e moderatore della serata che ha visto come al solito una presenza importante di pubblico.
“Le rivoluzioni hanno provocato una crisi di identità nel maschio arabo” con questa frase che è l’incipit del libro, ha dato il via all’incontro portando alla luce i temi fondamentali trattati: le donne, le rivoluzioni e la religione nel mondo islamico.
Si parla delle rivoluzioni delle primavere arabe che si sono svolte dal 2010, ma soprattutto della Tunisia e dell’Egitto dove secondo la scrittrice si è avuto il vero significato delle rivolte, dove donne e giovani si sono ribellati al regime scendendo in piazza a protestare in maniera attiva. Non sono state rivolte nate dal nulla, sono state anticipate da forti rivendicazioni sindacali che da richieste economiche e sociali si sono trasformate in rivendicazioni politiche basate sulla liberta, l’uguaglianza e la democrazia.
Riprendendo una teoria cara a Bernard Lewis, la giornalista crede che in un mondo dove le tre disuguaglianze principali: fedele-infedele, uomo libero-schiavo e uomo-donna, le prime due sono state attenuate, l’ultima è rimasta da sempre irrisolta. Una questione quella della parità dei sessi che se chiarita porterebbe alla democrazia anche nei paesi dove la religione islamica è forte. Le donne con le loro lotte, da sempre hanno destabilizzato la virilità dell’uomo. Le rivolte del 2010-2011 sono state rivolte laiche, che sventolavano le bandiere della nazione e non quelle religiose.
Pochi sono stati i paesi dove le rivoluzioni hanno portato a un potere stabile, e solo la Tunisia può essere considerata un esempio di vittoria dei partiti laici, dove per volontà di donne e giovani si è combattuto veramente il potere di organizzazioni islamiche.
Guardando all’Isis la scrittrice afferma che gli attentati e i colpi di mano che hanno portato avanti non son stati contro altre religioni, ma contro istituzioni laiche che da sempre riservano un uguaglianza e una parità sociale in tutti gli ambiti.
Un ultima battuta è stata riservata al “velo” un simbolo che secondo la Sgrena non è affatto tradizionale in quanto il Corano non lo impone, e perché in fin dei conti viene usato il velo iraniano post Komenini e non quello tradizionale di ogni stato; quindi non parte della tradizione ma un’imposizione per “salvare l’onore dell’uomo“. Un simbolo che limita la donna non solo nel vestire, ma anche nel parlare e nel comportamento. Ha detto la Sgrena: “La donna viene annullata, è una coercizione fisica basata sulla sessualità, rientra in una simbologia secondo cui non si deve vedere i corpo di una donna per non far cadere in tentazione l’uomo” e a tutti coloro che dicono che il velo è un simbolo d’identità lei risponde che: “Non è giusto che solo la donna debba essere la portante dell’identità del popolo“.
Stasera (volta dei Menchi ore 21), Barga ospita per il “Tra le righe” il giornalista Bruno Gambarotta che ci parla di quelloc he succede nei corridoi RAI. Doamni invece spazio al thriller con Giampaolo Simi.
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