Dopo aver esposto in varie mostre in Italia ed Europa, l’artista barghigiano Emanuele Biagioni torna nella sua terra e precisamente a Lucca, nelle sale della Fondazione Banca del Monte in piazza San Martino.
A Lucca il nostro artista presenta dal 17 luglio scorso e fino al prossimo 16 agosto l’esposizione “Impressioni metropolitane”
Come riconosce Emanuele: “L’occasione venuta con Lucca è una vetrina di lusso e finalmente sono riuscito ad arrivarci dopo anni di attesa. Espongono alla Fondazione forse anche nel momento giusto con i miei nuovi lavori sul traffico, con auto, semafori, strisce pedonali e tutto ciò che vive nella città.
Quelli presentati a Lucca sono lavori e tematiche nuove che rappresento da un anno ormai e che mi stimolano parecchio. In tutto sono presenti 26 dipinti che parlano della città”.
Il catalogo della mostra sponsorizzata dalla Fondazione è accompagnato da una presentazione del presidente della Fondazione stessa Del Carlo e del critico Marco Palamidessi.
Questi sono alcuni estratti dal suo contributo:
“La città come tema, da sempre, è irrinunciabile per Emanuele Biagioni, in quel gioco serio e difficile che è la Pittura. Lui è un artista sincero, libero di riferirsi ai suoi amati maestri del passato, ma nella piena consapevolezza di essersi ora incamminato, con tenacia e intelligenza, su di una strada propria e indipendente; un pittore schietto, non corrotto da scuole o tendenze, che ha fatto dell’arte figurativa il congeniale linguaggio della propria visione del mondo. La sua fresca spontaneità non è il frutto degenere di quella facile improvvisazione a cui purtroppo ci stiamo pericolosamente abituando, ma il risultato di una ricerca che si fa sempre più attenta e consapevole col progredire della sua maturità artistica. Una personalità che mantiene integro quel suo modo di osservare la realtà con la giusta disposizione mentale, cosa che è possibile solo a quei caratteri non viziati e totalmente affrancati da ormai triti accademismi, da certe velleità intellettuali di cui è appesantita e contaminata larga parte dell’arte di oggi.
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Viva e per questo in continuo movimento, la pittura di Emanuele Biagioni è costantemente alla ricerca di scorci e di luoghi, e con essi di soluzioni espressive attraverso cui trasmettere emozioni e stati d’animo: periferie o centri storici, immensi o conchiusi in se stessi, tra scenari di nebbie e smog che si stagliano su un fitto intrico di tangenziali o arterie asfaltate, di quartieri o agglomerati edilizi, di complessi ferroviari, metafore di stanzialità o partenze, di cambiamento e di viaggio. Visioni che ci ricordano costantemente in che spazio, in che contesto viviamo, qual è la realtà che modifichiamo con la nostra esistenza e dalla quale la nostra esistenza è, nel bene e nel male, inevitabilmente alterata.
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Per meglio comprenderle, Biagioni si immerge totalmente fin dentro le fibre delle sue metropoli, sentendole e vivendole nel profondo, facendosi penetrare, attraversare da esse; un “panismo” rivolto a quella natura artificiale, a se stante, che è la città, con la sua quotidianità fatta di dialettiche opposte, di ritmi frenetici e calme apparenti, di caos e assordante silenzio. Il suo desiderio è di fondersi con la metropoli stessa, con la stessa visione, per carpirne l’essenza più intima e segreta: nelle vedute delle città amate come Londra, Parigi, Valencia, Madrid, Berlino, New York, finanche la nostra magnifica Lucca, il pittore riesce a giocare con le coordinate visive di quelle selve urbane affascinantissime, e simultaneamente ad afferrare il fremito della vita contemporanea, attardandosi, per mezzo di coinvolgenti inquadrature e con un taglio quasi cinematografico, su alcuni elementi selezionati, suggerendone, con pennellate più intense e rapide, altri ed altri ancora.
Nel suo insieme, questa serie di opere va a comporre l’illusione di una città ideale, ben più grande e maestosa, immaginaria e plausibile, un luogo che diventerebbe, nell’arte di Biagioni, simbolo di una verità urbana universale. Una realtà da realizzarsi, dove il Bello sia davvero possibile, a partire dall’uomo che giorno dopo giorno, quella stessa realtà, la costruisce per viverla.
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