Il pasticcio di Georg Friedrich Händel, torna a rivivere dopo quasi trecento anni grazie a Opera Barga e Auser Musici. Basato sul Catone in Utica di Leo, ma include anche arie di Hasse, Porpora, Vivaldi e Vinci, l’opera, momento culminante della programmazione del Fwestival Opera Barga 2015, per un soffio il primato della prima esecuzione moderna che è stato ottenuto dal London Handel Festival che ha messo in scena l’opera lo scorso marzo.
Spetta comunque ad Auser Musici e Opera Barga l’onere di proporre al pubblico moderno l’esecuzione integrale del Catone del 1732 prima al festival Opera Barga (3 e 5 luglio), poi a Pisa (dicembre 2015) e quindi ad Halle (maggio 2015), patria del celebre compositore tedesco.
La messa in scena di questo Catone coprodotto da Auser Musici insieme a Fondazione Pisa, Festival Opera Barga, Haendel Festival Halle e Fondazione Teatro di Pisa, presenta un’articolazione particolarmente ricca di originalità. Per le prime due repliche di Barga il direttore dell’ensemble Carlo Ipata, insieme alla soprano Roberta Invernizzi e al direttore di Opera Barga Nicholas Hunt hanno ascoltato 100 cantanti provenienti da tutta Europa. La formula di queste prime rappresentazioni è stata infatti quella di una “scuola internazionale di musica barocca” che si sta delineando per il futuro del festival barghigiano. Durante l’allestimento dell’opera infatti, i giovani cantanti (tutti rigorosamente under 35) verranno preparati durante una masterclass sul canto barocco tenuto da Roberta Invernizzi. E sarà la stessa soprano a inaugurare la partecipazione di Auser Musici al Festival, giovedì 2 luglio, con un concerto dedicato a Porpora, Vivaldi e Gasparini che la vedrà accompagnata per la prima volta dall’Ensemble Auser Musici.
La grande qualità degli aspiranti cantanti per un momento ha fatto pensare alla commissione giudicante se non fosse il caso di creare un doppio cast per le due serate, ma le difficoltà logistiche di una decisione tanto improvvisa hanno impedito questa soluzione. Per i ruoli che furono di cantanti come Senesino e Anna Maria Strada sono stati scelti Renato Dolcini (basso, 30 anni), Myriam Arbouz (31 anni), Cristina Grifone (31 anni), Benedetta Mazzucato (contralto, ) e Carlo Vistoli (controtenore, 28 anni).
Il progetto scenico e la regia del Catone sono state affidati ai Sacchi di Sabbia, un gruppo tosco-napoletano di “comici dell’arte” vincitore di numerosi premi nazionali (Ubu 2008 e Premio nazionale della Critica 2011 tra gli altri) per la loro “freschezza creativa e irridente”.
L’allestimento presso il Teatro di Pisa nel dicembre 2015 vedrà invece la presenza dei più celebri cantanti di musica barocca quali Sonia Prina, Roberta Invernizzi,Ugo Gagliardo, Kristina Hammastrom e Raffaella Milanesi. Ad Halle infine, a conclusione del progetto nel maggio del 2016, Auser Musici e lo stesso cast della recita pisana si esibiranno davanti al pubblico tedesco in forma di concerto.
NOTA
Il genere del Pasticcio ha un ruolo importante non solo per Handel
ma nella generale storia dell’Opera italiana del diciottesimo secolo
Reinhard StrohmNell’introdurre le motivazione che sostengono la produzione del Catone sono necessarie alcune considerazioni generali su alcuni aspetti dell’Opera italiana del ‘700
In quel periodo nessuna produzione Operistica rimaneva uguale a se stessa variando di volta in volta a seconda del cast e delle desiderata dei cantanti più famosi.Il Pasticcio rappresentò, anche per compositori affermati, la maniera più veloce e remunerativa di accontentare il pubblico, che, sempre più esigente, affollava i teatri di tutta Europa.
Anche Haendel, come responsabile del Haymarket Theater a partire dal 1729, fu spinto ad arrangiare diversi pasticci per il pubblico londinese con lo specifico intento di introdurre in Inghilterra le voci e i compositori italiani, particolarmente di scuola napoletana, più alla moda.
Fra il 1730 ed il 1734 assemblò ben 9 pasticci e con il Catone inaugurò la stagione del 1732/33.Si tratta di un arrangiamento della Tragedia per musica Catone in Utica di Metastasio, già musicata da Vinci per la rappresentazione Romana del 1728 e la cui ripresa l’anno successivo, nella versione di Leo per il S.Grisostomo di Venezia, servirà da base allo stesso Haendel.
Secondo Strohm [cit.] il Catone è un «istruttivo esempio di come [Haendel] trattasse i problemi relativi alle giuste proporzioni di responsabilità musicale e drammatica da assegnare ad ogni singolo cantante» e, contravvenendo alle regole e convenzioni dell’epoca, come fosse sua principale preoccupazione quella di trarre il massimo risultato artistico dal cast scelto.
Per le rappresentazioni londinesi del Catone furono scritturati alcuni dei cantanti più in vista dell’epoca. La scelta di affidare al basso Antonio Montagnana, il ruolo di Cesare è evidentemente intrapresa per aumentare il contrasto vocale con l’antagonista Catone, ruolo assegnato al castrato Francesco Bernardi più conosciuto come Senesino.
Fra le voci femminili il ruolo di Marzia fu sostenuto dalla famosissima primadonna Anna Maria Strada (una delle cantanti preferite da Haendel ed a lui fedeli) alla quale il sassone affidò la scena finale dell’Opera con la famosissima aria di Vinci Vò solcando un mar crudele.
Le 25 arie con le quali Haendel assembla il libretto metastasiano sono state identificate nel saggio citato di Strohm come di Leo (9), Vivaldi (3), Hasse (6) Porpora (4) e Vinci (1), rimanendone 2 dubbie.
Il libretto è senza dubbio uno dei più grandi successi di Pietro Metastasio, che per questa sua opera seria si rifece ai testi antichi, narrando il confronto tra Catone, governatore di Utica, e Cesare, imperatore romano. Nel 1728 andò in scena una prima versione che Metastasio aveva scritto per Leonardo Vinci. Il pubblico criticò la conclusione tragica della storia e Metastasio, alla sua prima opera per i teatri romani, decise di riscrivere il libretto donandogli un lieto fine e revisionando ampiamente il terzo atto. È questa la versione che Leonardo Leo portò in scena nel 1729 a Venezia, durante il carnevale al Teatro di San Giovanni Grisostomo. Il famoso castrato Farinelli fece il suo debutto veneziano proprio con quest’opera e infatti nella partitura troviamo due arie, non attribuibili a Leo, scritte appositamente per questo straordinario cantante, vera e propria star dell’epoca. L’opera di Leo fu poi ripresa innumerevoli volte nel corso degli anni e lo stesso Haendel la trasformò nel Pasticcio Catone riscrivendo i recitativi e aggiungendo splendide arie di altri compositori quali Vivaldi, Porpora, Hasse, lo stesso Leo e riproponendolo al pubblico londinese con un cast stellare.
- Catone – Francesco Bernardi, detto “Senesino” (castrato)
- Marzia – Anna Maria Strada del Pó (soprano)
- Emilia – Celeste Gismondi, detta “Celestina” (soprano)
- Arbace – Francesca Bertolli (contralto)
- Cesare – Antonio Montagnana (basso)
Nell’insieme quindi il Catone di Haendel si pone come uno splendido esempio di teatro musicale del primo Settecento nel quale uno dei massimi compositori dell’epoca si confronta con alcuni dei più importanti operisti italiani. Il risultato è una partitura di altissima qualità musicale e di notevole importanza storico musicologica.
AUSER MUSICI
L’Antico fiume pisano Auser, e dunque la Toscana, sono idealmente il punto di partenza del percorso di Auser Musici che dal 1997 esplora con entusiasmo il composito mosaico musicale che fu l’Europa del del sedicesimo e diciassettesimo secolo.
Sotto la direzione di Carlo Ipata e con la collaborazione di solisti quali Maria Grazia Schiavo, Antonio Abete, Furio Zanasi, Martin Oro, Elena Cecchi Fedi, Filippo Mineccia, e molti altri, AM realizza una lunga serie di preziosi inediti fra i quali si segnalano Il Bajazet di Francesco Gasparini, Le Disgrazie d’Amore di Antonio Cesti, Gli Equivoci nel Sembiante di Alessandro Scarlatti, gli intermezzi Mirena e Floro di Francesco Gasparini, i Salmi Concertati di Azzolino della Ciaia e i Fioretti Spirituali di Antonio Brunelli, una selezione di Cantate di Niccolò Porpora, Arie e sinfonie d’opera italiane di Luigi Cherubini, nonché gli oratori Giuseppe Riconosciuto di Luigi Boccherini e La caduta di Gierusalemme di Giovanni Paolo Colonna.
Con organici variabili dal cameristico all’orchestra, AM ha affrontato il genere del Concerto Grosso con l’op. III di Francesco Barsanti e l’op. II di Francesco Geminiani, la musica da camera ed i concerti per violino di Giuseppe Cristiano Lidarti, (Francesco D’Orazio) le Sinfonie e i Concerti per violoncello di Boccherini (Christophe Coin) e le Ouverture e Sinfonie di Vincenzo Manfredini e Pietro Nardini.
Accompagnando Carlo Ipata nel repertorio inedito per Traversiere, AM ha decisamente ristabilito il ruolo “italiano” di questo strumento con le registrazioni delle sonate op. II di F. Barsanti, dei concerti di Pietro Nardini, i quinteTti op. 19 di Luigi Boccherini e sopratutto due volumi di Concerti di Autori napoletani quali Jommelli, De Majo e Perez (Gramophone editor’s choice).
Distinguendosi per l’originale impaginazione dei programmi eseguiti con rigore interpretativo e passione musicale, AM si è ripetutamente esibito in Francia (Festival de l’Abbaye a St. Michel en Thierache, Festival Valloire Baroque, Festival de Froville, Festival de Laon, Festival des Nuits Musicales ad Aubeterre, Festivoce in Corsica, Festival d’Art sacré a St. Lizier, Les Musicales du Causse a Gramat), Germania (Haendel Konzerthaus Halle, Berliner Musikinstrumenten Museum, Berliner Tage für Alte Musik, Celloherbst a Unna), Belgio (Festival Midis Minimes a Bruxelles), Croazia (Zagreb Baroque Festival), Slovenia (Festival Seviqc a Turjak), Israele (Felicia Blumental Festival a Tel Aviv), Russia (International Early Music Festival a San Pietroburgo), Spagna (Sábados de Caprichos a Madrid), Svezia (Stockolm Early Music Festival), USA (Tropical Baroque Music Festival a Miami).
In Italia è regolarmente invitato in importanti stagioni e festival quali Ass. Scarlatti e Cappella della Pietà dei Turchini di Napoli, Amici della Musica di Firenze, Sagra Musicale Umbra, Fondazione Palazzetto Bru-Zane di Venezia, Associazione Antonio il Verso di Palermo, Opera Barga, Festival Grandezze e Meraviglie di Modena, I Concerti della Normale di Pisa, Festival Toscano di Musica Antica, Centro studi Boccherini di Lucca.
Produzioni discografiche e concertistiche di AM sono diffuse dalle maggiori emittenti radiofoniche e televisive europee quali Radio France, BBC e Radio Classica, WDR Radio, SVT (Svezia) ed italiane, come Radio 3, Radio Vaticana, Radio Classica.
Le registrazioni discografiche di AM sono presenti nei cataloghi delle etichette Tactus, Bongiovanni, Agorà, Symphonia, oggi in esclusiva per l’inglese Hyperion, e hanno ottenuto riconoscimenti unanimi dalla stampa internazionale (Concerto Magazine, Fanfare, Repertoire, Goldberg, International Recording Review, The Guardian, Le Monde de la Musique).
Auser Musici beneficia del sostegno della Fondazione Pisa ed è in residenza presso il Teatro Verdi di Pisa.
CARLO IPATA
Carlo Ipata deve la sua formazione musicale nel campo della musica antica al Banff Center for the Fine Arts (Canada) al Conservatorio Reale dell’Aia. e il Conservatoire Regional de Region di Parigi dove si diploma all’unanimité in flauto barocco e musica da camera.
Con gli ensemble Suonatori della Gioiosa Marca, I Barocchisti, The Soloist of Catherine the
Great e con l’ensemble AuserMusici, da lui fondato nel 1997, ha suonando fra l’altro presso
Berliner Tage für Alte Musike, Museo degli strumenti musicali di Berlino, Festival Laon
(Francia) , Miami Baroque Festival (USA), Madrid-Celebrazioni Boccheriniane, Stockholm
Early Music Festival (Svezia), Brezice Festival (Slovenia) Zagreb Baroque Festival
(Croazia) St Petersburgh International Early music Festival (Russia) – e più recentemente
presso il Centro della Cappella dei Turchini (Napoli), Blumental Festival di Tel Aviv,
Festival de l’Abbaye e Festival de Froville (Francia), Amici della Musica di Firenze, Sagra
Musicale Umbra, Stagione Palazzetto Bru-Zane di Venezia, Festival Grandezze e
Meraviglie Modena, Concerti della Normale (Pisa).
Ha inciso per le etichette Tactus, Symphonia, Arst, Bongiovanni, Hyperion. La sua incisione discografica dei concerti inediti per flauto di autori napoletani (Jommelli, De Majo e altri) è stata segnalata dalla prestigiosa rivista inglese Gramophone come Editor’s Choice. Dal 2014 registra in esclusiva per la prestigiosa etichetta spagnola specializzata in musica antica Glossa.
Si dedica con passione ad una incessante attività di ricerca nel campo della musica antica
che lo ha portato a riproporre all’ascolto del pubblico moderno pagine inedite di autori quali
Nardini, Gasparini, Barsanti, Brunelli, Boccherini, Lidarti, Campioni, Jommelli, De Mayo,
Geraso, Porpora, V. Manfredini, Della Ciaia.
Alla testa di Auser Musici ha diretto il primo allestimento moderno di Opere quali Le disgrazie d’Amore di Antonio Cesti (Teatro Verdi) e Gli equivoci nel Sembiante di Alessandro Scarlatti (Opera Barga), La Caduta di Gierusalemme di Giovanni Paolo Colonna e più recentemente Il Bajazet di Francesco Gasparini.
Ha collaborato in qualità di direttore del Progetto Tesori Musicali Toscani con la facoltà di
Musicologia della Università di Cremona, la Università e La Scuola Normale di Pisa, la So-
cietà Italiana di Musicologia.
È correlatore del volume Il Flauto in Italia (Istituto Poligrafico dello Stato 2005 – Curatore
C. Paradiso).
Ha tenuto corsi e seminari presso la New York University, il CNR di Angers e
presso Conservatori ed Istituti Musicali pareggiati italiani. È titolare della cattedra di Musica da Camera presso il Conservatorio Rossini di Pesaro.
SACCHI DI SABBIA
I Sacchi di Sabbia sono un gruppo tosco-napoletano di “Comici dell’Arte”, formatosi a Pisa nel 1995. Debuttano nel 1996 con Riccardo III, Buckinghàm e a’ malafemmena, uno spettacolo che inaugura il percorso delle rivisitazioni shakespereane, presentato al Festival Internazione di Santarcangelo.
Nel luglio 1998 nasce lo studio su Faust, Pauperis oratorium Christi, primo traguardo di un ‘indagine sul sacro, alla luce di uno sguardo disincantato e ironico, segnalato dalla critica del progetto Eti “Il debutto di Amleto”, con la seguente motivazione: “Per la misurata ironia e l’equilibrio degli attori nella riappropriazione di un immaginario popolare in bilico tra sacro e profano”.
Nel 2001 I Sacchi di Sabbia iniziano un percorso sulla sottrazione della parola. Il primo lavoro, Orfeo. Il respiro, presentato al Festival di Santarcangelo, riceve una nomination al Premio UBU 2003 “per il loro intrecci di ironia, storia e metafisica”. L’indagine sulla “gravità fisica e metafisica del quotidiano si completerà con Tràgos, nel 2004, un lavoro che consegna definitivamente la compagnia al successo di critica e pubblico su scala nazionale.
Nel 2006, Turma Infantium Suite, co-prodotto dalla Fondazione Pontedera Teatro, ritorna alla semplicità di una storia dall’accento sacro e di grande suggestione, una salmodia per immagini e voci.
1939, del 2007, avvia una seria riflessione sull’agire nel presente, sulle sue declinazioni, sulla sua goffaggine: 1939 è un lavoro sull’impossibilità di rappresentare la grande Storia, un’avventura antifascista dai toni tragici e grotteschi.
Sandokan o la fine dell’Avventura, nel 2008, ne segue le tracce, rielaborando Salgari in un pastiche in cui la rifunzionalizzazione degli oggetti quotidiani diventa una profonda riflessione sul fantastico e sul romanzo d’appendice.
La Compagnia nel 2008 ha ricevuto un Premio UBU Speciale con la seguente motivazione: “I Sacchi di Sabbia, per il complesso di un’attività caratterizzata dalla vivacità di una scrittura condotta con freschezza creativa e irridente, giunta con Sandokan o la fine dell’avventura a un nuovo capitolo di una ricerca sincera, lunga e appassionata”.
Nel 2009 inizia il lavoro sul Don Giovanni di Mozart che si conclude nel giugno 2010. Lo spettacolo verrà rappresentato con successo in molti festival e stagioni non solo italiane (Istanbul, Parigi, Sarajevo, Lugano, ect.)
Parallelamente la Compagnia ha prodotto con il fumettista Gipi il primo tentativo di fusione tra Teatro e fumetto portando in scena ESSEDICE, tratto da “S” di Gipi.
Nel 2011 vincono il Premio Nazionale della Critica, con particolare riferimento allo spettacolo Don Giovanni.
Tag: haendel, fondazione pisa, fondazione teatro pisa, opera barga, auser musici, catone
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