Auguri di Natale alla nostra grande famiglia

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Queste sono le ore di maggior traffico di auguri di Natale. Se le classiche cartoline in cartoncino sono arrivate per lo più nei giorni scorsi (poste permettendo) i più tecnologici sms, whats’app e post su Facebook (e altri social) prolificano proprio in questo momento, in une vero straripio di parole, citazioni, immagini.
C’è dunque bisogno anche dei nostri auguri?
Da gente pratica qual siamo in prima battuta abbiamo pensato che no, ce ne sono già fin troppi che si moltiplicano nell’etere, e se dio vuole, anche per le strade, tra persone vere.

Ma se infine non avessimo scritto qualche riga anche noi, ci saremmo sentiti più soli, più ai margini, meno legati alla comunità.
Ecco quindi che, pur criticando l’inflazione di auguri di buon Natale e serene festività (quest’anno allungate dal fine settimana, per qualcuno una maledizione!), anche noi alla fine vogliamo farli.
Natale è sempre complicato: ha la sua etichetta ma vorremmo infrangerla; ci annoia com’è ma non sapremmo come immaginarlo diverso; si fa attendere e poi passa che nemmeno ci è sembrato.
Per parafrasare il detto, “a Natale siamo tutti più complicati”.

Ma nel dubbio se far bene o male, alla fine ci arrendiamo: che anche gli auguri di buon Natale del Giornale di Barga svolazzino fuori dalla nostra tastiera, vadano ad ingombrare il world wide web e le bacheche, aggiungano parole alle mille già espresse.
E sappiate che sono sinceri, sentiti e davvero dedicati ad ognuno di voi, che l’atteggiamento del Grinch ce l’abbiamo solo nella forma, nel modo in cui condividere e perpetrare una tradizione che a volte sentiamo un po’ stantia, e non nel cuore dove abbiamo sentimenti sinceri e ci pare che i nostri lettori (e i nostri delatori) siano parte di una grande famiglia sempre intenta a discorrere, ragionare, valutare, ricordare e fare domande imbarazzanti ma di sprone.

Insomma, cari lettori e cari amici, passate buone feste, permetteteci (e concedetevi) qualche giorno di riposo e tornate a seguirci appena cene e pranzi si saranno normalizzati e, soprattutto, perdonate l’ nformalità dell’”editoriale di Natale”: siamo bravi in molte cose, un po’ meno in altre.
E che la felicità sia con voi, di qui ai prossimi cento anni.

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