“Piaggiagrande è stabile”. L’occasione per apprenderlo è stato il sopraluogo che oggi i geologi dell’università di Firenze hanno effettuato sul sito di monitoraggio, attivato poche settimane dopo l’evento.
La frana di Piaggiagrande, avvenuta nel gennaio 2014, suscitò un misto di scalpore, preoccupazione e interesse scientifico dato l’enorme fronte di materiale che si staccò dal versante dando il via ad uno scivolamento verso valle che coinvolse anche un’abitazione e alcuni annessi, e poichè in poche ore si formò anche uno sbarramento sul torrente Lopporetta affatto rassicurante.
Per questo lo scorso 18 febbraio, su disposizione del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, sul versante opposto alla frana fu installata una stazione di monitoraggio che fosse in grado di “catturare” qualsiasi variazione nell’equilibrio del movimento franoso.
Il progetto di monitoraggio è guidato dalla facoltà di scienze della terra dell’Università di Firenze e la salute del sito viene tenuta d’occhio costantemente da remoto per mezzo di una “stazione totale robotizzata”, un dispositivo che, inviando un raggio laser verso prismi di riferimento installati su punti strategici nel versante della frana, riesce a percepire i movimenti di questi ultimi, determinando dunque se c’è movimento.
Da settimane i prismi non si spostano ma, nell’avvicinarsi dell’autunno e quindi di possibili abbondanti piogge, è stato ritenuto opportuno potenziare i punti di riferimento. Un nuovo prisma che determinerà la sua posizione e quindi la stabilità (o meno) del terreno sarà installato sulla casa al margine della frana, al momento ritenuta sicura ma certo da tenere d’occhio.
Grazie a questo sofisticato sistema di monitoraggio, che riesce a percepire movimenti in settori di circa 80 cm, sarà anche possibile capire se il tratto di strada a monte di Piaggiagrande è stabile, e quindi utilizzabile per il transito.
La frana di Piaggiagrande, infatti, non solo ha privato della propria abitazione e dei terreni due famiglie, ma ha anche bloccato l’accesso di altri nuclei familiari residenti nella vicina località Bel tempo dove i disagi sono stati tamponati con un bypass temporaneo. È quindi importante capire anche la salute delle zone circostanti a Piaggiagrande, per decidere come poter definitivamente intervenire (tra l’altro l’appalto dei lavori dovrebbe avvenire a breve).
Ai piedi della frana si trova anche il torrente Lopporetta che, bloccato dal materiale di risulta della frana, ha formato un invaso che si è mantenuto tale per tutta l’estate, anch’esso sorvegliato speciale per il rischio di esondazione che al momento però, è minimo.
Insomma, tutto è calmo sul fronte di Piaggiagrande, almeno fino al prossimo evento di maltempo; per questo con l’inizio dell’autunno meteorologico Università e Comune (sul sito con l’assessore Pietro Onesti) hanno pensato di fare il punto della situazione. Che al momento è stabile.
Tag: frana, sopralluogo, piaggiagrande
Lascia un commento