Tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, oltre 415mila toscani lasciarono la loro terra per sfuggire alla miseria e alla disoccupazione. Un esodo di proporzioni bibliche di contadini e operai diretti a cercare fortuna nelle Americhe, ma anche in Gran Bretagna o in Francia, dove era richiesta manodopera per le industrie locali e per le grandi opere (strade, ferrovie, ecc.) necessarie allo sviluppo economico di quei Paesi.
La mostra «Quando i toscani scoprirono ‘La Merica’», allestita in questi giorni nei locali della ex-caffetteria di Palazzo Ducale, racconta queste storie di miseria e di speranza. Fotografie e documenti originali provenienti dall’archivio della Fondazione Paolo Cresci per la storia dell’emigrazione italiana danno un volto a quanti partirono, anche dalla Lucchesia, e si imbarcarono con una valigia di cartone alla ricerca di un lavoro migliore o con il sogno di fare fortuna.
Spinti dalla situazione di progressivo impoverimento ma anche da motivi “positivi” di attrazione verso l’estero, come la possibilità di guadagnare di più o di valorizzare determinate capacità professionali e migliorare così la propria posizione sociale, dalla Toscana partivano contadini, operai e giovani donne che facevano le balie ma anche piccoli commercianti e operai specializzati che in molti casi hanno saputo avviare attività proprie, affermandosi come imprenditori di successo nei loro paesi di arrivo.
L’esposizione, allestita in occasione della Settimana della Cultura, resta aperta fino al 19 ottobre con orario 9:30-12:30, 14:30-17:30. L’ingresso è libero.
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