La presenza dei lupi sul nostro teritorio ed il come diminuire la conflittualità tra l’uomo e l’animale.
E’ questo il principale obiettivo che si è posta con uno specifico progetto la Provincia di Lucca nell’affrontare la presenza di lupi sul territorio. E che riguarda anche la nostra area. Dopo molti anni di assenza, adesso questo animale è infatti tornato a vivere con certezza anche nel territorio del comune di Barga ed il rapporto con pastori ed abitanti della montagna non è purtroppo tra i più idilliaci.
E’ di non troppo tempo fa l’attacco di lupi (o di cani inselvatichiti spesso incrociati con lupi) al gregge di Giuliano Marchi, a Renaio. Diciassette i capi uccisi ed almeno altri cinque feriti; ultimo triste bollettino di un’estate terribile per il gregge di Marchi che ha visto da luglio ad ora la morte di altre decine di capi.
Sempre nel comune di Barga è stato colpito recentemente anche un gregge di capre con la morte di tre esemplari, ma i casi sono stati numerosi in questi anni e riguardano quasi tutti i pastori del territorio. Con danni ingenti e spesso senza alcun rimborso, per mancanza di fondi, da parte della Regione.
Per quanto riguarda gli attacchi, che si tratti di lupi o di cani selvatici non c’è ancora certezza. L’unica cosa certa, ed in proposito c’è uno studio dell’allora Comunità Montana conclusosi nel 2009 dopo tre anni di ricerche, è che ormai è certa la presenza dei lupi anche nel nostro teritorio. Nel 2009 fu censita almeno la presenza di una coppia che si muoveva nel territorio barghigiano, nella zona di Porticciola, al di qua e al di là dell’Appennino, tra il monte Omo ed il monte Giovo.
Una piccola presenza che però in questi anni potrebbe essersi fatta più numerosa, come ammette l’assessore alla montagna Pietro Onesti. Ma Onesti ammette anche che a causare stragi tra i greggi potrebbe essere la presenza ben più temibile di questi cani inselvatichiti che meglio conoscono l’uomo e che quindi si avvicinano con maggiore facilità anche agli insediamenti umani ed agli ovili.
A differenza dei branchi di lupi, i branchi di cani rinselvatichiti, qualora attacchino un gregge, sono incapaci, anche per assoluta mancanza di coordinazione, di limitare l’attacco alla sola necessità alimentare: di conseguenza, disperdono gli animali in un vasto raggio e ne uccidono un gran numero. Il danno causato dai loro attacchi alle greggi è assai consistente e l’abbandono di carcasse semidivorate sui pascoli incrementa la diffidenza degli operatori del settore zootecnico nei confronti dei lupi, con i quali vengono sovente confusi. Questi comportamenti e l’ibridazione fanno del cane selvatico la principale minaccia anche per la sopravvivenza dello stesso lupo.
Comunque sia si fa più attuale che mai un problema da risolvere: proteggere greggi e pascoli dal predatore.
L’amministrazione provinciale sta portando avanti un progetto assieme al Corpo forestale dello Stato, le Unioni dei Comuni e l’Unità veterinaria dell’Asl 2 per monitorare la presenza del lupo sia in Media Valle del Serchio, sia in Garfagnana. L’obiettivo è quello di individuare le direttrici di movimento sia dei branchi, in genere molto limitati come numero di esemplari, sia dei singoli individui. Lo studio dovrebbe avere come obiettivo finale di monitorare con estrema precisione la loro presenza e i loro movimenti e poter mettere a punto sistemi di dissuasione e protezione dei greggi.
Quel che è certo fino da ora comunque, è per combattere il problema delle stragi ci sia bisogno per i pastori di riprendere la gravosa abitudine di sorvegliare le greggi con più attenzione. La Provincia sarebbe in tal senso impegnata, come dichiarò qualche mese fa l’assessore competente Diego Santi, a studiare un percorso per la reintroduzione della ‘guardiania’ e del pascolo protetto in tutto il territorio provinciale anche grazie ai finanziamenti ad hoc che la Regione sta predisponendo.
E’ comunque basilare che l’informazione sia il più possibile accurata e per questo è importante la collaborazione delle persone che avvistino sia i lupi che i cani inselvatichiti; ogni segnalazione al Corpo Forestale o alle autorità competenti può essere utile per avere una fotografia costantemente aggiornata della situazione, ma anche per mettere a punto delle strategie tese a creare il minor contrasto possibile tra le attività umane e la presenza di esemplari di lupo appenninico, in linea con quanto previsto dalla Regione Toscana.
Eventuali segnalazioni possono essere rivolte all’Ufficio Risorse Faunistiche della Provincia di Lucca all’indirizzo mail: risorsenaturali@provincia.lucca.it oppure al Corpo Forestale dello Stato di Lucca allo 0583/955525.
Tag: pecore, pastori, ovini, protezione, renaio, lupi, cani selvatici, cani inselvatichiti, greggi
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