A corredo del primo numero della rivista “Il Settantesimo“, dedicata all’anniversario del passaggio del fronte a Barga, proponiamo in questa sede la versione integrale del Timeline degli eventi dal 25 luglio 1943 (caduta del fascismo) all’11 ottobre 1944, data d’arrivo delle truppe brasiliane.
1943
Luglio, 25: Barga festeggia il patrono San Cristoforo. A sera i barghigiani affollano il cinema Roma, mentre si diffonde rapidamente la notizia della caduta di Mussolini.
Estate: Si rimuovono le lapidi sulla facciata del comune (relative all’elevazione a città e alle ‘inique sanzioni’ della guerra d’Etiopia), l’epigrafe in memoria di Arnaldo Mussolini sul prato dell’Arringo e i fasci littorii sparsi per la cittadina. La reazione dei barghigiani, al di là dell’entusiasmo per la paventata fine della guerra, è pacata.
Autunno: Dopo la proclamazione della R.S.I. Barga per diverso tempo rimane terra di nessuno, fino alla riapertura della sede del Fascio. I soldati allo sbando dopo l’armistizio trovano rifugio presso la popolazione, cosa che viene generalmente tollerata e passata sotto silenzio, seppure con alcune eccezioni. Tra queste il parroco di Tiglio don Armando Sabatini che il 19 dicembre viene arrestato; verrà detenuto in carcere a Lucca e Firenze, e rilasciato nel mese di marzo senza aver subito processo.
1944
Gennaio: Il podestà Giulio Equi si dimette ed è nominato commissario prefettizio Gino Vivarelli, che fa riapporre le lapidi smurate sei mesi prima. Lombardi ricorda che mentre gli operai rimettono a posto la lapide “qualcuno (un fabbro) osservò: Sarebbe bene metterla sui perni! Ed altri (un sarto certamente): Meglio usare i bottoni automatici!”.
Febbraio, 14: Barga riceve la sua prima ferita di guerra: un aereo sgancia dodici bombe sulla zona di Albiano. Risultato: una stalla con bestiame perfettamente centrata, sei case danneggiate, una donna ferita; “pietre di Corsonna volarono fin presso l’Albergo Alpino, vetri rotti in molte case e lapidi spezzate al Cimitero”.
Giugno: I tedeschi, saltuariamente presenti sul territorio già da tempo, si stabiliscono a Fornaci presso il CESER (i malati psichici sono mandati a Barga al Conservatorio) e in altre frazioni presso le abitazioni private. Per tutta l’estate si susseguono requisizioni, soprattutto di generi alimentari, ma senza contorni violenti. Il servizio ferroviario e automobilistico è sospeso: Barga è isolata, senza “posta né giornali né viaggi se non con mezzi di fortuna”. Si ingenera una situazione poco chiara in Comune, per un momentaneo allontanamento delle autorità fasciste; di fatto sarà il segretario Alfredo Baldacci colui che gestirà l’ordinaria vita amministrativa nei mesi successivi.
Luglio, 8: Le truppe tedesche prendono stallo a Barga, stabilendo i comandi in diverse abitazioni private. Intanto gli Alleati si avvicinano e risalgono la Toscana.
Settembre: La S.M.I., già da tempo inattiva, sospende tutte le attività produttive.
Settembre, 11: Dalla sera precedente si sparge la voce di un imminente rastrellamento ma, poiché mancano grandi movimenti, molti uomini scelgono di rimanere nelle proprie case. Sbagliando: alle tre del pomeriggio i tedeschi, dopo aver circondato la città, mettono in atto il rastrellamento, con lo scopo di raccogliere manodopera da deportare in Germani. Si piazzano mitragliatrici sulle strade e le piazze e si rovista casa per casa. Qualcuno riesce a salvarsi dandosi alla fuga o ricorrendo ai più svariati espedienti: chi si veste da donna, chi da infermiere o degente, chi si finge malato di mente, chi si nasconde negli scantinati, tra le legna, nei cesti della biancheria, nelle concimaie, sugli alberi. Gli uomini che non riescono a scampare sono radunati sotto il cedro del Bastione, tra la disperazione dei familiari e degli amici. La sera le camionette tedesche caricano i rastrellati, che vengono condotti a Castelnuovo e di lì al Nord. Qualcuno non farà più ritorno.
Settembre, 19: La 36^ Brigata Nera Mussolini prende stanza a Barga per alcuni giorni, prima di spostarsi verso Castiglione.
Settembre, 24: Gli Alleati sono alle porte: lo annunciano alcuni colpi caduti su Filecchio. Tutto il territorio è soggetto per giornate intere a cannoneggiamenti. I tedeschi sgombrano l’ospedale installato al Giardino, mentre arrivano i “guastatori” per far saltare i ponti.
Settembre, 25: Dalle 8 della mattina fino alle 11 di sera i genieri minano i ponti. “I barghigiani hanno l’aspetto di chi abbia una persona cara morente”.
Settembre, 26: Alle 13 il comando tedesco avvisa mons. Lombardi di suonare le campane, per annunciare l’imminente esplosione. Il crollo dei ponti avviene alle 13,55: non ne restano che macerie, mentre polvere e sassi volano ovunque: tutta la città è coperta di detriti. Alle 15 viene eseguita la stessa operazione sul ponte di Catagnana, la cui distruzione provoca l’interruzione dell’acquedotto. Rimane in piedi solo il ponte vicino Porta Macchiaia, risparmiato perché considerato inadatto al passaggio del traffico pesante. La città è divisa in due tronconi, privata in gran parte di luce e di acqua. I tedeschi proseguono nei giorni successivi, facendo saltare la ferrovia e i ponti all’Arsenale, in Campia e sull’Ania; continuano inoltre a fare scorrerie su Barga, dove anche i partigiani si palesano.
Ottobre, 6: Le truppe brasiliane occupano Fornaci di Barga.
Ottobre, 9: I partigiani dell’XI Zona Patrioti del comandante Manrico Ducceschi “Pippo”, guidati da Tiziano Palandri, prendono possesso del Comune. Si fa di nuovo rimuovere la lapide mussoliniana, mentre coloro che sono stati ritenuti collusi col fascismo sono destinati alla ricostruzione delle opere pubbliche.
Ottobre, 11: Alle 10,30 arrivano i brasiliani che già nei giorni precedenti erano saliti a Barga per brevi perlustrazioni. L’accoglienza da parte della popolazione è festosa. Poche ore dopo i tedeschi, attestati in Lama e a Perpoli, cannoneggiano la città, provocando tre vittime. È quello che mons. Lombardi definisce “l’inizio della tragica sinfonia”.
I passi in corsivo sono ripresi da “Barga sulla Linea Gotica” di Mons. Lino Lombardi.
Immagine: Archivio Pietro Rigali. Gli avanguardisti passano per le vie di Barga alla raccolta della lana. Grazie per l’aiuto a Pier Luigi Tortelli
Tag: guerra, guerra a barga, 70°, monsignor lino lombardi, barga sulla linea gotica, liberazione
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