Le vacanze estive offrono spesso dei momenti di ozio, quest’anno ancor di più visto il brutto tempo che le hanno caratterizzate. In uno di questi momenti in cui, insieme ad un amico e coetaneo, ce ne stavamo sbracati su una sedia a sdraio al mare in Versilia sorseggiando un aperitivo, abbiamo notato come, in spiaggia, nonostante l’affollamento, vi fosse un gran silenzio. Infatti la maggioranza dei bagnanti, bambini compresi, erano tutti intensamente occupati con un cellulare/smartphone o un tablet, con l’eccezione di coloro che invece se ne stavano beatamente tra le braccia di Morfeo. Questo silenzio che ci circondava – rispetto alla confusione che, sino a qualche anno or sono, regnava in spiaggia tra schiamazzi di bambini, musica sparata a mille decibel da radioline e mangiadischi, nonché le chiacchiere a voce alta dei più anziani – ci ha portato vicendevolmente a tutta una serie di ricordi e considerazioni su come sia cambiato il mondo e le sue usanze nei vari aspetti della nostra vita quotidiana nel corso della nostra generazione nata negli anni a cavallo dell’ultimo conflitto mondiale.
Dai mezzi di trasporto che, un tempo, significava sognare una Bianchi, cioè una bella bicicletta nera arricchita da cromature luccicanti, sostituita poi nei desideri dei giovani dalla Vespa o dalla Lambretta o, anche, semplicemente da un motociclo (il Ciao era il top) ed infine dall’automobile, magari anche una piccola utilitaria come la Cinquecento Fiat. Mentre oggi abbiamo automobili dotate di ogni comodità e di sistemi di sicurezza inimmaginabili che parcheggiano pure da sole e ci portano tranquillamente a destinazione grazie al navigatore satellitare, roba da film di fantascienza per tutti noi che una volta sognavamo una Bianchi! Che dire poi dei mezzi di trasporto pubblici che, allora, per noi ragazzi significavano la corriera o, al massimo, il treno (la Littorina ed il Rapido che ci faceva pensare ai lunghi viaggi da sogno) mentre oggi abbiamo il Freccia Rossa anche se, ahimè, a livello locale si viaggia con del materiale rotabile da far rimpiangere le Littorine di una volta. E tutto questo senza pensare a quanto è accaduto nel trasporto aereo che, un tempo, ci faceva sognare ed invidiare i suoi viaggiatori quando da ragazzi con il naso all’insù guardavamo un aereo volare in cielo ed oggi l’aereo, grazie ai voli low cost, è diventato un mezzo di trasporto alla portata di tutti come le corriere della nostra gioventù.
Dai mezzi di comunicazione che, un tempo, significava essenzialmente la cartolina postale o la lettera semplice o raccomandata ed eccezionalmente il telegramma, ai quali si aggiunse il telefono, quando si cominciò ad installare una cabina pubblica nel bar del paese. Poi, piano piano (molto piano), iniziarono a diffondersi le cabine telefoniche pubbliche a gettoni e, di pari passo, il telefono nelle abitazioni private (magari il famoso duplex!). Infine l’apparecchio telefonico divenne anche il fax e da quel momento iniziò il declino dei tradizionali mezzi di comunicazione, come la corrispondenza con il francobollo ed il telegramma, che avevano imperato sino a quel momento. Ma la diffusione di massa di questi nuovi mezzi di comunicazione ebbe vita breve poiché furono ben presto soppiantati dal telefono portatile (cellulare) con le sue incredibili evoluzioni e molteplici applicazioni di cui é stato dotato in pochi lustri: rubrica, agenda, messaggistica (sms), calcolatrice, orologio con sveglia, radiolina, macchina fotografica, invio di foto (mms), video camera, album fotografico, registratore, mini computer e quindi collegamento internet e posta elettronica, navigatore satellitare, un’infinità di giochi (compreso le parole crociate) per finire, per ora, al video telefono perché chissà cosa altro ci riserverà in futuro questa vera e propria diavoleria tascabile!
Che dire, infine, delle comodità che fanno parte ormai della nostra vita quotidiana ma che sino a qualche decennio or sono erano impensabili: la corrente elettrica ormai diffusa ovunque anche in quelle case sperdute nelle campagne e nelle tante vallate italiane dove, ancora negli anni cinquanta del secolo scorso, l’illuminazione era quella delle candele e delle lampade a petrolio; gli svariati elettrodomestici che hanno riempito nel tempo le nostre case, dalla cucina a gas/elettrica, al frigorifero, alla lavatrice, allo scaldabagno, all’asciuga capelli, al tostapane, alla lavastoviglie, tanto per citare quelli più comuni. Abitazioni dotate di impianti centralizzati per il riscaldamento che hanno soppiantato i vecchi focolari e le cucine economiche a legna di una volta e le stesse stufe a gas o kerosene il cui calore si disperdeva già a pochi metri di distanza. Senza dimenticare l’evoluzione che hanno avuto i giradischi che una volta funzionavano a manovella con i dischi a 78 giri in vinile. Oppure cosa abbia significato per le abitudini della gente l’arrivo nei primi anni ’50, sempre del secolo scorso, della televisione ovviamente in bianco e nero con un unico canale della RAI e peraltro non sempre ricevibile nell’intero territorio della Repubblica. Oggi si gestisce a distanza con un telecomando e, grazie ai satelliti ed al decoder, abbiamo a disposizione i canali di tutto il mondo e, seduti comodamente sul divano di casa, al di là della programmazione delle varie reti tv, possiamo scegliere di vedere il film o l’evento sportivo preferito (on demand, come si dice!). Pensiamo ancora all’evoluzione che ha avuto il luogo più intimo di una abitazione, quella che una volta si chiamava ritirata, poi, con una delle tante evoluzioni linguistiche a cui il tempo ci ha abituato, gabinetto, bagno o toilette: un luogo che tante abitazioni, un tempo, non avevano neppure in casa bensì in un bugigattolo all’aperto o su un pianerottolo, privo di acqua corrente e dotato per lo più di carta gialla, quella che un tempo utilizzavano i negozi di alimentari per incartare la merce. Oggi sono dei veri e propri luoghi di riposo e meditazione con tutti i comfort, compresa la carta igienica a tre veli se non addirittura dotati di quei wc di ultima generazione, per raffinati, con bidet e ventilatore incorporato!
Alla fine di queste nostre elucubrazioni da spiaggia ed anche dell’aperitivo, siamo arrivati alla conclusione che questa nostra generazione é stata testimone e sta vivendo un’epoca veramente eccezionale che ha visto tanti e tali cambiamenti come nessun altra generazione in passato. Una evoluzione verso le comodità ed il benessere nella vita di tutti i giorni, UN0evoluzione tale che peraltro i nostri figli spesso neppure credono che sia stato diverso da ora, se proviamo a raccontar loro come si viveva quando noi avevamo la loro età.
E forse é meglio così, sperino solo – visto quanto sta accadendo intorno a noi di questi tempi – che non vi sia un ritorno al passato!
Tag: smartphone, comunicazione, passato, generazioni, generazione, progresso
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