“Dieci anni di Colori”: Maya Hardin espone la sua (bellissima) visione di Barga

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Maya Hardin è arrivata a Barga nel 2004 per perfezionare la sua tecnica di incisione con il maestro Swietlan Nicholas Kraczyna. L’aveva incontrato l’anno prima nella Repubblica Ceca, sempre durante un workshop di etching e qui aveva conosciuto anche la barghigiana Candida Abbondio la quale, assieme al maestro, le aveva a lungo parlato della piccola, lontana, sconosciuta cittadina di Barga.

In questo modo Maya, da Brooklin, è arrivata a Barga: per perfezionare ancora di più la tecnica e per conoscere un posto di cui aveva sentito a lungo parlare. Da quel momento qualcosa è successo e Maya è tornata qui ogni estate, rimanendo letteralmente innamorata dei suoi spazi, delle sue persone, delle sue luci.

Adesso la sua fascinazione per questa terra è esposta in una mostra di etching multiplate presso il museo delle stanze della Memoria, dove una Barga fantastica, fiabesca, sospesa ma vera occhieggia dalle pareti. Assieme a un lungo studio sulla Pania e il monte Forato, ai quali Maya ha dedicato tempo e passione fino a rappresentarli sempre con lo stesso profilo ma con decine di colori diversi.

Sono i nostri monti visti in tutte le stagioni, a tutte le ore del giorno e della notte, dal fresco azzurro della sera al rosa dell’alba, dal verde carico della primavera al caldo bruno dell’autunno.

Quello che domina nella Barga di Maya sono appunto le tinte, che con la tecnica messa a punto da Kraczyna e tramandata ai suoi allievi, possono dare grandissimi risultati: non a caso la mostra si intitola “Dieci anni di Colori a Barga” e propone tinte vivaci, vivide, travolgenti.

Ne presentare la sua mostra Maya scrive: “Tante volte, a New York, succede che una persona vede una delle mie stampe di Barga e mi chiede: “Ma è un posto vero?” A lei sembra una favola, una fantasia. Per me è una domanda strana, sempre inaspettata. A me sembra ovvio che esista davvero, perché io l’ho rappresentata essendo fedelissima (anche troppo) ai dettagli specifici di qualsiasi scena, perché la rispetto e l’adoro com’è.”

“Ma poi ho capito che più che fare una rappresentazione esatta cerco di essere fedele auna bellezza che vedo sotto la superficie, ai sentimenti che sorgono quando attraverso una piazza. Uno può apprezzare una persona bella da fuori, ma se la conosci e sai che è anche generosa, passionale, creativa, non diventa più bella? È lo stesso per un posto, credo. Quando vedo la bellezza indiscutibile di Barga sento la generosità della gente, la sua passione, la sua creatività, il suo amore per questa città e la valle intorno”.

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