Ad un anno dalla scomparsa, Barga ricorda l’artista scozzese John Bellany con una grande mostra antologica che si terrà dal 12 luglio al 14 settembre.
L’evento che segnerà l’estate lucchese ha il patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, del Senato della Repubblica, dei Comuni di Barga e Molazzana, della Provincia, della Fondazione Cassa di Risparmio e della Camera di Commercio di Lucca, della Regione Toscana e della Fondazione Giovanni Pascoli.
La mostra antologica “A Voyage to Barga” prevede un percorso espositivo che si articolerà in tre prestigiose sedi aperte al pubblico, con ingresso gratuito: Museo delle Rocche e Fortificazioni, Fondazione Ricci e “Galleria” di Piazza S. Rocco.
Barga e l’intera Valle del Serchio hanno segnato la vita e la pittura di Bellany: la sua personale rivisitazione di San Cristoforo (patrono della cittadina) è esposta nella sala consiliare del Comune.
“Non era un ospite, ma un concittadino. Della Valle del Serchio conosceva tutto. La sua pittura ci ha fatto scoprire cose nuove della nostra terra”, ha sottolineato il sindaco di Barga Marco Bonini, presentando l’iniziativa.
I quadri di Bellany sono nelle collezioni di alcuni dei Musei più prestigiosi del mondo, tra i quali il Museum of Modern Art di New York, il Tate Britaine, ovviamente, la National Galleries of Scotland di Edimburgo che raccoglie gran parte della sua produzione. Come attestato più volte dall’autorevole The Sunday Time, Bellany ha segnato il nuovo orgoglio dell’arte figurativa della Scozia e fu onorato nel 1994 del titolo di Baronetto per alti meriti artistici dalla Regina Madre.
Anche la Royal Academy di Londra gli ha reso un sentito omaggio, ricordandolo lo scorso mese di dicembre, un’attenzione riservata solo ai grandi artisti membri di questa illustre Accademia.
Negli anni passati Bellany, che era nato a Port Seton nel 1942, ha esposto frequentemente a Barga le sue tele ad olio di grandi dimensioni, incentrate sui temi del paesaggio locale, della natura morta, delle reminescenze infantili marinare e dei ritratti, per arrivare ai corali dove figure umane ed interni si mescolano con il racconto interiore del pittore.
Dai paesaggi e colori delle Highlands scozzesi alle atmosfere collinari di Barga e dintorni, Bellany ha fatto dell’energia espressiva del colore e del contrasto tra sacro e profano, i temi ricorrenti di tutto il suo percorso artistico, iniziato nel 1960 all’ Edinburgh College of Art e perfezionato poi al Royal College of Art di Londra, che gli dedicherà una grande personale nel 1986.
L’itinerario artistico di John Bellany vanta lunghe collaborazioni. Fu capace di restituire all’arte figurativa gli spazi di critica e di pubblico sottratti dal modernismo e dall’astrattismo che sembravano invincibili nell’immediato periodo post bellico. Bellany fu anche docente universitario in Pittura presso il College of Art di Brighton e al Winchester College of Art.
Ma è proprio a Barga che Bellany ha trovato i suoi riferimenti più intimi. “Non puoi essere un artista espressivo senza radici su cui costruire“, disse in una intervista. E come Giovanni Pascoli, cento anni dopo, cercò rifugio nella Valle del Serchio, un’esperienza unica, che provocò in lui un vero cambiamento. Come Pascoli mutò la sua poesia, Bellany mutò la sua pittura. Alle navi, ai porti, ai pescatori della Scozia si sostituiscono così le montagne, le colline, i borghi della Valle del Serchio. E il colore dai toni cupi si trasforma, la luce diventa serafica, capace di trasmettere una potenza di vita nuova.
Ne era convinto Bellany. “Cercavo la vita e l’ho trovata“. A Barga.
Il legame con il grande poeta romagnolo, sarà al centro di un altro evento estivo: il 10 agosto, per la notte di San Lorenzo, la letture delle poesie del Pascoli sarà dedicata alla Scozia, la patria di Bellany.
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