Per lunedì 10 febbraio presso l’associazione industriali di Firenze è previsto un’importante incontro tra l’azienda KME di Fornaci di Barga e di tutte le imprese del gruppo Kme Italy, le Rsu e le Organizzazioni sindacali per fare il punto sulla situazione aziendale e per fare una verifica sull’applicazione dell’accordo sindacale dell’11 aprile 2013 che venne stipulato dopo mesi di trattative, tensioni e mobilitazioni sindacali.
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L’accordo fu l’atto conclusivo di una vertenza apertasi i n gennaio a seguito dell’annuncio dell’azienda di 275 esuberi, di cui 142 a Fornaci di Barga e dello spegnimento del forno Asarco nello stabilimento di Fornaci di Barga.
La notizia dlel’incontro viene resa nota dal segretario provinciale della FIOM massimo Braccini che spiega: “L’accordo permise di evitare i licenziamenti e di non far cessare la produzione del forno Asarco, scelta che a ns. avviso si è rivelata fondata visto che il forno Properzi, che a detta dell’azienda doveva in qualche misura sostituire l’Asarco, in tutti questi mesi è rimasto addirittura spento.
Inoltre in quell’accordo è previsto un importante impegno dell’azienda, e cioè quello che si doveva procedere ad un maggior utilizzo della capacità produttiva del Forno Asarco mediante l’apporto aggiuntivo di migliaia di tonnellate di rame da portare a Fornaci di Barga, cosa che ad oggi non abbiamo visto”.
“In questo ultimo anno – continua Braccini – non vi è stato cenno di ripresa produttiva e l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, quali il contratto di solidarietà, è a tutt’oggi pienamente applicato ai lavoratori che, da parte loro, hanno rispettato pienamente gli impegni e hanno fatto sacrifici in attesa della ripresa produttiva.
Sono ormai 8 anni che alla KME vengono utilizzati ammortizzatori sociali di tutti i tipi e abbiamo provato a fare tutti i passaggi necessari per favorire il rientro di lavorazioni anche da altri siti produttivi per cercare di salvare lo stabilimento e la sua vocazione produttiva.
A questo punto però serve un colpo d’ala dell’azienda perché non abbiamo molto altro tempo per accompagnare una crisi di queste dimensioni.
Pretendiamo il pieno rispetto dell’accordo e quindi il rientro di tonnellate di rame a Fornaci di Barga, un piano di rilancio e la comprensione concreta del futuro del gruppo KME in Italia”.
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