La signora Duse Lemetti se la ricorda per le mani morbide e il fare delicato; suo fratello Luigi per una bella dedica che scrisse su di una foto ritraente il padre di lui e il fratello di lei. Molti, che non hanno avuto il previlegio di essere suoi figliocci, la ricordano comunque per la bontà e la carità con cui volle aprire un asilo a Castelvecchio e – appresa da chi c’era – la forza con cui si impose perché la salma del fratello Giovanni rimanesse sepolta a Castelvecchio.
Insomma Mariù Pascoli, sorella del grande poeta Giovanni, non è stata solo una “donnina” di inizio novecento ma una figura, per certi versi anche di primo piano, che ha saputo influenzare a suo modo la vita di Barga e della Poesia Italiana.
Per questo è stata ricordata con grandi onori lo scorso 6 dicembre, anniversario della morte avvenuto nel 1963; per questo una mostra allestita nell’archivio della casa museo la ricorda nella sua quotidianità come ritratta in compagnia di grandi personaggi.
Mariù è stata colei che ha per prima capito la fragilità del fratello e che quindi gli ha permesso di sviluppare e mantenere quell’innocenza da cui è scaturita la poetica del Fanciullino, Mariù è stata la vestale di un poeta per certi versi rigido e per altri tormentato; Mariù è stata la segretaria speciale di un uomo che seppur con modestia ha intessuto rapporti epistolari con uomini, semplici, illustri o letterati del tempo; Mariù è stata la prima vera conservatrice di quei beni pascoliani, sia materiali che immateriali che poi, con grande premura e devozione, ha fatto pervenire a noi intatti, donando tutto quanto, alla sua morte, al comune di Barga.
Per questo nell’anniversario della sua morte le autorità civili, militari e religiose, oltre a innumerevoli bambini delle scuole di Barga, si sono riuniti per una messa in sua memoria e per un ricordo da parte di chi la conobbe in gioventù, (Duse Lemetti, Luigi Lemetti) e di chi, come Gianluigi Ruggio, ha curato e continua a conservare i beni letterari lasciati alla comunità e custoditi a casa Pascoli.
La mattinata, sviluppatasi tra la chiesina di san Niccolò e il bel giardino della casa museo, si è conclusa con l’inaugurazione di una piccola ma rappresentativa mostra di immagini e cimeli originali appartenuti alla donna, in grado di raccontare i suoi rapporti con il fratello e la comunità barghigiana, e più in generale con il suo tempo.
Gli stessi documenti, riprodotti con ingrandimenti, saranno poi esposti presso le stanze della Memoria a Barga a partire dal 14 dicembre prossimo in una mostra iconografica curata dal professor Umberto Sereni.
Sotto gli interventi del curatore prof. gianluigi Ruggio e i ricordi di Luigi e Duse Lemetti
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