Il fascino del Presepe Vivente ed il suo messaggio; che resiste alla banalità dei nostri tempi

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C’è che dice tanta, c’è che dice meno degli altri anni. Indubbiamente la proliferazione nel corso degli anni di manifestazioni del genere in tutta la Valle del Serchio ha forse limitato un po’ la presenza di visitatori al Presepe Vivente di Barga (ieri sera, antivigilia di Natale il 23 dicembre); soprattutto se si fanno raffronti con le prime edizioni della manifestazione, più di 30 anni fa. Ma perché guardare sempre al passato e rifarsi sempre alle solite frasi del tipo: una volta era meglioquelli sì che erano Presepi Viventi… e così via?
Perché al di là del pubblico presente, che comunque non è stato poco in considerazione anche di una giornata di tempo che non prometteva nulla di buono, di certo il Presepe Vivente di Barga, la rappresentazione del genere più antica di tutta la vallata, non ha certo mutato il suo fascino e la sua magia, grazie anche e soprattutto all’impegno e alla buona volontà di tanti giovani e meno giovani barghigiani coordinati al meglio dal comitato dei gruppi del presepe retto da anni dal bravissimo Enrico Cosimini. E sostenuto dall’Amministrazione Comunale con l’apporto dell’assessore Gabriele Giovannetti, del consigliere Stefano Santi, ma anche di tante bravi dipendenti, in prima fila volontariamente per l’organizzazione dell’evento.
Tra i gruppi storici presenti la famiglia dei Troni dei Barucci, che non manca mai a rappresentare le tradizioni della vita contadina, anche nel ricordo di tanti di loro che non ci sono più, ma anche la presenza di alcuni amici del Comitato Presepe Vivente di Ghivizzano, del gruppo teatrale di Gallicano, del Comitato paesano di San Pietro in Campo.
Non è mutato, poi, e non muterà mai, il magico ambiente dell’antico castello di Barga, luogo ideale, più di tanti e tanti altri, per accogliere un grandissimo presepe a cielo aperto.
E’ mutato invece leggermente il percorso, causa problemi logistici legati anche ai ponteggi presenti nel centro storico per i danni del terremoto del gennaio 2013; un percorso che comunque è stato adeguato ad accogliere i circa 200 figuranti (tra i quali anxche i bambinid ella classe III A della primaria di Barga ndr) e che si è snodato da Piazza Salvi fino a Porta Macchiaia, passando per alcune carraie interne e poi salendo fino al Duomo dove come sempre si è svolta la scena della Natività.
Per una serata intera, tanti antichi mestieri sono tornati a rivivere in Barga vecchia, dove a metà di una serata umida, ma non fredda e quindi clima ideale, è passata la sacra famiglia che poi ha raggiunto l’aringo del Duomo; qui la natività è stata annunciata dalle campane del Duomo di Barga e da un razzo a rappresentare la stella cometa: il segnale per richiamare ad adorare Gesù Bambino (era la piccola Paloma Giannotti ndr) i Re Magi ed insieme tutti i figuranti e tanta gente.
Alla fine è stata una bella serata, piena di magia e suggestioni, prologo ideale ad annunciare anche a noi barghigiani che comunque è Natale, nonostante tutto. E, aggiungiamo, un presepe vivente che se di sicuro non permetterà di far rivivere il fasto delle prime edizioni, sicuramente ha mantenuto il suo fascino ed il suo messaggio, sconfiggendo la banalità e la bassezza di questi nostri tempi dove troppo spesso la modernità non sa coniugarsi con le cose belle e genuine.

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