Dopo la lettera aperta inviata da Paolo Pieri alla stampa – sulla candidatura del sindaco Marco Bonini e sull’orstracismo presunto del PD nei confronti drell’ex sindaco Sereni – indirizzata in particolare ai segretari del PD Vincenzo Cardone e Nicola Boggi, arriva la risposta a titolo personale di Cardone (nella foto).
Ecco che cosa risponde a Pieri:
Francamente questa lettera aperta è una di quelle cose che non capisco, ma, lo ammetto, per colpa mia. Ancora una volta Pieri dal buen retiro di Lucca ci impartisce lezioni ci detta i tempi di una musica che nessuno gli ha commissionato di dirigere. Parla di nuove divisioni, ma quali? Il Partito Democratico ha legittimamente ritenuto di ricandidare per il secondo mandato Bonini. Punto.
Pieri avanza preoccupazioni per le contrapposizioni che si possono verificare nella nostra comunità… Beh devo dire che lui è stato veramente uno specialista in questo. Non volevo entrare nell’ argomento, ma chi è che ha diviso la nostra comunità sulla sanità? Lo dice lo stesso Pieri, e per cosa? Per contrastare la “sciagurata” scelta della giunta Campani che aveva firmato un accordo che oggi, Pieri in testa, viene rivendicato dai detrattori di allora
come la panacea della sanità della Valle.
Infine si parla di ostracismo nei confronti di altre candidature e qui siamo veramente al paradosso. Ma cosa avrebbe dovuto fare il Partito Democratico? Lo stesso Pieri dice di non avanzare critiche all’operato del Bonini. E allora? È iniziata una raccolta di firme per una candidatura in contrapposizione a Bonini assolutamente legittima, ma il Partito Democratico ha fatto un’altra scelta ed ovviamente non ha nessun titolo per porre veti a chicchessia: è la democrazia, Pieri.
Inoltre Pieri cita cosa avvenne nelle elezioni che segnarono la sconfitta di Campani e parla di partiti di centrosinistra, dimenticando la scelta che all’epoca fece… l’asinello.
Infine Pieri parla di scuola del “Sacro Cuore”. Io all’epoca non risiedevo ancora a Barga e frequentavo la FGCI, pertanto ho altri riferimenti politico/culturali che mi hanno formato e che mi consentono, ancora oggi, di fare, con tutti i miei limiti, politica con quello spirito di servizio che va dall’elaborazione di idee, all’attaccare i manifesti e a fare il cuoco alla festa dell’Unità. Null’altro di più.Vincenzo Cardone
Tag: paolo pieri, marco bonini, Umberto Sereni, Nicola Boggi, comunali, vincenzo cardone, candidatura, elezioni amministrative
Ghiloni Valter
3 Dicembre 2013 alle 15:04
Lettera aperta a Pieri e Cardone
Credo che quanto dite entrambi abbia del vero. Credo che finchè la politica sarà una cosa destinata alle segreterie dei partiti e alla rifrittura in olio esausto dei soliti noti non potrà mai attirare i cittadini che dovrebbero essere invece i primi depositari della politica.Perchè (e non mi dica Cardone, ma neppure Pieri che non è vero) nelle segreterie si è accolti solo se si segue la linea.Se si hanno idee si viene presto esclusi. Specialmente se le idee non collimano in tutto e per tutto con la dominante.La politica invece dovrebbe essere servizio a tutto tondo, scevro da ideologie pure ma rivolta solo al bene comune che è universale e non ideologico.Utopia la mia, lo so da solo.Ma è indiscutibile che la disaffezione che fa si che i cittadini stiano fuori a criticare deriva dalla loro esclusione aprioristica dalla possibilità di partecipare attivamente. Gli schieramenti per le prossime comunali, gli uomini da far sedere in consiglio, fors’anche coloro che saranno assessori, sono già decisi ora, in accordo con Regione e centri nazionali e forse anche con interessi economici di ben più alto livello (dipende dai punti di vista…. ovviamente). E guai a chi osasse cambiare questo, avrebbe vita breve, se anche ci riuscisse.Purtroppo la democrazia in Italia, se mai è esistita, è defunta da troppo tempo.Democrazia diretta, questo sarebbe il mio sogno.I cittadini interpellati prima di ogni decisione, con voto palese….Utopia di un sognatore, che però almeno una via di mezzo tra il tutto in segreteria e il tutto al popolo vorrebbe riuscire a vederla.PS: non sono critiche ovviamente alle persone, ma al sistema ed a ciò che lo stesso prova a rappresentare.
Luti Giuseppe
15 Dicembre 2013 alle 22:02
Pieri. Cardone . e.. Ghiloni
Voglio subito chiarire il mio modestissimo pensiero politico sul contendere di queste righe scritte, penso in libertà, dai signori che l’hanno animato.I cavalli di ritorno, secondo me, sono sempre da evitare. Chi ha avuto il grande privilegio di “comandare” a Barga per dieci anni, facendo anche cose appariscenti agli occhi dell’opinione pubblica, in un periodo molto più “grasso” per le finanze pubbliche deve avere il buon senso di farsi da parte .Anche perché mi sembra che all’epoca si sia dato fondo a tutte le possibilità di alienare i beni comunali per raggiungere un “effimera” “grandeur”.Tutti gli immobili di proprietà del Comune di Barga sono stati venduti (credo che solo l’ex Mattatoio di Loppia sia ancora invenduto, ma potete corrergemi se siamo ancora propritetari di qualcosa, ne sarei felice).Soprattutto si é venduta la Farmacia Comunale di Fornaci di Barga. L’UNICO bene di proprietà del Comune di Barga che rendeva, secondo stime approssimative e per difetto, circa centoventimila euro l’anno alle casse del Comune di Barga.Si potevano evitare gli aumenti sull’IMU-ICI, si potevano fare gran parte di tutti quegli interventi che sono necessariamente NECESSARI per salvaguardare il nostro CENTRO STORICO, che invece sta andando in malora.”Scuola del Sacro Cuore”. Io c’ero. Non era una scuola. Era solo l’Azione Cattolica” di quegli anni. Sul web,leggi “Bargainfoto” c’è una fotografia che ci identifica, lo dico con semplicità ed anche con pò di ironia divertita a distanza di tanti anni. Li ci sono tutti o quasi tutti quelli che negli anni a venire si sono fatti avanti (o indietro) nella politica barghigiana.Diciamo subito che il primo partito, per tutti o quasi, è stata la Democrazia Cristiana (Azione Cattolica=Democrazia Cristiana).Poi la maggior parte di noi si fa una opinione personale sulla “danza” politica. Succede che praticamente tutti, chi prima e chi un pò più tardi (ma non molto più tardi) si colloca in altre aree politiche. C’é che diventa Comunista, chi diventa Socialista, chi del PSIUP. In conclusione di democristiani ne restano molto, ma molto, pochi.Con l’andare avanti nell’età ognuno si è scelto un’area politica dove parcheggiare. Chi con velleità di una qualche carriera politica (Consigliere Comunale, Assessore, Componente di qualsiviglia organismo politico o parapolitico legato a qualsivoglia partito, ecc.) e chi schifato dai sotterfugi e “detti non detti” della polita di quegli anni, manda tutti a “quel paese” e si costruisce un suo personale pensiero politico e si distacca.Alcuni si trincerano in una posizione “ibrida” del cosiddetto “Catto-Comunismo” che non ho mai capito che posizione avessero. Ho capito più tardi che erano coloro che tenevano i piedi su due staffe. Questa é la mera realtà di quegli anni. Volenti o nolenti. E questa é stata, dal mio punto di vista, ciò che qualcuno chiama la suola del sacro cuore. Almeno intesa in senso politico.Per altri versi, era una vera scuola di vita.Giuseppe Luti15-12-2013 – ore 21.52
Ghiloni Valter
19 Dicembre 2013 alle 8:00
Scuola di politicia
Alcune delle tue affermazioni, Giuseppe, mi lasciano perplesso, ma le opinioni sono opinioni…L’unica annotazione che però vorrei sottolineare, al di là delle scelte politiche che ognuno poi ha fatto nella sua vita, è che di scuole come quella ce ne vorrebbero tante, forse avremmo politici e amministratori migliori di quelli che abbiamo adesso.