Sono ormai diversi i titoli pubblicati da Garfagnana editrice di Andrea Giannasi. Tra le ultime opere edite anche “Il dottor Pistelli- Una vita in ritardo” di Alessandro Trasciatti postino e scrittore lucchese con un passato alle spalle da editore molto particolare: aveva messo su una casa editrice di “letteratura economica illustrata”. Il libro di Trasciatti è arricchito dalle illustrazioni di un nostro collaboratore: Nazareno Giusti.
“Il dottor Pistelli” è una raccolta di racconti scritti alla metà degli anni Novanta. Ma chi è il protagonista di questi racconti, questo fantomatico “dottor Pistelli”?
Viene così descritto nel risvolto del libro: “Esemplare poco raro di una generazione di eterni studenti, si aggira per le strade di una città di provincia con un fiuto infallibile che lo fa arrivare immancabilmente in ritardo agli appuntamenti con la vita. L’università, il lavoro, l’amore, la politica, lo sport… non manca niente nella vita del dottor Pistelli, tranne la capacità di stare al passo con i tempi e con la propria età anagrafica”. C’è sicuramente autobiografismo in questo personaggio. Dice Trasciatti: “il Pistelli sono io e non sono io; mi assomiglia molto, ma al tempo stesso è un tipo umano, un perdente che diverte e nel quale credo che anche altri possano riconoscersi”. Sulla sua passione per lo scrivere dice: “Difficile dire perché uno senta la voglia di narrare. Voglio dire che l’urgenza di scrivere può essere sfogata in un diario, in una scrittura privata, piena di sottintesi che parlano soprattutto a chi scrive. Invece io volevo proprio raccontare, uscire dalla sfera strettamente personale”.
Il libro si apre con un racconto ambientato a “Bargiglio”: la nostra Barga dove l’autore ha lavorato un anno al riordino dell’archivio comunale. “E’ un periodo che ricordo sempre volentieri anche se in archivio si gelava dal freddo e anche se per i vicoli, d’inverno, c’era la tramontana che ti frustava. Però Barga mi piaceva, salivo fino in cima al paese dove c’è il duomo e da lì mi godevo il panorama delle Apuane. Scrissi anche una breve serie di poesie che si intitolava
“Cartoline da Barga”. Poi ero giovane e sognavo di diventare un grande archivista, di quelli che finiscono menzionati nell’enciclopedia Treccani”.
Sulla licenza poetica del nome confessa Trasciatti: “Non ho usato il nome di Barga (nella foto una illustrazione del libro di Nazareno Giusti) per uno scrupolo di realismo. Nel racconto in questione due archivisti danno fuoco l’archivio comunale del paese. Mi sembrava stonato fare accadere questo a Barga, dove l’archivio c’è e non è mai stato distrutto. Mi sono detto che, se stavo raccontando una finzione, per coerenza dovevo cambiare anche l’ambientazione. Così ho pensato a Bargiglio, che è un nome evocativo, ricorda Barga, ma è anche il nome di un monte e poi fa pensare a quelle appendici pendule sotto il becco dei galli (anche se non c’entrano niente con Barga)”.
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