Alla ricerca della Mongolia remota. Danilo Musetti racconta la sua ultima spedizione

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Si è tenuta venerdì sera al Teatro Alfieri la tradizionale “Serata degli Auguri” del Cai Garfagnana, evento della serata la presentazione del filmato realizzato da Danilo Musetti nell’ultima spedizione in Mongolia.

Musetti, dopo la spedizione dello scorso anno in Alto Dolpo che LoSchermo.it ha seguito nel suo evolversi, dove vi siete recati in questo 2013?
“Meta della annuale spedizione del Cai Garfagnana è stata quest’anno la remota regione montuose degli Altai, in Mongolia. Abbiamo raggiunto la Mongolia via terra percorrendo oltre 1000 km attraverso la tundra siberiana e scavalcando le montagne dal versante russo per arrivare a Bayan Olgii, piccola cittadina della Mongolia da dove abbiamo iniziato l’itinerario lungo il versante est della catena degli Altai”.

Qual’era lo scopo del viaggio?
“Primo obiettivo è stato la salita del monte Malchin (4050 metri) una delle cime più alte della Mongolia nella splendida catena del Tavan Bogd, una bella salita attraverso il ghiacciaio Potaniin, lungo oltre 20km che abbiamo trovato in una versione invernale, abbondantemente coperto di neve.
Poi siamo scesi ai confini con la Cina dove abbiamo attraversato un paesaggio mozzafiato fatto di laghi azzurri e foreste di conifere rese spettacolari dalla stagione autunnale, il tutto mescolando il cammino ed i trasferimenti con magici incontri con i pastori nomadi, la loro ospitalità ed il loro stile di vita che dipende dall’allevamento e che si svolge intorno alle “ger”, le tradizionali tende mongole che vengono di volta in volta spostate per seguire i pascoli migliori. Obiettivo principale era poi la ricerca degli ultimi falconieri, i cacciatori di origine kazaka che utilizzano possenti aquile reali per cacciare conigli selvatici, volpi e lupi”.

In quanti eravate?
“Il gruppo era numeroso in totale eravamo in 17 partecipanti di cui numerosi soci del sodalizio garfagnino: Agostino Domenichelli (Omo), Massimo Salotti ( medico della spedizione), Alberto Cresti, Lauro Dini (fotografo della spedizione), Piero Gai, Giacomo Giannerini, Adolfo Da Prato e Riccardo Andreani. Oltre a loro anche altri soci CAI delle sezioni di Livorno, Milano, Brescia e Massa”.

Vi siete divisi durante il viaggio?
“Nell’ultima parte del viaggio ci siamo separati come consuetudine 8 persone sono rientrate mentre li altri hanno attraversato la remota catena montuosa del Kharkhiraa, dove però siamo stati sommersi più volte da abbondanti nevicate che ci hanno costretto ad aggirare i passi più alti”.

Quanto è durata la spedizione?
“L’intero viaggio è durato 25 giorni alternando trasferimenti con le indistruttibili Uaz a percorsi trekking e salite sulle cime previste”.

La tabella di marcia è stata rispettata?
“Nonostante il periodo autunnale ed il freddo intenso siamo riusciti a raggiungere quasi tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati”.

Lungo il cammino cosa e chi avete incontrato?
“Una delle cose che maggiormente resterà nei nostri ricordi è l’aver preso parte al “festival delle aquile”, l’annuale ritrovo dei cacciatori della regione, ancora un evento parte integrante della cultura millenaria di queste popolazioni e non un attrazione turistica. Soprattutto l’intera giornata trascorsa con Sailau, il più famoso cacciatore della Mongolia, filmato anche dalla BBC, l’escursione fatta con lui e la sua aquila a caccia che ci hanno permesso di immortalare immagini straordinarie di questa antica tradizione”.

Quale sarà la prossima avventura?
“La prossima spedizione sarà: “La traversata delle Isole Svalbard con gli sci” che è in programma in aprile 2014. Ma questa non sarà l’unica spedizione in programma per il prossimo anno. Sto infatti lavorando ad un ambizioso progetto per compiere un lunga traversata delle montagne del Karakoram, in Pakistan, al cospetto di montagne del calibro del K2”.

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